S. Giuseppe sottotono, polemiche e nostalgie per la festa del patrono

s. giuseppeSANTA MARINELLA – La tre giorni dedicata alla festa del patrono di S. Marinella è finita anche quest’anno. S. Giuseppe, la festa più attesa dell’anno. Una volta almeno era così. Tante sono le polemiche che fanno da strascico a queste giornate in cui si sono succeduti spettacoli in piazza, cantanti sul palco, ballerini professionisti e gruppi locali, bancarelle, la tradizionale processione e lo spettacolo pirotecnico conclusivo. Il sentimentalismo di chi ricorda come da bambino vedesse bella questa festa si affianca al velo di tristezza e forse anche di rabbia di oggi davanti alla perdita, almeno apparente, di quella bellezza. “Ci sono solo quattro bancarelle, sempre le stesse e sempre di meno – ha dichiarato una giovane donna passeggiando per la fiera – quando ero piccola io partivano dall’inizio della via e arrivavano fino al Porto e lì c’erano tutte le giostre, mica come adesso”. “Che tristezza – ha dichiarato un trentenne – quest’anno non c’è proprio niente, neanche gli indiani dell’anno scorso”. Delusione quindi per una festa dai più considerata sottotono. La polemica più grande è quella nei confronti delle bancarelle: se ne discute la scarsa varietà, erano infatti quasi tutte mangerecce, dalle caramelle gommose, che fanno sempre festa, ai panini con la porchetta, passando per le noccioline, i dolci e le pannocchie, il numero ridotto all’osso, complice purtroppo anche il tempo non troppo clemente, e la qualità. Sul gruppo facebook info@comune sono state molte le persone che hanno lamentato la tipologia di appalto delle stesse e le modalità di gestione, lasciando però intendere che dietro alle critiche c’è un’ombra profonda di malinconia per la passata grandezza della festa. “A me è piaciuta – ha risposto una signora – a S. Marinella si lamentano tutti che non c’è mai niente ma poi quando si fa qualcosa ci sono solo critiche e molti neanche sono andati a vedere cosa succedeva al centro”. La signora ha toccato un nervo scoperto della nostra ridente cittadina. In effetti venerdì e sabato la fiera non è stata visitata da tantissime persone rispetto agli anni precedenti, a parte gli adolescenti alle giostre, poche, è vero, che hanno chiuso presto, anche, ma che fanno festa, colore e soprattutto movimento. Mamme con i bambini più o meno grandi e anziani. Domenica invece sembrava essersi animata di più, hanno partecipato infatti in molti alla processione tradizionale che, per quanto dal percorso risicato, ha mantenuto stretto il rapporto con la tradizione e ha attirato molte più persone di tutte le altre attrazioni della tre giorni. Estremamente apprezzati sono stati anche i fuochi d’artificio della sera, nonostante poche persone ne abbiano goduto lo spettacolo, ma come biasimare chi, lavorando o andando a scuola, non ha potuto essere in passeggiata alle 23:00 di un lunedì sera. Insomma, una festa del patrono sottotono rispetto ad una decina di anni fa ma in linea con gli ultimi tempi, in cui si registra però la consapevolezza di un sentimento di nostalgia e di appartenenza all’identità cittadina sottovalutato fino a poco tempo fa. Sforzi per cambiare le cose si cominciano a vedere, ma la strada è ancora lunga. Forse il 20 marzo del prossimo anno a quest’ora parleremo entusiasti della festa appena finita, ma per il momento ci dobbiamo ancora accontentare di limitarci a mangiare le caramelle gommose avanzate.

Francesca Ivol