Gruppo di Intervento Giuridico: “No allo scempio eolico di Tuscania e della Tuscia, no alla sottrazione delle terre collettive”

VITERBO – L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) ha inoltrato il 10 novembre scorso un nuovo atto di intervento con “osservazioni” nel procedimento di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) relativo al progetto di realizzazione di una centrale eolica denominata “Parco eolico Tuscania”, da parte della WPD S. Giuliano s.r.l., in località Mandria-Casaletto e San Giuliano, nei Comuni di Tuscania e di Arlena di Castro (VT).

Il progetto di centrale eolica prevede 10 pale eoliche alte 250 metri (le più alte in Europa) in località Mandria-Casaletto, a nord del centro urbano di Tuscania, e altre 6 pale eoliche in località San Giuliano, a sud della cittadina della Tuscia, con aerogeneratori da 5,625 MW, potenza complessiva pari a 90 MW, collegati tra di loro mediante un cavidotto in media tensione interrato e una stazione di utenza ubicata nel territorio di Arlena di Castro (VT), in località Cioccatello.

“In precedenza – riferisce il Gruppo d’Intervento Giuridico – dopo l’apertura del procedimento di V.I.A. (3 agosto 2020), il GrIG aveva già inoltrato all’allora Ministero dell’Ambiente (oggi Ministero della Transizione Ecologica) due atti di intervento nel procedimento con “osservazioni” (30 settembre e 2 ottobre 2020), uno dei quali insieme alle altre Associazioni ambientaliste Italia Nostra, LIPU-BirdLife Italia, Forum Ambientalista, Amici della Terra, Assotuscania, Altura, Mountain Wilderness. Ora, dopo il deposito di numerosi documenti integrativi e il conseguente avvìo di una nuova fase di “osservazioni”, il nuovo atto incentrato su un elemento recentemente emerso: nei siti interessati dal progetto di centrale eolica sono presenti numerosi terreni appartenenti ai demani civici di Tuscania e di Arlena di Castro. Come noto, i terreni a uso civico e i demani civici (legge n. 1766/1927 e s.m.i., legge n. 168/2017, regio decreto n. 332/1928 e s.m.i.) costituiscono un patrimonio di grandissimo rilievo per le Collettività locali, sia sotto il profilo economico-sociale che per gli aspetti di salvaguardia ambientale (valore riconosciuto sistematicamente in giurisprudenza). I diritti di uso civico sono inalienabili, indivisibili, inusucapibili e imprescrittibili (artt. 3, comma 3°, della legge n. 168/2017 e 2, 9, 12 della legge n. 1766/1927 e s.m.i.). I demani civici sono tutelati ex lege con il vincolo paesaggistico (art. 142, comma 1°, lettera h, del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.). Ogni atto di disposizione che comporti ablazione o che comunque incida su diritti di uso civico può essere adottato dalla pubblica amministrazione competente soltanto a particolari condizioni, previa autorizzazione regionale e verso corrispettivo di un indennizzo da corrispondere alla collettività titolare del diritto medesimo e destinato a opere permanenti di interesse pubblico generale (artt. 12 della legge n. 1766/1927 e s.m.i.)”.

“Nel caso di specie – prosegue la nota del Gruppo d’Intervento Giuridico – i cittadini residenti nei Comuni di Tuscania e di Arlena di Castro sono gli unici titolari dei diritti di uso civico nei rispettivi demani civici (artt. 2, commi 3° e 4°, e 3, commi 1° e 2°, della legge n. 168/2017 e s.m.i.): la presenza di ampie aree ricadenti nei demani civici di Tuscania e di Arlena di Castro nel sito di progetto della centrale eolica rende impossibile la realizzazione del medesimo per carenza della titolarità giuridica delle aree stesse e per l’illegittimità della relativa radicale modifica territoriale che renderebbe non fruibili i relativi diritti di uso civico: infatti, il regime giuridico dei demani civici prevede la “perpetua destinazione agro-silvo-pastorale” (art. 3, comma 3°, della legge n. 168/2017), nonché “l’utilizzazione del demanio civico … in conformità alla sua destinazione e secondo le regole d’uso stabilite dal dominio collettivo” (art. 3, comma 5°, della legge n. 168/2017)”.

Il GrIG ha chiesto al Ministero della Transizione Ecologica la dichiarazione di non compatibilità ambientale del progetto di centrale eolica (artt. 25 e ss. del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.), informando nel contempo le altre amministrazioni pubbliche competenti e, in particolare, il Commissario per gli Usi Civici per Lazio, Umbria e Toscana, a causa del grave pericolo che corrono le terre collettive.

Si ricorda – proseguono i suoi rappresentanti – che la speculazione energetica, purtroppo da anni, ha aggredito la Tuscia: secondo dati non aggiornati, siamo di fronte almeno a ben 51 progetti di campi fotovoltaici presentati, in parte approvati e solo in minima parte respinti in pochi anni, complessivamente oltre 2.100 ettari di terreni agricoli e boschi. Analogamente sono ormai numerosi i progetti di centrali eoliche presentati o già in esecuzione. Terreni talvolta affittati, altre volte espropriati per due soldi. Centinaia e centinaia di ettari di terreni agricoli e boscati stravolti dalla speculazione energetica, senza che vi sia alcuna assicurazione sulla chiusura di almeno una centrale elettrica alimentata da fonti fossili. La realizzazione di questi progetti energetici snaturerebbe radicalmente alcuni dei più pregiati paesaggi agrari della Tuscia con pesanti impatti sull’ambiente e sui contesti economico-sociali locali. Stupisce, infatti, l’assenza di alcuna seria e adeguata analisi preventiva sugli impatti negativi anche sul piano economico-sociale di decine di migliaia di ettari di paesaggio storico della Tuscia sulle attività turistiche”.

“La Provincia di Viterbo – concludono dal Gruppo d’Intervento Giuridico – detiene il non invidiabile primato per il consumo del suolo per abitante (rapporto ISPRA sul consumo del suolo 2019), 1,91 metri quadri per residente rispetto alla media regionale di 0,47 e nazionale di 0,80. Consumo del suolo che va in direzione opposta agli obiettivi tanto decantati della transizione ecologica. Gli impianti produttivi di energia da fonte rinnovabile andrebbero ubicati in aree già degradate, in zone industriali, nonché con l’utilizzo dei tetti e coperture di edifici già esistenti. Stop alla speculazione energetica, stop alla sottrazione delle terre collettive!”.