CIVITAVECCHIA – E’ del 5 maggio 2020 la delibera n. 19 con cui l’Università Agraria di Civitavecchia asserisce che le attestazioni rilasciate ai cittadini sulla base della perizia Monaci hanno mero “valore endoprocedimentale” e che “l’oggetto dell’attestazione non è costituito dalla natura giuridica del bene, ma unicamente dalle risultanze di verifica esistente agli atti”.
L’Università, quindi, prende atto di quanto la Regione Lazio ha ribadito nella lettera inviata all’ente in data 5 marzo 2020 riguardo il rilascio delle attestazioni. Cosa puntualizzava la Regione all’Università Agraria di Civitavecchia? La lettera, a firma dell’Ing. Mauro Lasagna e di Massimo Maria Madonia, ribadiva che la ricognizione catastale del Dott. Monaci, non essendo ancora esecutiva, non è uno strumento valido ai fini del rilascio di attestazioni e/o certificazioni in ordine all’esistenza o meno del gravame di uso civico, e quindi ha mero valore endoprocedimentale. Tali attestazioni pertanto non hanno alcun valore legale.
I cittadini però in caso di vendita di immobili sono obbligati a spendere 100 euro per avere un’attestazione senza alcun valore altrimenti non è possibile stipulare il contratto di vendita. Di fronte alla dichiarazione dell’Università Agraria nella delibera 19 la classe dei notai cosa pensa di fare? Obbligare i proprietari di immobili a spendere soldi per attestazioni inutili o per affrancazioni o conciliazioni sulla base di una perizia che la regione non ha ancora approvato e sulla cui base non si possono rilasciare attestazioni è fuori da ogni logica per essere buoni. Molti cittadini hanno dovuto fronteggiare un consistente esborso economico trovandosi un’immobile gravato da uso civico dalla mattina alla sera. Per le conciliazioni alcuni hanno dovuto pagare anche 8 o 9 mila euro, per l’affrancazione centinaia di euro: il danno economico è evidente . Molti altri, invece, non hanno più potuto vendere perchè quello che ieri era libero il giorno dopo l’Università Agraria l’ha dichiarato gravato. Persone finite nelle maglie di una complicata legge la cui unica soluzione per uscirne fuori, ad oggi, è sborsare un sacco di soldi.
Chiediamo ai notai: gli atti di compravendita stipulati su una attestazione che fa riferimento alla perizia Monaci sono validi? In molti hanno acquistato un appartamento o altro bene immobile su una perizia che ancora non ha alcun valore legale; e se domani si ritrovassero ad aver acquistato un immobile gravato? Chi risarcirà i cittadini dei danni subiti? A questo punto capire il senso di chiedere ancora l’attestazione sugli usi civici al momento del rogito è difficile da comprendere.
Per quanto riguarda l’Università Agraria, a chi oggi va a spendere una considerevole cifra per poter disporre liberamente del proprio bene immobile, comunicherà che la procedura viene effettuata sulla base di una attestazione che non ha valore legale? Per chi invece ha già speso e anche molto, l’Università restituirà i soldi? Verrebbe da dire che è un costume tipico italiano e che da noi ha sempre funzionato così e così sarà: pagano sempre i cittadini. Qualcosa deve cambiare.