Chiusura in grande stile per il Rockin Cura

CURA DI VETRALLA – Chiusura in grande stile, ieri sera, per il Rockin Cura, il festival musicale che per tre giorni ha portato in concerto nella frazione di Vetralla alcuni fra i nomi più interessanti della scena indipendente italiana.

Bella la risposta di pubblico, nonostante la serata umida e fredda, con un’atmosfera inevitabilmente in crescendo. A scaldare (per bene) i primi presenti ci ha pensato il giovane VOLTA: un progetto sicuramente da seguire, che mischia un senso di nostalgia tipicamente tardo-adolescenziale a uno sguardo più maturo, una matrice pop a una più spigliatamente trap. Più in là è stata la volta dei Siberia, una delle poche band in Italia che, attualmente, si è lanciata con coraggio nella (ri)scoperta di un genere un po’ abbandonato come la new wave, smarcandosi anche da una facile etica della tristezza oggi tanto in voga. È l’ultima data della loro tournée, e dal vivo non deludono: compatti, scenici e sofisticati negli arrangiamenti, ricreano sul palco un’atmosfera dark che cattura davvero tutti.

In ogni caso, il più atteso era lui, Lorenzo Urciullo in arte Colapesce, headliner del festival. Insieme alla sua Infedele Orchestra ha ripercorso i brani del suo ultimo album, “Infedele”, fino ai classici del suo repertorio, come “Reale”, “Restiamo in casa” e “S’illumina”. Uno show studiato nel dettaglio, ma che è riuscito comunque a prendersi la libertà di piccole improvvisazioni, in cui l’indie pop è più volte finito a contatto col cantautorato. In questo senso, Colapesce si è preso persino la libertà di fare due cover: “Segnali di vita” di Battiato e “La canzone dell’amor perduto” di Faber. Due momenti in cui il cantante si è spogliato della sua band, eseguendo gli omaggi in formazione minimale con intorno un silenzio assordate del pubblico. Nonostante, infatti, tutti le conoscessero, nessuno ha avuto il coraggio di cantarle, segno di quanto l’atmosfera fossero emotivamente satura. Bello.

 

Patrizio Ruviglioni