“Le voglie cannibalesche del Sig. Goglia”

alberoCIVITAVECCHIA – Gent.mo Sig. Gennaro Goglia,
spero proprio di non doverla incontrare, andando a fare la spesa a San Gordiano, viste le sue  voglie “cannibalesche” esternate nell’articolo di ieri, nei confronti dei firmatari della petizione contro l’abbattimento degli eucalipti in via Delle Sterlizie. Ritengo comunque che le motivazioni da Lei addotte, circa il danno arrecato dal verde cittadino, siano veramente puerili.
In un momento di  fermento locale e non, circa l’abbattimento dei platani per le rotatorie, a breve quelli della “Madonnina” e  la battaglia per il Bosco di Tvn, dove associazioni e movimenti di cittadini, partiti politici, singole persone e finanche la magistratura si stanno battendo per la realizzazione di tale opera, Lei solo, continua a scagliarsi contro quello che oltre 3.500  suoi concittadini hanno ritenuto un bene inalienabile, da non perdere e non sostituire.
Gli eucalipti, oltre ad essere delle piante che (come tutte le altre) contribuiscono ad assorbire l’inquinamento e  a restituirci ossigeno ogni mattina, di ogni giorno e di ogni anno, nello specifico hanno un ulteriore vantaggio, emanano un principio attivo dalle foglie, chiamato “eucaliptolo” che è abbondantemente usato in farmaceutica.
Se invece di rincorrere sempre mere astrazioni sulle foglie che cadono e al danno e al fastidio che questo Le provoca, si fermasse un attimo, magari in una mattina autunnale dopo la prima pioggia della stagione, forse sentirebbe il delicato e corroborante profumo di eucalipto che quelle piante emettono, ma sembra che questa mia preghiera resterà lettera morta, nell’animo esacerbato di una persona come Lei, che nel verde vede solo un fastidio.
Concludo riprendendo un commento lasciato da una ragazza di S. Marinella nel forum di Facebook per la creazione del bosco di Tvn (Le consiglio di andare a vederlo le firme crescono in maniera esponenziale) “quando avremo inquinato anche l’ultimo corso d’acqua, pescato l’ultimo pesce e tagliato l’ultimo albero, solo allora, ci accorgeremo che i soldi non si mangiano”.
La lascio con questa massima, sperando possa farLa riflettere, di quanto sia la pochezza delle asserzioni da Lei fatte, in confronto all’immensità di quello che ci rende la natura seppur bistratta e malridotta come a Civitavecchia.

Simona Leocata