Mensa. Petrelli: “Il problema vero è la base d’asta del servizio”

mensa scolasticaCIVITAVECCHIA – Dopo Patrizio De felici anche Vittorio Petrelli si unisce alle nuove critiche sulla mensa scolastica accusando di scarsa chiarezza l’Amministrazione comunale nonostante gli impegni assunti con sindacati e rappresentanti dei genitori. In particolare la gara di appalto del servizio a lasciare piuttosto perplesso il Consigliere comunale dell’Idv, che ne individua alcune criticità.
“Il capitolato d’appalto originario – spiega Petrelli – approvato dalla Commissaria Iurato con Determina del 1200 del 5/6/2007 prevedeva un prezzo a base d’asta di € 5,29 per pasto, per un importo complessivo presunto di € 5.078.400,00 (e con un giusto peso tra costi e qualità). Il capitolato è stato annullato dalla nuova e subentrante giunta Moscherini, annullato il precedente ed approvato il nuovo capitolato con Delibera n.138 del 05/09/201, infatti il prezzo a base d’asta è stato elevato a 5,65, elevando l’importo complessivo presunto a € 6.110.000,00 (con un peso preponderante sulla qualità). Questa decisione appare incomprensibile se si considera che, già allora, si praticavano prezzi pari a € 4,10 nei comuni del comprensorio. C’è da considerare che fino ad allora, anche a Civitavecchia, il costo per pasto era di circa € 4,00, se è vero che la spesa totale per il servizio mensa nel 2007 era stata pari a € 745.172,50. Una cifra, come si può vedere, nettamente inferiore a € 1.129.764,11 del 2008 con la nuova ditta subentrata. Di conseguenza il risultato certo è una voce più pesante per il bilancio comunale, che adesso, con le tariffe stabilite dall’attuale delibera, diventa molto più onerosa anche per le famiglie. Parliamo di circa 2.000.000,00 di euro per l’intera durata del contratto. E’ quindi comprensibile come, con un importo a base d’asta così elevato, la ditta che si è aggiudicata l’appalto Solidarietà e Lavoro Socoop, la società Sodexo, una ditta mondiale che si è aggiudicata l’appalto al comune di Cerveteri, come pure le altre ditte interessate, non avrebbero potuto offrire un prezzo simile a quello praticato a Cerveteri 4 euro ed ancora vigente nonostante si sia andato in proroga altri 3 anni, in quanto avrebbero rischiato l’esclusione dalla gara per ‘offerta anomala’”.
Secondo Petrelli, insomma, l’importo a base d’asta è la causa principale di un così elevato prezzo di aggiudicazione.
“La Corte dei Conti – aggiunge – Sezione di controllo per la Regione Sardegna, a seguito di un indagine di controllo sulla gestione delle mense scolastiche dei Comuni con popolazione superiore ai 10.000 abitanti della Provincia di Cagliari, in relazione al costo del singolo pasto nelle scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di I grado, ha rilevato differenze sensibili tra un Comune e l’altro, che, secondo la suddetta Corte dei Conti, potrebbero riflettersi sui prezzi a base d’asta. E’ davvero inquietante che sia stato fissato un prezzo a base d’asta superiore del 50 o 60 % del prezzo per pasto fino ad allora praticato a Civitavecchia, così come anche nelle altre città. Inoltre, il capitolato della Iurato prevedeva un punteggio massimo per l’offerta economica del 60% ed il restante 40% per l’offerta tecnica. Successivamente, il capitolato è stato modificato, ed all’offerta tecnica è stato attribuito il punteggio massimo del 70%. Questo significa quindi una maggiore incidenza di questo parametro sull’esito della gara tant’è che la gara è stata affidata con un prezzo di 5,64 a fronte di 5,65, ossia solo un centesimo in meno del prezzo a base d’asta! Ora è importante sapere che la valutazione dell’offerta tecnica è un parametro meno oggettivo di quello economico e così i dubbi rimangono tutti”.
“In tutta questa situazione – conclude – va aggiunto che la qualità nei pasti non ha avuto riscontro pratico nello svolgimento del servizio, tanto che alcuni giorni fa un genitore dichiarava che per il plesso di Collodi di via Adige i bambini sono stati costretti a portarsi sia il parmigiano che l’olio per condire il riso. Cosa si intende per qualità del servizio? Eppure, l’allora assessore alla pubblica istruzione, Attilio Bassetti, aveva dichiarato, come ancora oggi verificabile in qualche articolo sulla rete, che si era puntato sulla qualità e non sul prezzo. La qualità è rimasta la stessa degli anni passati. Alla luce di quanto sopra, si comprende l’atteggiamento di quei genitori, che non hanno ancora pagato la mensa e che non vogliono pagare un prezzo così elevato, superiore a quello degli altri Comuni, per gli ‘errori’ di un’Amministrazione che invece sembra voler continuare a mungere i contribuenti”.