“Cervelli in fuga”. Nessuna opportunità a Civitavecchia, me ne sono andata a Milano

CIVITAVECCHIA – Spesso associamo all’idea di un cervello in fuga biglietti aerei, lingue straniere o scenari esotici. E’ opportuno, tuttavia, riconoscere che la fuga perpetrata in altre zone dell’Italia rappresenta una sconfitta ancora maggiore per quelle località che non offrono le medesime opportunità professionali o di formazione diffuse solo in sporadiche strutture. E’ per questa ragione che Lisa Iannello, una ragazza civitavecchiese di venti anni che ha lasciato la sua città una volta terminato il liceo, ha deciso di intraprendere la sua vita futura altrove, al Nord, dove apparentemente risiedono le possibilità più concrete di avvicinarsi a percorsi di formazione tecnologica più ricercati.

Da quanto ti sei trasferita?

“Mi sono trasferita il primo Ottobre 2015”.

Come mai hai deciso di lasciare Civitavecchia?

“La facoltà che volevo studiare non è molto diffusa e rimanere a Civitavecchia non mi avrebbe dato le stesse opportunità”.

Dove vivi attualmente? Ti ha presentato qualcuno questa opportunità o l’hai trovata di tua iniziativa?

“Ora vivo a Milano. Per caso in terzo superiore avevo assistito ad un orientamento dello IED (Istituto Europeo di Design) nel mio liceo. Così ho scoperto la facoltà, poi ho condotto le mie ricerche su altri Atenei, tra questi ho trovato il Politecnico”.

Come mai hai scelto proprio quella città?

“Ho scelto Milano perché è considerata capitale europea del design (ospita fiere internazionali come il Salone del Mobile e la Triennale) e la facoltà che volevo fare era qui”.

È stato facile trovare un’abitazione?

“Abbastanza. Ho svolto tutte le mie ricerche negli ultimi di settembre, quando la scelta era più limitata. Milano se non sbaglio è tra le città con gli affitti più costosi in Europa, una camera singola costa paradossalmente come un monolocale, per questo ho scelto di optare per il secondo e vivere da sola”.

Ti sei ambientata bene? Come lo hai fatto?

“Mi sono ambientata bene e velocemente. Metà dei miei corsi erano laboratori con massimo 40/50 persone o altri prevedevano progetti di gruppo quindi la socializzazione era necessaria e mi ha aiutato molto. Dopo 5 anni di liceo con le stesse persone uno si scorda come approcciarsi ad una ‘classe’ di completi sconosciuti. Ogni volta che scambiavo due parole con qualcuno mi presentavo in modo automatico e successivamente è anche nato un gruppo whatsapp di tutto il canale. E’ stato molto utile, i primi mesi sono stati caratterizzati solo da conversazioni monotone sulle differenze tra i nostri accenti provenienti da tutte le regioni d’Italia, ma poi si sono instaurati legami solidi di amicizia. Tramite queste nuove conoscenze sono anche riuscita a trovare lavoro al Salone del Mobile di quest’anno”.

Di cosa ti occupi attualmente?

“Sto conseguendo la Laurea triennale in Design del Prodotto Industriale al Politecnico di Milano. Consiste della progettazione e valorizzazione dei prodotti industriali, integrando culturalmente le discipline di progetto (di matrice architettonica e artistica) con quelle tecnologiche (di matrice ingegneristica e informatica) e del management (di matrice economica)”.

Ti piace quello che studi?

“Molto, per quanto possa sembrare una facoltà molto specifica non mi vedo a fare altro. Mi interessano i corsi, molto vari che spaziano da programmi di modellazione 3D, storia dell’architettura a corsi tenuti dal dipartimento di chimica e meccanica. Diciamo che era il perfetto compromesso per una persona propensa per discipline artistiche e con una formazione scientifica”.

Quali aspettative hai?

“Laurearmi il prima possibile, direi”.

Ti senti fiduciosa?

“Abbastanza, nonostante ci sia molta competitività tra gli studenti”.

Ti dispiace lasciare il tuo paese di appartenenza o sei felice di aver potuto cogliere un’opportunità del genere?

“Sono molto grata ai miei genitori per avermi dato questa opportunità e una spinta a lasciare Civitavecchia che era ciò che desideravo fare dopo il liceo”.

Che progetti hai per il futuro?

“Sicuramente conseguirò la magistrale rimanendo qui a Milano o all’estero e come obiettivo finale vorrei, un giorno, aprire il mio studio”.

Giordana Neri