CIVITAVECCHIA – L’evento storico più importante che il Comitato ha dovuto affrontare durante la mia quarantennale presidenza fu certamente la chiusura del convento dei Domenicani, che fino ad allora avevano curato – per antica tradizione – il culto patronale di Santa Fermina. Nella fase di ricostruzione della città la chiesa di Santa Maria, a loro affidata dal papa Martino V nel 1422, non era stata infatti ripristinata ed essi, dopo varie peregrinazioni in diverse chiese cittadine, il primo gennaio 1981 lasciarono definitivamente Civitavecchia. Una nostra delegazione, composta dallo scrivente e dall’allora vice presidente cav. Ottavio Ferrari, fu loro vicina fino alla sera del 2 gennaio, vigilia dell’effettiva partenza dei religiosi, quando in segno di affetto e di riconoscenza fu consegnato nelle mani del parroco e assistente ecclesiatico p. Umberto Longo un ricordo di Civitavecchia.
Nei giorni seguenti il Vescovo Mons. Antonio Mazza affidò al nostro Comitato l’incarico di provvedere al trasferimento degli oggetti devozionali della Santa dalla chiesa dell’Orazione e Morte (dove all’epoca officiavano i domenicani) alla Cattedrale di San Francesco nella quale peraltro già da tempo i religiosi di San Domenico curavano la celebrazione dei riti relativi alla festa patronale e dalla quale prendeva le mosse la processione del 28 aprile.
Nostro compito immediato fu quello di programmare gli interventi di sistemazione e di decorazione della cappella che S. E. Mazza aveva destinato al culto patronale e, come prima iniziativa, fu collocata nel 1988 una lunetta, dipinta dal noto artista francescano padre Ortensio Gionfra, raffigurante la Santa in atto di uscire dal mare con alle spalle il porto di Civitavecchia quale ideale simbolo della particolare protezione che Fermina ha inteso stendere sulla città.
Seguì il recupero e il restauro dell’originario stendardo sociale, inaugurato nel 1904, scomparso in epoca imprecisata del dopoguerra e ritrovato in circostanze fortuite presso un rigattiere della città. Si realizzò ancora il restauro del simulacro della Santa ad opera del prof. Bruno Zampa e la pregevole e generosa realizzazione da parte dell’orafo Marco Mancini di una corona aurea, incastonata di pietre preziose, da porre sul capo della statua di Santa Fermina in occasione delle celebrazioni annuali.
I più recenti lavori risalgono al 2004 e comprendono la tinteggiatura e la doratura della cappella, l’applicazione di stucchi sulla volta e la collocazione di una edicola lignea sovrastante l’altare, per l’esposizione della statua della Santa, su progetto e decoro del prof. Luciano Pranzetti e realizzazione da parte del maestro ebanista Antonino De Fazi socio del Comitato.
La cappella, così ristrutturata ed abbellita, fu inaugurata da S. E. Mons. Girolamo Grillo in apertura del triduo di preparazione alla festa del 28 aprile 2004, proprio nel centenario di fondazione del Comitato (1904). Dopo tale ricorrenza la cappella è stata ulteriormente arricchita con un ex voto marinaro proveniente dalla chiesa di Santa Maria e con un dipinto, raffigurante il martirio di Fermina, donato dalla comunità amerina nel corso del solenne pontificale presieduto dal Vescovo di Terni-Narni-Amelia Mons. Vincenzo Paglia.
Un ultimo importante collegamento ideale tra l’attuale cappella e quella originaria che esisteva all’interno della chiesa di Santa Maria, è stato realizzato il 28 aprile 2005, a chiusura dell’anno celebrativo del 17° centenario del Martirio della Santa, con la collocazione della lapide del 1638 di Terenzio Collemodi, murata nell’antica sede devozionale e successivamente recuperata tra le macerie della chiesa matrice.
Nell’ultimo quarantennio la festa di Santa Fermina è stata inoltre arricchita con rinnovati contenuti spirituali ed apprezzate manifestazioni popolari, nel quadro di una celebrazione sicuramente rispondente alle forme usuali presenti anche nelle altre Chiese locali e aderente alle esigenze ed ai significati simbolici sottintesi alle feste patronali. Inoltre, grazie alla costante collaborazione con l’omologo Comitato di Amelia, è stato promosso e fatto approvare dai rispettivi Consigli comunali il formale gemellaggio civico tra le due Città nel nome della comune Patrona. Per un moderno aggiornamento mediatico sulla devozione della Santa e sui relativi festeggiamenti annuali il Comitato, grazie alla generosa collaborazione dei soci Giorgio Ruta e Stefano e Luisa Loru, ha realizzato anche un proprio sito web (www.santafermina.it), che dalla sua creazione ad oggi ha registrato 5.328 visite per un totale di 9.759 pagine viste.
In sinergia con gli amerini, sono state prese nel tempo diverse iniziative per valorizzare sia i festeggiamenti del 28 aprile in Civitavecchia che quelli del 24 novembre in Amelia. Per me è arrivato il momento di lasciare in giovani mani la presidenza del Comitato, convinto e fiducioso delle capacità di Ombretta Del Monte, fermo restando che continuerò, con impegno ed amore, a dare il mio contributo di collaborazione e di esperienza affinché l’avvicendamento possa avvenire senza scosse e il nostro Comitato – volendo parafrasare l’Ecclesiaste – resti veramente “in eterno”.
Carlo De Paolis