Licenziamenti in massa per i dipendenti del Consorzio Unisan?

SANTA MARINELLA – Licenziamenti in massa per i dipendenti del Consorzio Unisan? E’ il preoccupante interrogativo che pone il circolo Prc-Rivoluzione civile di S. Marinella all’indomani dell’incontro tenutosi il 7 febbraio scorso in Regione, nel quale l’amministrazione del Consorzio ha confermato la sua volontà di prorogare la cassa integrazione per 46 cassaintegrati, più i successivi 14, fino al 30 aprile 2013. “E dopo? – si domandano dal Prc – Cosa accadrà? Nel frattempo Unisan chiede a tutti i cassaintegrati di ‘consumare’ le ferie maturate. La scadenza della cassa integrazione sarà confermata il 14 febbraio, data in cui i sindacati esprimeranno il loro definitivo parere.
Per il Consorzio nessuno verrà quindi riassorbito tra i lavoratori in Cigs a zero ore (i quali sono a casa dall’aprile 2010), neanche tra coloro che si sono riqualificati a proprie spese. Si continua invece ad assumere, alla spicciolata e senza dare nell’occhio, personale a progetto. La decisione, che getta i lavoratori nello sconforto più totale in quanto equivale ad un licenziamento di massa in primavera, va esattamente nella direzione opposta a quanto espresso dai sindaci del comprensorio. Mozioni comunali indirizzate alla Regione Lazio chiedono di reinternalizzare i servizi sanitari presso la Asl e di riassorbire il personale riqualificato, come da accordi sottoscritti e firmati in sede Regionale nell’aprile 2010”.
Secondo il Prc “il sottodimensionamento degli organici e la pessima gestione della struttura da parte di Unisan non assicura gli standard del servizio stabiliti dalla legge, come accertato fin dal 2009 dal Nucleo operativo dei Carabinieri dei Nas di Roma. L’Associazione Genitori Utenti Disabili ha protocollato il 4 febbraio presso il Comune di Civitavecchia la richiesta di convocare una Conferenza dei Sindaci del Comprensorio, con particolare riferimento al centro per disabili psichici di S. Severa. Anche le famiglie ritengono che uno sperpero indecente di denaro pubblico sia sotto gli occhi di tutti, sotto forma di cassa integrazione collettiva e di corsi obbligatori quanto inutili per i cassaintegrati, i quali meglio sarebbero impiegati nello svolgimento delle mansioni a cui erano preposti invece che posteggiati a spese della collettività”.
Per il Prc-Rivoluzione civile la soluzione permane quella proposta da tempo: porre fine alla sanità in appalto, “madre degli sprechi nella sanità regionale”.