La Regione approva la legge sulle spiagge, ed è subito scontro

ROMA – Il Consiglio regionale ha approvato la proposta di legge 221 “Disposizioni relative all’utilizzazione del demanio marittimo per finalità turistiche e ricreative” che modifica la normativa 2007 sull’organizzazione del sistema turistico laziale: almeno il 50% delle spiagge del Lazio dovrà essere libero, o libero con servizi.
“Questa legge regionale è estremamente positiva – dichiara Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio – e va nella direzione più giusta, consentendo a tutti un utilizzo della spiaggia democratico e consapevole. Un risultato per il quale vanno fatto i complimenti alla giunta ed al consiglio regionale che decreta un nuovo ordine al quale d’ora in poi tutti si dovranno adeguare, ora va attuata la normativa e va monitorata la giusta attuazione anche attraverso una rete di controlli sui 360 Km di litorale laziale. Non va però abbassata la guardia sulle spiagge, controllando e facendo in modo che anche tutte quelle concesse siano accessibili anche al fine della balneazione come prevede la legge nazionale”.

Di parere nettamente opposto il Consigliere regionale Cinque Stelle Silvia Blasi: “Questa legge è una legge vuota e inutile che non cambierà l’efferata gestione del demanio marittimo e non aggiunge nulla alle altre norme e per questo abbiamo votato contro. E’ un testo propagandistico che serve solo a Zingaretti per pubblicizzare il fatto che la Regione vuole regolamentare le coste. Il testo di legge è inoltre deliberatamente ingannevole visto che sancisce che il 50% delle spiagge laziali devono essere lasciate a fruizione pubblica ma il demanio marittimo è già a uso pubblico. Una legge inutile quindi, buona solo per i volantini e per le inserzioni di Zingaretti, che non tutela l’ambiente e i beni pubblici. Solo noi del M5S abbiamo proposto di mantenere una quota di costa laziale a spiaggia libera ma la Giunta ha preferito la spiaggia libera attrezzata, ovvero una formula per continuare a far occupare un bene pubblico a dei privati che ne ricavano profitto.”