“A chi vanno i soldi del pieno”

benzinaCIVITAVECCHIA – Il grido di dolore lanciato dai benzinai civitavecchiesi su alcuni giornali, con la benzina che oscilla vicino a 180/90 e con un calo dei consumi, che in molti casi sfiora il 30%, ovviamente nasce da un profondo disagio degli imprenditori.
I benzinai sono ovviamente dalla parte dell’automobilista, perché il gestore non guadagna in percentuale, ma per singolo litro. Quindi l’aumento del prezzo della benzina finisce per danneggiare automobilisti e benzinai.
Poi bisogna specificare a chi vanno i soldi del pieno.
Su 50 euro di carburante, 27,20 li prendono le istituzioni (stato attraverso accise ed iva,q ualcosa alle regioni a seconda dell’addizionale);19,70 euro è il costo del prodotto raffinato(ma il prezzo può variare molto a seconda di dove avviene la raffinazione); 1,88 è l’utile della compagnia petrolifera; 1,20 euro circa è quanto finisce in tasca al gestore del distributore.
Le famose liberalizzazioni non hanno portato l’effetto desiderato sul piano dei risparmi; e quello che bisogna ricordare è che il prezzo lo impone la compagnia, con oscillazioni in base alla distanza del deposito. Fatto assurdo da contestare.
Siamo il paese al primo posto in Europa per quanto riguarda le imposte più alte, ed al secondo posto per il prezzo più alto.
Prezzo che ovviamente si scarica sull’inflazione, penalizza le fasce più deboli della popolazione, e rischia di mandare in rosso gran parte dei gestori; con ovvie conseguenze occupazionali e di rischi per le imprese.
Ovvio che se non si arriva ad una sterilizzazione dell’iva, e una diminuzione delle tasse, il pericolo è oggettivo.

Tullio Nunzi