“La Vecchia Estate”, finalmente

CIVITAVECCHIA – Il 20 luglio, con la prima del “Concerto di musica etnica”, prenderà finalmente il via la serie di serate dal vivo de “La Vecchia Estate”, l’agognata selezione di eventi estivi civitavecchiesi. Ora: non staremo qui a discutere eventuali implicazioni politiche del cartellone – tantomeno a giudicare il dislocamento del Padellone o la sovrapposizione a TolfArte -, ma soltanto a valutare l’effettivo peso culturale di una manifestazione che, almeno per bocca dello stesso assessore D’Antò, si pone come alternativa “di livello” sia in relazione alle infauste edizioni passate, sia in un’ottica più ampia (regionale, viene da dire). E questo, in linea di massima, è vero; ma andiamo con ordine.

Sicuramente nobile è, in primis, l’intento di rinnovare la natura gratuita della manifestazione, costituita principalmente da concerti – perché, si sa, è questo il modo migliore per chiamare gente anche da fuori – e supportata anche dal cinema all’aperto del Pincio (a pagamento, ma ci sta), come nobile è anche l’intento di voler integrare artisti locali a spettacoli di caratura (inter)nazionale.

Partendo dai primi, c’è da dire che si tratta a tutti gli effetti di eccellenze del comprensorio. Dal “Concerto di Musica Etnica” agli Exampla, passando per le numerose serate di cover, siamo davvero di fronte ad alcuni fra i migliori spettacoli che il territorio ha da offrire, sicuramente in grado di incontrare le esigenze degli spettatori e che, a conti fatti, meritano in pieno la valorizzazione che, ci auguriamo, questo palco garantirà loro.

D’altro canto, è anche vero che siamo tutti in cerca, magari un po’ irrealisticamente, del nome di grido, della suggestione nazionalpopolare, dell’artista di fama che ormai manca da anni. Del resto – col massimo rispetto per tutti i nomi in ballo -, sono questi gli spettacoli che, a conti fatti, garantiscono alla città una posizione competitiva nella regione, in quanto in grado di attirare gente da fuori magari, semplicemente, anche per la sola notorietà dei loro protagonisti.

Ecco: in questo senso è innegabile che, finalmente, qualcosa di concreto sia stato fatto. Stiamo parlando, guarda caso, dei nomi scritti a lettere cubitali sul cartellone, di quelli che dovrebbero essere motivo di vanto per l’organizzazione. E che, come dicevamo in apertura, in linea di massima lo sono.

Su tutti, come già in molti hanno sottolineato, il concerto di punta è quello di Francesco Motta. Magari il cantautore toscano è ancora in parte nell’underground, ma resta un nome di punta della scena indipendente italiana, il volto fresco, attuale ed interessante che mancava, con numeri di tutto rispetto e un appeal che, per quella che sarà la sua unica data estiva nel Lazio, ha tutto per funzionare. Soprattutto, si tratta di uno show che ha alle spalle una produzione di spessore, che merita di essere ascoltato da tutti e che vanta una proposta musicale assolutamente valida – e per “valida” si intende fresca vincitrice del Premio Tenco, uno dei riconoscimenti più importanti nell’Italia della musica.

L’altro nome di spicco è quello della PFM, orientato a un target più adulto ma che, per valore assoluto della proposta, sarà davvero un concerto per tutti e un evento da “io c’ero”. Non serve dire che leggenda della musica italiana sia tutt’ora la Forneria, per la quale è impossibile che un appassionato di musica qualsiasi possa tirarsi indietro. E chissà che, alla fine, non rimangano coinvolti anche i più giovani e gli occasionali.

Belle, in seconda linea, la scelte di Giancane – che non sarà Motta, ma che con lui condivide parte del pubblico e un concerto comunque godibile -, dello spettacolo “Lucio incontra Lucio” e del sassofonista Marco Guidolotti, un’eccellenza jazz che puntualmente ci scordiamo di avere in casa. Un capitolo a parte va a “Euphoria” delle Les Farfadais: uno show di giocolieri mondiali, in grado di “parlare” anche ai turisti e, inoltre, di venire incontro quei pochi che i concerti proprio non riescono a digerirli; vedremo, ma la sensazione è buona.

In sostanza, alla fine siamo di fronte a un cartellone assolutamente godibile – il primo da anni -, con almeno due nomi da far invidia. Resta, in ogni caso, la sensazione che, per quanto il pareggio di bilancio ci faccia guardare al futuro con pacata serenità, organizzare tutto ciò sia stato arduo e che, in fondo, lo sarà anche le prossime edizioni. Il tutto mentre intorno, nel comprensorio, proliferano concerti ed eventi di livello nazionale. Speriamo almeno che, per il prossimo mese, “la Vecchia Estate” abbia le medicine per non farceli rimpiangere.

 

Patrizio Ruviglioni