“Quale futuro per la camera iperbarica?”

Camera IperbaricaCIVITAVECCHIA – Per chi nasce in città come Civitavecchia, Santa Marinella o nelle varie aree costiere l’amore per il mare è una passione che hai radicata dentro. Il mare diventa come una calamita, più lo conosci e più ti cattura e la subacquea è quell’attività che, a mio avviso, ti fa vivere la dimensione under water nelle sue molteplici sfaccettature. Essere sub per passione o per lavoro ti regala forti emozioni ed è un’avventura che arricchisce la vita di ognuno. Come ogni avventura che si rispetti, anche la subacquea non è esentata da rischi e le patologie a cui si va incontro sono l’embolia gassosa arteriosa, la malattia da decompressione, intossicazione da monossido di carbonio, la sordità improvvisa e le patologie retiniche. Chi subisce un incedente sott’acqua ed è vittima di queste patologie entro 20 minuti necessita di un intervento in camera iperbarica. La storia della camera iperbarica di Civitavecchia è molto travagliata. Dal 1999 al 2005 l’associazione Forno, in sinergia con numerosi esperti del settore, ha fatto molto per gestire le numerose emergenze e proprio l’attività di soccorso fu svolta attraverso l’Autorizzazione Sanitaria, 9627 rilasciata dall’allora Sindaco di Civitavecchia Pietro Tidei, su parere favorevole dell’Azienda Sanitaria RmF. Dal 2007 la camera cessa la sua attività perché in attesa del trasferimento e viene consegnata alla Segreteria Generale dell’Autorità Portuale. La situazione riguardante la gestione della camera iperbarica inizia con il Protocollo d’intesa dell’11 luglio 2008 firmato dalla International Port Hospital srl, dalla Croce Rossa Italiana, dall’associazione Forno e dalla delegata del Sindaco Moscherini, Roberta Sacco. Nella fattispecie l’accordo prevedeva l’affidamento della gestione della camera alla Croce Rossa con l’istituzione di un presidio medico di primo intervento. Il dramma consiste nel fatto che dal 2010 la Croce Rossa ha rinunciato alla gestione e lo sforzo dell’associazione Forno di accollarsi l’iter dell’affidamento si è reso vano. La nostra città ha il dovere di tutelare chi nel litorale svolge attività subacquea a qualsiasi livello, non è ammissibile l’ipotesi di ricorrere a Grosseto o Roma per un intervento in camera iperbarica, soprattutto se la causa è l’ennesimo episodio di inottemperanza e di inadeguatezza del Pincio di fronte alle istanze locali.
Giulia Bevilacqua – direttivo “La Nuova Officina”per Tidei Sindaco