“Inquinamento delle navi: è ora di farsi sentire”

inquinamento portoCIVITAVECCHIA – Quando si votò per la riconversione a carbone di Tvn, e Petrelli lo dovrebbe ricordare bene perchè fu tra coloro che  votarono a favore, tra i motivi di contrarietà si addusse la considerazione che i quattro milioni di tonnellate di carbone bruciati ogni anno a Tvn si sarebbero aggiunti all’inquinamento derivante da Tvs, dal traffico automobilistico ed al sempre più intenso traffico marittimo. A fronte di ciò venne rimarcata la difficoltà dei controlli, la carenza assoluta delle centraline di rilevamento, le perplessità sulla loro gestione e, non ultima, la capacità manipolativa dei poteri forti. Tutto si è puntualmente verificato. Le centraline funzionano a “corrente alternata”, l’Arpa ha difficoltà non solo operative ma anche economiche, per l’Osservatorio ambientale tutto va bene madama la marchesa e con la complicità della nera notte accade spesso di vedere minacciose nuvolaglie levarsi verso il cielo.  Anche stamane, il nostro cielo ed i nostri polmoni si sono riempiti di un fumo giallo-nerastro che ammorbava l’aria e che la Snav, alla quale assegniamo per l’ennesima volta il “ Fumaiolo nero”, emetteva in maniera impressionante mentre era ancora nel porto. Sembra quasi che lo si faccia intenzionalmente; non si spiega altrimenti che altre navi, anche in manovra di entrata o di uscita, non ammorbino l’aria nella stessa maniera. Se l’avidità prevale sul bene comune, le uniche risposte possibili sono la legge e la mobilitazione popolare. Questo non è più soltanto un vago problema ambientale; quel fumo danneggia la nostra salute, ci uccide più o meno lentamente e questo non è tollerabile. Se il reato ambientale non è adeguatamente perseguibile (basta pagare una multa e passa la paura), la minaccia alla salute lo deve essere anche in nome di quel principio di precauzione che la normativa europea contempla per tutte quelle attività che possono comportare un rischio per la salute umana. E se l’evidenza scientifica dimostra in maniera inequivocabile che i prodotti della combustione danneggiano la salute, chi provoca quei fumi in maniera così massiva e così concentrata nel tempo va perseguito. E’ nostro dovere di cittadini sostenere l’azione delle forze dell’ordine e della magistratura non solo fornendo continuamente documentazione degli abusi commessi, ma anche organizzando una grande mobilitazione popolare a supporto della loro azione e per  far  sentire a tutti la nostra indignazione .Dobbiamo alzare la testa altrimenti non ci sarà tavolo tecnico che tenga. Quello della salute è un diritto non una gentile concessione di qualcuno. L’elettrificazione delle banchine deve essere imposta perchè il popolo la pretende. Nel porto e nelle sue vicinanze le navi devono bruciare gasolio e non monnezza. Parafrasando Kennedy, non chiediamoci cosa l’Autorità portuale (non in grado di incidere sensibilmente sulla questione come confermatomi dal suo presidente) o chiunque altro possa fare per noi, ma chiediamoci cosa noi possiamo fare per la comunità. Cominciamo con il farci vedere e sentire con una bella manifestazione di protesta.

Marco Di Gennaro – Segretario Udc