CIVITAVECCHIA – Come era prevedibile la data dell ‘8 gennaio, data in cui si doveva inderogabilmente avviare la riapertura del mercato di piazza Regina Margherita, slitterà a un periodo da destinarsi.
L ‘ex assessore ai lavori pubblici, afferma che, se non fosse caduta la giunta non ci sarebbero stati ulteriori slittamenti. Purtroppo con i se non si fa la storia e nemmeno si fa fa impresa.
La politica eccelle in autoassoluzione,e nell’attesa che frotte di politici andranno al mercato affermando l’importanza del commercio e del turismo per lo sviluppo di Civitavecchia, ovviamente solo per il periodo elettorale, sarebbe necessario l’impegno della politica su alcuni problemi.
I tempi della politica non sono simili a quelli dell’impresa; è assurdo e inconcepibile che per una ristrutturazione del mercato, un vero sistema integrato commerciale, che per anni è stato il polmone commerciale per la città, sia per il commercio ambulante, sia per quello di vicinato, si debbano aspettare anni, in molti casi non concordando nemmeno con gli operatori il progetto, né conoscendo i tempi di attuazione.
In questo e periodo purtroppo aziende hanno chiuso e posti di lavoro sono stati persi. E’doveroso dare certezze agli operatori, e forse un incontro con il commissario potrebbe chiarire alcuni aspetti. Se tutto era pronto, come afferma l’ex assessore, i tempi non potranno essere lunghi; ma alcune garanzie per chi rischia la propria attività e quella dei propri dipendenti sono il minimo indispensabile per fare investimenti.
Sarebbe altresì necessario, stante la rilevanza che il terziario occupa nella nostra città, sia per partecipazione al pil locale, sia per i livelli occupazionali che garantisce, la creazione di un assessorato specifico. Con milioni di persone che sbarcano in città, per la rilevanza economica di questo settore e per un dialogo civile tra porto e città, la presenza di semplice delegato al commercio e di uno al turismo, non mi sembra si sia rivelata una scelta oculata per la giunta ormai decaduta. Un assessorato forte che dialogasse correttamente con il porto per riuscire a ridare a Civitavecchia una vocazione turistica,sarebbe un segnale di attenzione per le migliaia di piccole imprese che giornalmente aprono la loro attività.
A parole da decenni tutti evidenziano le possibilità del terziario come motore di sviluppo per la città, ma concretamente è stato fatto ben poco, e la situazione delle imprese del settore, le saracinesche abbassate, il rischio di desertificazione per alcune zone ne sono la prova evidente; quando chiude un negozio, un pezzo di città se ne va.
Tullio Nunzi