Le patacche

parco enelCIVITAVECCHIA – Finalmente dal Ministero dell’Ambiente arrivano risposte chiare, anche se non certo rassicuranti per la città. Risposte, quelle giunte ad una missiva del Consigliere comunale dell’Idv Vittorio Petrelli del 14 febbraio scorso, in cui viene confermato come molti degli impegni sottoscritti dall’Enel quali compensazioni ambientali per i lavori di riconversione di Tvn sono rimasti ad oggi carta straccia. Primo tra tutti il famoso bosco di 40 ettari che, riferisce il Ministero dell’Ambiente dopo aver interpellato l’Enel, ad oggi non può essere realizzato in quanto nel sito prescelto sono presenti circa 327.000 metri cubi di materiale dragato che né l’azienda elettrica né l’Autorità portuale sanno come smaltire, dato che i lavori di realizzazione della Darsena traghetti, su cui potevano essere riversati, sono ancora ben lungi dal cominciare. Domanda: ma non ci si poteva pensare prima? Fatto sta che, per quanto l’Enel abbia cercato di chiedere soluzioni alternative per realizzare il bosco, a ben 8 anni di distanza dall’approvazione della Via, il Ministero sembra stavolta essere categorico. Nella nota inviata a Petrelli fa infatti sapere che “in considerazione dei tempi necessari all’individuazione, progettazione ed approvazione di soluzioni alternative, non più conciliabili con l’esigenza di dare agli interventi in questione ha chiesto ad Enel Spa di procedere senza indugi secondo il progetto a suo tempo approvato”.
Seconda questione è poi quella del porticciolo da diporto; ed anche in questa caso la prescrizione ambientale risulta palesemente inottemperata. Sempre il Ministero dell’Ambiente fa infatti sapere che “l’Autorità Portuale ha fatto presente che la Capitaneria di porto ha espresso parere non favorevole alla realizzazione dello scalo diportistico per ragioni di sicurezza. L’Enel ha richiesto il riesame delle prescrizioni in oggetto. Il Ministero dell’Ambiente ha chiesto ad Enel facendo presente che l’impossibilità di realizzare il porticciolo da diporto rende necessaria l’individuazione di interventi di ugual misura”.  In questo caso però, secondo Petrelli, “il ministero disconosce che in realtà quella compensazione risponde ad un problema di ordine materiale oltre che ambientale.
Per cui oltre ad informare i diportisti li chiamo all’appello perchè facciano sentire la loro voce ed importante prima che sia troppo tardi. Muoviamoci prima che sia troppo tardi o qualcuno decida per noi”.
Rimane il fatto, sempre più evidente, che gran parte di quelle garanzie e promesse regalate ai cittadini per fargli ingoiare la riconversione di Tvn rimangono ad oggi bolle di sapone. Che fine hanno fatto i gli scalpitanti garanti entusiasti del carbone?