La grande fuga

la grande fugaCIVITAVECCHIA – Poche sorprese sul copione andato in scena questa mattina all’aula Pucci nel corso del Consiglio comunale autoconvocato dall’opposizione per chiedere lumi al Sindaco sui criteri di assegnazione delle casette di legno. Chi conosce bene Moscherini sapeva già che il Consiglio non si sarebbe svolto o, quanto meno, che non ci sarebbe stata alcuna discussione. E così è stato. Il Primo cittadino si è infatti presentato all’aula Pucci prendendo per primo la parola e difendendo strenuamente il suo operato, definito anche stamane “limpido e a difesa delle famiglie povere di questa città”; quindi, dopo aver chiarito che non intendeva sottoporsi ad un “processo politico”, una volta terminato di parlare ha abbandonato il Consiglio seguito immediatamente dai suoi più stretti e fedeli consiglieri, per quanto si siano registrate le defezioni di Cappellani, Scotti, Iacomelli, Fiorentini e, a sorpresa, Di Marco. Risultato: Consiglio comunale sciolto per mancanza del numero legale e polemica che è subito infuriata all’interno dell’Aula Pucci con urla e proteste dei numerosi cittadini, tra cui diverse famiglie rimaste escluse dall’assegnazione delle case di legno, intervenute nella vana speranza di avere una qualche risposta ai tanti dubbi di questi mesi.
Un’altra pagina da dimenticare, insomma, per la massima assise cittadina, con lo scontro politico che subito infuria. “Il solito atteggiamento sordo e autoritario del Sindaco – il commento del Capogruppo Pd Marco Piendibene – che prima ha raccontato in un monologo tante bugie,  e poi si è sottratto al confronto seguito dal solito codazzo”. Ancora più dura la presa di posizione della segretaria del Prc Valentina Di Gennaro: “Una città ormai in balia di una guerra tra poveri.  Una amministrazione incapace di gestire le proprie malefatte. Per l’ennesima volta il Sindaco e la sua maggioranza disertano il consiglio comunale sulla questione delle casette di legno lasciando senza risposta e senza confronto tutta la città. Nonostante l’indagine in corso e tutta l’opposizione (e non solo) a chiedere chiarezza, questo sindaco risponde con la solita arroganza sottraendosi al più sacrosanto dibattito democratico. Le sue dimissioni a questo punto diventano una questione dirimente per il futuro della nostra città”.
Difende invece il comportamento del Sindaco l’Assessore Gino Vinaccia, secondo cui quello odierno è stato un “Consiglio comunale sbagliato per una serie di motivi”. “Intanto – afferma – perché ci troviamo in pendenza di un procedimento giudiziario e quindi chi lo ha ideato o dimostra di non avere fiducia nell’operato della magistratura o peggio ancora tenta di influenzarne il giudizio. Sbagliato nella forma, perché per chiedere chiarimenti in ordine a questioni politiche e/o amministrative ci si rivolge al Sindaco e/o all’Amministrazione Comunale con lo strumento della mozione o dell’interrogazione, così come previsto dalle norme vigenti. Sbagliato nella sostanza, perché dimostra che la richiesta di questo consiglio comunale nasce non già dal proposito di affrontare e di confrontarsi sul tema dell’emergenza abitativa, ma dalla volontà della sinistra di aizzare lo scontro sociale speculando sui bisogni della comunità, con la conseguenza di generare una guerra tra poveri, in coerenza con la vecchia logica del tanto peggio tanto meglio”.