“Caro Sindaco, grazie per questa lezione di vita ai nostri figli”

ComuneCIVITAVECCHIA – Finalmente (!!!) dopo ben 20 giorni di estenuante attesa, in deroga alle norme di legge (D.P.R.09.05.1994 n.487 art.6 c.5), che prevedono che la graduatoria debba essere affissa nella sede degli esami al termine della seduta dedicata alla prova orale, è uscita la graduatoria del concorso per  sei posti da “Usciere” III° Livello, riservato alle categorie protette.
Un concorso che era stato indetto, come riportato in ben quattro delibere propedeutiche allo stesso e concordato in sede di conciliazione all’Ufficio Provinciale del Lavoro, per completare il riassorbimento delle ultime borse di lavoro e del quale, peraltro, si poteva tranquillamente fare a meno visto che, ai sensi dell’art. 39 del d.lgs. 165/2001, nonché  dell’articolo 11 della L. 68/1999, i disabili con invalidità superiore al 66% ovvero persone con handicap intellettivo e/o psichico che, … abbiano svolto programmi di tirocinio presso pubbliche amministrazioni potevano essere  assunti con chiamata nominativa.
Un concorso e una graduatoria che i nostri figli, i borsisti con invalidità psico-cognitiva da dieci anni in servizio con tirocinio risocializzante al Comune, attendevano da tempo ed i cui risultati, ma anche le modalità di svolgimento, gridano vergogna.
Non che ci aspettassimo una sensibilità che purtroppo non abita quasi mai nei scranni della politica, ma pensavamo che almeno gli accordi sottoscritti in sede di conciliazione all’Ufficio provinciale del Lavoro, dove siamo state convinte a ritirare la vertenza nei confronti del Comune sulla base del preciso impegno da parte della stesso a procedere con la stabilizzazione, sarebbero stati rispettati.
Ed invece oggi, a graduatoria affissa, dobbiamo prendere atto che ogni accordo è stato eluso, che gli ultimi tre borsisti disabili, i nostri figli appunto, dopo quasi dieci anni di lotte, si trovano ancora esclusi dal processo di stabilizzazione.
Ancora non comprendiamo quali siano state le motivazioni del radicale cambiamento di percorso, ma certo è che i sospetti che avevamo avuto, appena apprese le modalità con cui si voleva condurre il concorso, ovvero che ben altre erano le sue finalità, erano tutti fondati.
Per tutto questo, per l’insensibilità e la noncuranza mostrata nei confronti dei nostri figli e dei loro diritti, caro Sindaco, vogliamo ringraziare Lei, la sua maggioranza e i suoi dirigenti.
Vogliamo ringraziarLa di essersi preso gioco di noi garantendoci il suo interessamento; di aver costruito, con la “genialità creativa” che la contraddistingue, la maniera di stravolgere il percorso che era stato tracciato presso l’Ufficio Provinciale per il collocamento dei disabili, costringendo i nostri figli a partecipare ad una sceneggiata di cui non c’era alcun bisogno; umiliandoli nel sottoporli a prove comparative con altri candidati con diversa tipologia d’invalidità per dimostrare di essere “idonei” a fare quello che da dieci anni ogni giorno fanno ed infine mortificandoli escludendoli da quella stabilizzazione per cui da anni lottano ed in cui da anni sperano.
Si, veramente grazie Sindaco, di aver impartito questa lezione di vita ai nostri figli, di avergli fatto comprendere che non ci si può fidare delle rassicurazioni né degli accordi scritti, che i tanti sforzi  portati avanti in questi anni, andando a lavorare anche quando si è malati (sì perché ai nostri figli ancorché invalidi non viene riconosciuta la malattia) non sono valsi a nulla, che parole come solidarietà, comprensione, integrazione sono concetti vuoti di significato per persone che, come Lei e i suoi alcoliti, convinti di vivere in un mondo patinato, fanno del potere e degli affari la propria unica priorità.
Però caro Sindaco vogliamo farle una promessa, che, al contrario di come fa Lei, manterremo:
Le promettiamo che non ci fermeremo. 
Con la forza di madri combatteremo sino allo stremo per vedere rispettati i diritti dei nostri figli, saremo “sicuramente” al Suo fianco nella Sua prossima annunciata candidatura, per far sì che i nostri concittadini conoscano il Suo vero volto e sappiano concretamente qual’è la sensibilità sua e dei suoi sostenitori e lavoreremo per dare grande visibilità al Suo operato in tutte le sedi – Giornali, Tv locali e nazionali, etc – richiedendo alla Magistratura le risposte che Lei ed i Suoi Dirigenti da anni ci state negando.
Nel frattempo le saremmo grate se ci stupisse rispondendo ad alcune semplici domande.
Perché è stato disatteso l’accordo sottoscritto dall’amministrazione e dalle organizzazioni sindacali e ratificato da ben quattro atti deliberativi?
Perché si è dovuto procedere ad una prova selettiva comparativa (non prevista dalla legge) tra disabili con differenti disabilità e non si e’ proceduto alla sola verifica dell’idoneità come stabilito dalle norme in vigore, anche per l’assunzione di persone normodotate, per ricoprire il profilo professionale di usciere iii° livello?
Perché  non si è proceduto alla chiamata nominativa per terminare il percorso di riassorbimento degli ultimi borsiti (tale procedura  – prevista dalla legge –  ci e’ stata  consegnata dalle dirigenti dell’ufficio provinciale del lavoro e consegnate da noi  a lei personalmente)?
Perché, in un concorso per disabili, i suoi dirigenti hanno creato un percorso tanto contorto e impraticabile per i nostri ragazzi?
Perché nella graduatoria finale non si è tenuto conto minimamente dell’anzianità di servizio (10 anni)?
Quanto tempo ancora dovranno attendere perché si possa creare una nuova possibilità?

Le madri degli ultimi borsisti
Anna Maria Orchi
Mirna Marrani
Daniela Luchetti