S. Marinella. Il Comune mette a bando 60 orti sociali

SANTA MARINELLA – Ben 60 Orti sociali realizzati su un’area di oltre un ettaro e mezzo di collina e sui terreni ex Arsial siti a ridosso di un lungo tratto di via delle Colonie.

Ogni singolo appezzamento destinato alla coltivazione sarà assegnato attraverso un bando pubblico che sta redigendo l’amministrazione comunale e che sarà ultimato entro la fine del mese di agosto. Tutti i singoli cittadini, anche consorziandosi tra loro, ma anche le associazioni le scuole o i centri sociali, potranno partecipare al bando e diventare assegnatari del loro orto e cominciare a svolgere cosi una nuova attività dai molteplici effetti positivi.

Il progetto è stato presentato oggi dal Sindaco Pietro Tidei, il quale ha già fatto richiesta all’Arsial di venire in possesso di questi lotti di terreno per avviare questa attività in una zona semicentrale di Santa Marinella.

Gli orti sociali sono degli appezzamenti di terreno, di dimensioni medio-piccole, collocati in città e assegnati solitamente a persone in condizioni di disagio, oppure ad anziani, portatori di handicap o semplicemente alla comunità. L’idea alla base è offrire la possibilità di produrre in proprio gli ortaggi, di norma non destinati alla vendita o comunque senza fine di lucro, attraverso un progetto collettivo in grado di promuovere l’integrazione sociale avendo nel contempo funzioni educative, civiche ed etiche.

Nel bando di assegnazione, infatti, saranno inseriti alcuni requisiti fondamentali di accesso – spiega il Sindaco Pietro Tidei – quali ad esempio l’Isee che sarà valutato per favorire le fasce della popolazione che potrebbero trarre maggiori benefici da questa iniziativa. Costituirà anche una priorità la presenza all’interno di un nucleo familiare di una persona con disabilità che potrebbe essere coinvolta in questa iniziativa. Una volta ottenuto il lotto lo si potrà coltivare come meglio si riterrà opportuno ma, è ovvio, che si dovrà trattare come la parola stessa del progetto indica solo di orti dove non potrà sorgere nessun tipo di infrastruttura, a parte un piccolo capanno di ricovero per gli attrezzi agricoli e dove non si potranno svolger altre attività all’infuori di quelle previste. Credo si tratti di un primo, interessante esperimento che se darà, è proprio il caso di dire i frutti sperati potrà essere in futuro anche ampliato”.