Cupinoro, Università agraria di Bracciano sotto accusa

BRACCIANO – Si è svolta martedì scorso, 17 ottobre, presso il Comune Bracciano, un’importante assemblea convocata dal Movimento Fermiamo Cupinoro, alla quale hanno partecipato oltre ai movimenti, ai comitati ed alle associazioni, anche i rappresentanti istituzionali dei Comuni del territorio (Bracciano, Ladispoli, Cerveteri, Anguillara Sabazia, Trevignano Romano, Manziana e Canale Monterano) per ribadire il fermo no del territorio al progetto del nuovo impianto previsto a Cupinoro. Una struttura che nelle intenzioni prevede un Trattamento meccanico biologico da 130.000 tonnellate anno e un impianto Biogas da 33.000 tonnellate l’anno.
Unica grande assente, rilevano dal Comitato Fermiamo Cupinoro, la principale protagonista della vicenda: l’Università Agraria di Bracciano, proprietaria dei terreni su cui dovrebbero sorgere gli “ecomostri”.
Nel corso dell’assemblea – riferiscono dal Comitato – si è appreso, con rabbia e stupore, che sembrerebbero già stati stipulati accordi tra l’Ente e il curatore fallimentare della fallita Bracciano Ambiente che avrebbero pattuito, per l’affitto dei terreni, la cifra di 296.000 €/anno. Vorremmo ricordare all’Università Agraria quali sono i suoi compiti in relazione alla tutela dei terreni di sua proprietà che, tra l’altro, sono sottoposti a numerosi vincoli di cui, il più importante, è quello relativo agli Usi Civici. E’ un vero paradosso che un Ente preposto alla tutela e alla salvaguardia di intere porzioni di territorio, vocate all’agricoltura, decida, senza neanche consultare i cittadini soci dell’Ente stesso, di proseguire in un’attività che non le è consentita e che la comunità non vuole. Si possono barattare 296.000 € con la distruzione di un territorio e con la salute dei cittadini?”.
“Chiediamo all’Università Agraria di Bracciano – concludono dal Comitato Fermiamo Cupinoro – di esprimersi con chiarezza e trasparenza rispetto alla decisione che dovrà necessariamente prendere laddove l’asta venga aggiudicata e i permessi per realizzare gli impianti fossero validi. Chiediamo che tale espressione di volontà sia corredata da un’apposita delibera di Consiglio, al quale crediamo debbano partecipare tutti cittadini. Non è più tempo dei giochetti ormai noti a tutti noi, tantomeno di fughe dalle proprie responsabilità, soprattutto se queste riguardano la tutela del bene comune”.

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