Marino: “Strana la presenza del policloruro di alluminio”

pasquale marinoCIVITAVECCHIA – Che l’acqua di Civitavecchia periodicamente risulta non potabile per la presenza di colibatteri o poliuretani o arsenico o trialometani o fluoruri ecc. è risaputo e che per cercare di combattere tale fenomeni si ricorre al miscelamento delle cinque fonti di approvvigionamento che riforniscono la città (Siit, Acea, Nuovo Mignone, Oriolo, Medio tirreno) o ricorrendo al classico impiego dell’ipoclorito di sodio (la comune varichina), ma che dalle analisi effettuate dalla Asl si rilevasse un acido come il policloruro di alluminio è sorprendente. Un inquinamento del genere non si era mai verificato in precedenza.
I cittadini si aspettano che l’assessore competente chiarisca le vera causa della presenza di questo acido che sta creando tanti disaggi alla popolazione; spieghi se si è trattato di errore nell’uso di sostanze non idonee a rendere potabile l’acqua o se si tratta cause naturali non prevedibili e cosa si è fatto o si sta facendo per eliminare il policlururo di sodio dalle condutture. Finora l’acqua della città quando superava i limiti di potabilità stabiliti dalle norme creava disagi si , ma almeno poteva essere utilizzata previa bollitura. Ricordiamo che con questo tipo di inquinamento l’acqua non può essere utilizzata neanche per cucinare o per farsi un caffè. (Sembra che diversi cittadini hanno subito disturbi gastrici con vomito.)
Sono deboli le giustificazioni lette sui media locali che attribuiscono l’inquinamento sia ai mancati lavori di manutenzioni alla rete idrica e soprattutto all’impianti di Monte Augiano che si trova nel Viterbese sia ai fumi delle centrali elettriche del territorio ed ai fumi delle navi in presenti in porto. Non si può sostenere che ci sono state infiltrazione nella rete idrica per la massiccia presenza di alluminio che si è depositato sui terreni del comprensorio che inquinerebbero le falde acquifere. Vogliamo ricordare che l’acqua della città arriva attraverso cinque acquedotti che partono tutti da territori lontani da Civitavecchia. Forse in questo caso la responsabilità è attribuibile all’uso non corretto di additivi che ha prodotto la presenza del policloruro di alluminio che non si riesce ad espellere dall’acqua con la semplice bollitura, quindi si raccomanda a tutti di usare la massima cautela finché le Autorità competenti non comunicano che la situazione è tornata alla normalità.
Infine chiediamo all’Amministrazione Comunale, sempre in tema di inquinamento, cosa si sta facendo per la riduzione dell’arsenico e fluoruri eccedenti i parametri previsti dalla direttiva europea n.98/83 la cui proroga scade il 31 dicembre 2012.

Pasquale Marino – componente Pdl Civitavecchia