Buon Anno alle “Democrazie”

Il 2024 è pronto a salutarci e noi lo accogliamo con le più grandi violazioni dei diritti umani mai perpetrate nella storia . Un bel passo avanti per le “moderne democrazie”. Scrivere un generico appello alla pace e al rispetto degli esseri umani sarebbe stato sufficiente per chi ama non prendere mai posizione. La nostra testata è sempre stata, nel suo piccolo, libera e indipendente. Questo ha significato negli anni numerose denunce per diffamazione, le quali, tranne quelle ancora pendenti, si sono tutte chiuse per assoluzione o archiviazione. Non è facile continuare ad essere una penna libera quando il colpo ti viene sferrato non per ristabilire la verità ma per mettere un bavaglio. Non è facile quando sei una piccola testata e il colpo è ben piazzato dal Golia di turno. Ma non ci siamo mai arresi. Continueremo a fare un giornalismo libero e indipendente con la passione che solo le “parole libere” sanno trasmettere, perché non è solo un nostro diritto ma è soprattutto un nostro dovere: l’opinione pubblica ha diritto ad una stampa indipendente, la deve pretendere. La violazione di questo principio è una violazione dei vostri diritti indipendentemente dalle opinioni personali. Non possiamo quindi chiudere l’anno senza prestare attenzione a quello che sta accadendo. Nessuna prigione, terra o sofferenza è troppo lontana per non pensare che altri esseri umani, fatti di ossa, carne, sangue, anima e sentimenti esattamente come noi stanno pagando il prezzo di un potere deviato dal suo scopo iniziale: quello di tutelare e non di distruggere. Nessuna prigione, terra o sofferenza è così lontana da pensare che noi siamo e saremo sempre al sicuro. La complicità è totale, l’indifferenza non è meno colpevole.

Tra le più grandi violazioni dei diritti umani perpetrate dalle “moderne democrazie” quella che sta subendo Julian Assange è oltre lo scandalo mondiale ma in pochi ne parlano.  Assange è un giornalista che sta scontando una pena in un carcere di massima sicurezza da oltre 4 anni senza che ci sia stata una sentenza. E’ privato della sua libertà personale da oltre 10 anni. Si trova nel carcere di Belmarsh nel Regno Unito, “democrazia occidentale”, e gli Stati Uniti, altra “democrazia occidentale”, ne hanno chiesto l’estradizione per sottoporlo ad un processo per il quale rischia 175 anni di carcere. Quali sono i crimini commessi da Assange? Ha pubblicato e fatto conoscere all’opinione pubblica mondiale i video, i diari e i documenti segreti sui crimini di guerra commessi dagli Stati Uniti durante la guerra in Iraq e in Afghanistan e non solo. Ha svelato i segreti del Potere, ha scoperchiato il vaso di Pandora perché le persone hanno il diritto di conoscere e di sapere. Julian Assange ha fatto quello che ogni giornalista dovrebbe fare “ un giornalismo libero, un’informazione corretta e indipendente”. Uno Stato che pensa di poter rimanere impunito, uno Stato che pensa di non dover rendere conto dei propri crimini è uno Stato che fa paura. Non saranno le Istituzioni a salvare Assange, non saranno i governi, sarà l’opinione pubblica che decide di esercitare i suoi diritti nei confronti di chi dovrebbe tutelarli e non sopprimere.

Tanti Julian servirebbero oggi per raccontare quello che sta succedendo in Palestina perché chi ci sta provando è vittima della “verità”. Oltre 100 giornalisti hanno perso la vita dall’inizio del conflitto tra Israele e Hamas, non considerando i famigliari morti insieme a loro. In nessun conflitto si era mai raggiunto un numero tale di reporter  uccisi. Garantire il diritto di informazione è fondamentale, rappresenta una tutela anche per i civili. Sapere cosa succede nella più grande prigione a cielo aperto mai esistita, la striscia di Gaza, permette all’opinione pubblica di alzare la voce, di provare sdegno, di condannare i carnefici, ritirare loro il mandato e chiedere processi per crimini contro l’umanità. Il genocidio che si sta portando avanti con il silenzio dell’occidente è criminale. Oltre 11.500 bambini sono stati uccisi, quasi 6.000 donne, oltre 20.000 vittime in due mesi e mezzo di conflitto. Ospedali bombardati, medici uccisi, organizzazioni umanitarie colpite in nome di una “vendetta” che sembra non avere limiti ai danni di un popolo la cui colpa è quella di esistere. L’ipocrisia si veste a festa durante le sedute dell’ONU, quando gli esportatori di valori occidentali pongono il veto su risoluzioni che chiedono un cessate il fuoco nella striscia di Gaza o quando l’occidente si astiene, così come ha fatto più volte l’Italia, condannando altri bambini, donne e civili a essere dilaniati da bombe fabbricate da Stati le cui Costituzioni o Carte fondamentali ripudiano la guerra. La vita di esseri umani tra cui bambini si affida al gioco di parole “se non condanni Hamas esplicitamente”, come se l’essere contro la guerra e mostrare umana empatia non contenga di per sé qualsiasi forma di condanna a violenza e sterminio di innocenti. Chi usa la guerra come arma di potere nello scacchiere mondiale è solito fare questioni di lana caprina, purché si continui.

Non ci sarà mai pace per il Donbass, per gli ucraini usati come carne da cannone, per gli afghani e per tutti i popoli ostaggi di “moderne democrazie” se non attraverso il coraggio, il nostro coraggio.

Noi auguriamo alle “democrazie occidentali” un buon anno nel miglior modo in cui sappiamo fare “come stampa libera”