“Che Consiglio comunale avremmo avuto a risultati invertiti?”

Consiglio comunaleCIVITAVECCHIA – Facciamo un ragionamento per assurdo dove assumiamo l’ipotesi che alle elezioni comunali del 2007 si siano avuti risultati invertiti fra i candidati sindaci Porro e Moscherini. Quindi a Porro va il 55%, a Moscherini il 38%  e De Paolis sempre il 3% come jolly. E’ una simulazione che deve obbligatoriamente tener conto di approssimazioni, possibilità di errori miei ed ignorando che Moscherini abbia speso in campagna elettorale molto, ma molto di più, e in tutti i modi, di quanto ha fatto Porro.
Dovendo riassegnare i seggi a Moscherini, secondo il sistema elettorale vigente, dal 60% al 40%, quindi un bel taglio e in proporzione anche alle liste collegate, probabilmente sarebbero stati esclusi dal Consiglio Comunale  i signori Reginella e Maruccio-Lista Moscherini rispettivamente 196 e 297 voti , Roscioni-Fi con 266, Fiorentini-Dc Autonomie 184 voti , Scotti -Udeur 284,  La Camera-An 183, Cerrone-Udc 209, con nessuna speranza di rientrare salvo eccezionalità. Naturalmente il terzo candidato sindaco De Paolis col suo 3% si sarebbe aggregato ai vincitori e cioè ai partiti collegati a Porro che avrebbero avuto ben 18 seggi senza paura dei successivi allontanamenti, nei fatti o nelle votazioni sebbene con modalità diverse come poi avvenuto con Perello, Mecozzi, Gatti, Bianchini, in parte giustificati dalla mancanza di riferimenti nel centrosinistra da calare sul locale, fermo agli anni passati. Al governo di Civitavecchia  a quel punto, oltre agli attuali consiglieri, i Ds avrebbero avuto in più i fedeli scudieri Cerasa e Magliani, Serpente per A&L, Papa per la Margherita, Iengo per Lista Porro, e per i Socialisti oltre a Gaglione anche Ivano Bianchini con motivazioni per non cambiare subito schieramento. Per Rifondazione comunista Roberto Bonomi avrebbe avuto un seggio sicuro e, a mio parere, con vantaggio della istituzione Comune poiché nei 2 anni di permanenza all’Aula Pucci è stato un esempio di serietà ed impegno pur avendo, come tanti altri, l’handicap di appartenere ad un piccolo partito. Se ognuno di noi volesse far coincidere perfettamente il pensiero politico con altri individui l’unica possibilità sarebbe quella di guardarsi allo specchio e spesso senza piacersi nemmeno, ma se poi l’esistenza di alcune piccole formazioni e/o liste fosse dettata dalla voglia di protagonismo o la possibilità di voler condizionare un indirizzo politico principale per proprio tornaconto, allora si sarebbe al di là, ed in basso, dalla politica che essenzialmente deve risolvere i problemi della cittadinanza anziché crearne ulteriori. E’ impossibile anche da capire la pur minima differenza fra taluni partiti, talmente è la scarsità di proposte oltre la demagogia e l’agire di rimessa, e ci sono politici responsabili e motivati, dall’elevato senso civico, che sono sparigliati su tutti i fronti senza sapere nemmeno il perché, e che  in un unico gruppo potrebbero offrire una occasione di rilancio credibile per tutta la città e in tutte le componenti. Ritornando alla simulazione e ai nomi risultanti dalla stessa, potremmo non aggiungere altro perché sono lo specchio di ciò che la città offriva ed offre. Non stupiscono. Perciò a quel punto avremmo avuto Nicola Porro Sindaco, assessori e probabile solito tran-tran di cariche. Invito chiunque a fare una ricerca su mozioni, proposte, interrogazioni, emendamenti sensati o qualsiasi iniziativa degli attuali consiglieri per scoprire che in oltre 1.200 giorni di consiliatura; per alcuni c’è il quasi niente e per alcuni addirittura c’è il voto contrario a ciò che essi stessi avevano presentato. Lo stesso Porro da professore darebbe pochi voti da 7 ed 8 in una classe di gravi insufficienze da voto 2 e 3. 
C’è una considerazione importantissima da fare sulla simulazione ed è quella che un consiglio comunale a parti inverse, pur non entusiasmando, per la città avrebbe avuto l’enorme vantaggio del non dover subire la spregiudicatezza progettuale di Moscherini che ha caratteristiche patologiche da megalomania e che in oltre tre anni ha trascurato essenzialità come acqua, rifiuti, legalità, trasparenza istituzionale, spesa corrente, debito e riequilibrio ambientale del territorio che, oltre ad innalzare la vivibilità ed il rispetto dei residenti, rappresentano i parametri di base per poter attrarre iniziative molteplici e sane e di conseguenza occupazione legale e frammentazione del rischio di possibili crisi. Allora, quale è la via di uscita dalla “delusione Moscherini”? A mio parere è lo stesso programma di Moscherini di 3 anni fa, poi ignorato da lui stesso, per probabili pesanti condizionamenti interni ed esterni alla sua coalizione, che andrebbe sfrondato dagli eccessi ed arricchito della responsabilizzazione e motivazione di persone, proteggendo la comunità civitavecchiese e perché no, con sobrietà e rigore.

Antonio Manunta