Il Pd prova a lanciare la sua alternativa

vannino chitiCIVITAVECCHIA – Successo di pubblico per l’iniziativa “Il Pd che vorremmo”, organizzata dal circolo locale del Partito democratico e svoltasi ieri in un’aula Pucci gremitissima in cui si sono infatti confrontati il senatore Vannino Chiti (nella foto), l’onorevole Pietro Tidei, l’assesore provinciale Rita Stella, il capogruppo Marco Piendibene, il coordinatore provinciale Daniele Leodori e il segretario locale Patrizio De Felici.
Proprio De Felici ha aperto i lavori attaccando duramente l’Amministrazione comunale: “Casi come quello della Marina, o del mercato, costituiscono esempi di mala amministrazione, di dilettantismo sfacciato che non fa bene alla città; la risposta proviene invece dalla buona politica, che noi dobbiamo rappresentare contro il fallimento delle destre targate Moscherini, per riavvicinare i cittadini alle istituzioni”. Successivamente i Giovani Democratici di Civitavecchia hanno presentato un video sull’argomento della manifestazione, “Il Pd che vorremmo”, accolto da molti applausi del pubblico e richiamato più volte dai relatori. A chiosare, per i ragazzi, si è registrato l’intervento del segretario Stefano Giannini che ha parlato di “autocritica necessaria”, ma anche di “recupero di fiducia in un progetto politico che è l’unica alternativa possibile e a cui vanno date le gambe dell’entusiasmo, perché si può tornare a vincere”.
Il coordinatore Leodori ha puntato il dito invece sul degrado morale delle istituzioni “che fa la coppia col degrado della società. Oggi – ha affermato – per i nostri cittadini le preoccupazioni più gravi sono quelle che si danno di solito per acquisite in un paese civile come il lavoro. La crisi occupazionale lascia molte famiglie sole in un mare di difficoltà; la politica e il Pd hanno il potere e il dovere di rispondere”.
E’ tornato sul territorio Piendibene, elencando non solo i fallimenti e le promesse mancate dell’amministrazione Moscherini, ma anche il degrago in cui è piombat la città “che fa porre interrogativi sulla presunta abilità manageriale del sindaco, incensato come presidente dell’Autorità portuale forse perché messo in condizioni favorevolissimi dai finanziamenti a pioggia arrivati per il Giubileo. Quando chiamato ad amministrare una realtà complessa come il comune di Civitavecchia l’unica cosa in grado di fare è stata firmare e poi stracciare il libro dei sogni e legare mortalmente il bilancio corrente all’addendum Enel”.
Anche l’assessore Stella è intervenuto sulla politica locale.“Nessuno ha la bacchetta magica – le sue parole – è gravemente demagogico e sa di presa in giro pensare di poter risolvere i problemi di una comunità con promesse vuote” e ha citato in contrappunto l’esperienza della giunta Zingaretti,  “splendida sotto ogni punto di vista, vicina ai cittadini ed apprzzatissima, tanto che la destra non trova di meglio da fare che teppezzare i muri di Roma di manifesti contenenti insulti verso il presidente, colpevole solo di compiere con la sua squadra quella buona amministrazioen di cui loro non sono capaci né a livello regionale né a Roma”.
L’onorevole Tidei ha invece raccontato la sua esperienza parlamentare con una vena di “gattopardismo”, parlando di “senso di scoramento dovuto al fatto che lo scrigno della dempcrazia è piegato alle vicissitudini giudiziarie del premier che non trova il coraggio, la dignità e ela statura politica di dimettersi e di farsi giudicare come un normale cittadino, continuando invece a forzare le istituzioni e a usarle come grimaldello e salvacondotto contemporaneamente”.
Quindi ha preso la parola il senatore Chiti che ha salutato i presenti e ringraziato per l’invito, rivolgendo i suoi complimenti ai Giovani Democratici e parla del ruolo dell’Italia in Europa e nel mondo, “che è sminuito e umiliato dal governo Berlusconi, incapace di dare risposte concrete in tempo di crisi; l’Italia ha delle fragilità in più rispetto agli altri paesi occidentali, il debito al 120% del Pil costringe ogni anno a pagare circa 80 miliardi di euro solo di interessi sul debito, praticamente una finanziaria”. Nel suo intervento il vicepresidente del Senato ha toccato poi anche il tema del lavoro, “diventato una questione sociale e culturale dirimente” poiché “si sta impedendo a intere generazioni anche solo di sperare nella costruzione del proprio futuro” e dell’etica politica e pubblica, poiché “temi come la questione morale tornano oggi alla ribalta e dovrebbero diventare criterio di selezione della classe dirigente e non essere etichettati come vezzi, perché la politica post novecentesca avrà anche messo nel cassetto le ideologie, ciò non vuol dire però che debba ammainare anche gli ideali”. Infine un monito di speranza sull’idea che “l’Italia è migliore di così, c’è un Paese che coraggiosamente affronta la crisi e traina il Paese, e merita di essere rappresentata con autorevolezza”.

Simone Pazzaglia