Quanto costa curare i danni del carbone

I costi sanitari delle centrali a carbone ammontano a 42,8 miliardi di euro l’anno. La stima è tratta da un nuovo importante rapporto pubblicato il 7 marzo scorso da Health and Environment Alliance e divulgato dal Dottor Giovanni Ghirga.
Il rapporto, intitolato “Il conto non pagato della salute: come le centrali a carbone ci rendono malati”, calcola per la prima volta il costo degli effetti delle centrali a carbone sulle malattie respiratorie croniche e alcune malattie cardiache.
È la Polonia lo stato in cui il carbone è associato ai più elevati impatti sulla salute delle persone e alle maggiori spese sanitarie, che sono stimate oltre 8 miliardi di euro l’anno. Romania e Germania si situano sul secondo gradino del podio, con più di 6 miliardi di euro di costi sanitari ciascuna.
“Il rapporto offre dati scientifici sugli effetti del carbone sulla salute e fornisce informazioni vitali dal punto di vista della salute che dovrebbe essere prese in considerazione nella formulazione della politiche energetiche”, dice Genon Jensen, Direttore Esecutivo di HEAL, una ONG che riunisce più di 70 associazioni in 26 paesi europei.
“I risultati sono particolarmente preoccupanti in quanto l’utilizzo del carbone è ora in aumento dopo anni di declino. I costi sorprendentemente elevati per la salute umana dovrebbero innescare un profondo ripensamento della politica energetica dell’UE”, aggiunge la dottoressa Jensen.
Il rapporto cita esperti che esprimono la profonda preoccupazione per le emissioni associate all’uso del carbone, che contribuiscono al cambiamento climatico e provocano futuri problemi di salute pubblica – in aggiunta alle gravi conseguenze della combustione del carbone che stiamo già vedendo oggi.
Il lancio del rapporto segna l’inizio di una campagna sul carbone e la salute in cui HEAL lavorerà a stretto contatto con organizzazioni di medici, e gruppi di difesa della salute e del clima, specialmente nei paesi in cui il carbone è una particolare minaccia per la salute.
Nei prossimi mesi, il Comitato permanente dei medici europei (CPME), che raggruppa 27 membri che rappresentano i medici negli stati membri dell’UE, porterà avanti una campagna di sensibilizzazione sui rischi della combustione di carbone, sottolineando l’importanza di respirare un’aria pulita. Quest’anno è un anno fondamentale ed esistono grandi opportunità per migliorare la salute pubblica, giacché il 2013 è stato proclamato l’Anno europeo dell’aria e, soprattutto, la Commissione ha intenzione di rivedere la normativa UE in materia di aria e di presentare proposte nel corso dell’anno.
“I medici europei sono consapevoli del fatto che l’inquinamento atmosferico è un importante fattore di rischio per la salute e CPME ha un interesse di lunga durata su tale argomento. Gli operatori sanitari sono costantemente impegnati nella ricerca al fine di presentare nuovi dati scientifici per il pubblico e per i responsabili delle politiche ambientali ed energetiche, al fine di promuovere importanti cambiamenti”, ha detto Birgit Beger, Segretario Generale del Comitato permanente dei medici europei (CPME).
Oltre ai benefici per la salute derivanti da un’aria più pulita, la relazione sottolinea anche come una maggiore regolamentazione del carbone contribuirebbe a mitigare il cambiamento climatico. Il carbone è la fonte energetica a più alta intensità di carbonio in Europa – responsabile di circa il 20% delle emissioni di anidride carbonica. Il controllo a lungo termine dell’aumento della temperatura e evitare le ondate di calore sono particolarmente importanti per i gruppi vulnerabili, come i bambini piccoli e gli anziani, e chiunque abbia una malattia respiratoria o problemi cardiaci.
L’Europarlamentare e medico, Dott. Peter Liese, riconosce il carbone come una minaccia immediata e a lungo termine per la salute pubblica a causa del suo contributo decisivo al cambiamento climatico: “L’UE si è impegnata a proteggere la salute pubblica dall’inquinamento atmosferico e dagli effetti del cambiamento climatico. Poiché l’uso del carbone in Europa è attualmente in aumento, vi è una grave minaccia per la salute delle persone nel breve e nel lungo termine.”
La relazione di HEAL raccomanda che nessuna nuova centrale a carbone dovrebbe essere costruita e che l’Europa deve abbandonare il carbone entro il 2040 per migliorare la salute pubblica.
“In caso venga accettato, questo approccio eviterebbe inutili problemi respiratori e cardiaci associati all’esposizione agli inquinanti del carbone nell’aria. Ciò offrirebbe benefici per la salute a lungo termine e al tempo stesso porterebbe a mitigare i cambiamenti climatici. La scelta di alternative al carbone porrebbe anche rimedio alla situazione attuale per cui sono gli europei a farsi carico della spesa sanitaria causata dal carbone”, ha detto la dottoressa Jensen.
Di seguito pubblichiamo i costi sanitari annuali associati alla generazione elettrica a carbone per paese in milioni di euro (dati 2009)

Polonia 8.219
Romania 6.409
Germania 6.385
Bulgaria 4.629
Grecia 4.089
Regno Unito 3.682
Repubblica Ceca 2.842
Francia 1.879
Slovacchia 925
Italia 857
Spagna 827
Estonia 445
Paesi Bassi 386
Ungheria 268
Slovenia 228
Irlanda 201
Finlandia 169
Belgio 134
Portogallo 90
Austria 74
Danimarca 63
Svezia 7
Lettonia 3
UE 27 42.811
Turchia 6.689
Serbia 4.987
Croazia 243
TOTALE 54.730