Esiste una “stagionalità” per il SARS-CoV-2?

Dal Dottor Giovanni Ghirga riceviamo e pubblichiamo:

“Micaela Martinez, Columbia University, ha cercato di indagare un fenomeno già noto 2500 anni fa da Ippocrate e Tucidide: molte malattie infettive sono più comuni durante determinate stagioni.
Non poche persone sperano che il SARS-CoV-2 possa imitare l’influenza e diminuire con l’arrivo della bella stagione nelle regioni temperate dell’emisfero settentrionale, dove vive circa la metà della popolazione mondiale. Tuttavia, quello che sappiamo sulle altre malattie non offre molto supporto all’idea che la COVID-19 scomparirà improvvisamente con l’affacciarsi della primavera.
Malattie diverse hanno modelli epidemiologici diversi. Alcune raggiungono il picco all’inizio o alla fine dell’inverno, altre in primavera, estate o autunno. Alcune malattie hanno picchi stagionali diversi a seconda della latitudine. Numerose, poi, non hanno alcun ciclo stagionale. Quindi, nessuno sa se il SARS-CoV-2 cambierà il suo comportamento in primavera.
Anche per le ben note malattie stagionali, non è chiaro il motivo per cui aumentano e diminuiscono durante l’anno solare. I ricercatori stanno testando una moltitudine di teorie. Molti si concentrano sulle relazioni tra l’agente patogeno, l’ambiente e il comportamento umano. L’influenza, ad esempio, potrebbe prediligere l’inverno a causa di fattori come umidità, temperatura, persone più vicine o cambiamenti nelle diete e nei livelli di vitamina D. Anche il sistema immunitario umano può cambiare con le stagioni, diventando più resistente o più suscettibile a diverse infezioni in base alla quantità di luce alla quale sono esposti gli individui. Michaela Martinez spera di scoprire come l’illuminazione artificiale possa influenzare il sistema immunitario.
Al di là della domanda urgente di cosa aspettarsi dalla COVID-19, sapere cosa limita o promuove le malattie infettive in particolari periodi dell’anno, potrebbe indicare nuovi modi per prevenirle e/o curarle.
Quattro coronavirus umani che causano raffreddori e altre malattie respiratorie suggeriscono indizi importanti. Tre hanno una tipica stagionalità invernale con sporadici casi in estate. Questi tre virus si comportano essenzialmente come l’influenza.
Ciò non significa che lo farà anche il SARS-CoV-2. Il virus può chiaramente trasmettersi in climi caldi e umidi. La diffusione della COVID-19 in aree che andavano da fredde e secche a quelle tropicali, ha riscontrato una trasmissione sostenuta ovunque. Tuttavia, altri studiosi affermano che la trasmissione sostenuta sembra verificarsi solo/prevalentemente in specifiche bande del globo che hanno temperature comprese tra 5°C e 11°C e un’umidità relativa compresa tra il 47% ed il 70%.
In conclusione, al momento nessuno sa se l’umidità in aumento, l’allungamento delle giornate o qualche effetto stagionale ancora insospettato verranno in soccorso o se l’umanità dovrà affrontare la pandemia senza alcun aiuto dalle stagioni.

J Choen. Dozens of diseases wax and wane with the seasons. Will COVID-19?. Science. 13 MAR 2020.
doi: 10.1126/science.abb7234

Dr. Giovanni Ghirga