CIVITAVECCHIA – Finisce anche stavolta con un nulla di fatto, e con la seduta sciolta per mancanza del numero legale, il Consiglio convocato ieri per discutere mozioni ed interrogazioni. Attenzione puntata sulla mozione presentata dalla minoranza, a firma dei Consiglieri Vittorio Petrelli ed Alessandro Manuedda, inerente l’elettrificazione delle banchine portuali. Argomento scottante che non ha mancato, non a caso, di dividere subito le forze politiche presenti all’Aula Pucci determinando in breve l’annullamento della seduta a causa di un mancato accordo sul testo da approvare. I consiglieri di maggioranza, infatti, dopo una breve sospensione, hanno deciso di non rientrare facendo mancare i numeri per proseguire il Consiglio. Diverse a quel punto, e naturalmente contrapposte, le versioni fornite da maggioranza e minoranza sullo stop imposto ai lavori.
“Riteniamo irresponsabile l’atteggiamento tenuto dai rappresentanti della maggioranza – il commento di Petrelli – ma già nel dibattito consiliare non c’erano piaciute alcune riflessioni addotte da consiglieri di maggioranza. Marino: ‘non è competenza del Sindaco’, Vitali: ‘sembra di fare un torto a Monti’, tardive quelle di Cappellani sulla necessità di stabilire un rapporto della città con lo Scalo dopo che il governo da lui sostenuto non ha praticamente fatto niente in questa direzione e le responsabilità diventano maggiori alla luce degli impegni elettorali. Sicuramente non hanno letto la mozione che in sostanza richiama alle proprie responsabilità le istituzioni coinvolte per l’attuazione delle prescrizioni dei Decreti Via ossia la direzione generale Via del Ministero dell’Ambiente che in ben 3 decreti (Decreto VIA n. 2935 del 22/12/1997, n. 6923 del 28/01/2002, 4 del 09/02/2010) hanno prescritto e quindi reiterato per ben due volte l’elettrificazione delle banchine. La città non bisogno né di promesse come quella fatta dal Presidente Monti nell’incontro con il Comitato Nessun Dorma circa l’impegno di realizzare due banchine e che poi è stata omessa nell’audizione ad una commissione regionale che è seguita alcuni giorni quando elencava gli obiettivi prossimi dello Scalo né di Accordi disattesi come quello firmato da Ciani unitamente all’Enel per l’elettrificazione di una banchina. La città – conclude – ha bisogno di atti concreti ma prima di tutto di esponenti politici che non si ritirano davanti alla condivisione di documenti che sollecitano quanto ha stabilito a riguardo il Ministero dell’Ambiente”.
Di diverso avviso il Consigliere del Pdl Annita Cecchi che spiega così la decisione della maggioranza di abbandonare i lavori. “Dalla discussione in aula – sostiene – era chiaro a tutti che il provvedimento legato ai fumi nel porto e all’elettrificazione delle banchine, era chiaramente condivisa da tutti i membri del consiglio. Soprattutto guardando all’operato del nuovo presidente del porto Pasqualino Monti, il quale ha inserito la questione dell’elettrificazione e della riduzione dei fumi inquinanti come uno dei punti del programma da raggiungere. Tuttavia – prosegue la Cecchi – i lavori dell’aula si sono sfaldati attraverso una serie di ragionamenti pretestuosi da parte dell’opposizione che hanno allontanato la discussione dal reale obiettivo, di interesse comune per la città, circa la riduzione dell’inquinamento in porto, tematica dove i colori politici non dovrebbero esistere. La maggioranza, a tal fine, aveva chiesto di rivedere il contenuto della mozione per trasformarlo in un ordine del giorno, sicuramente più incisivo, che potesse essere approvato all’unanimità dal consiglio, facendolo transitare nella commissione ambiente dove sono membri anche i consiglieri Petrelli e Manuedda, firmatari della mozione. Questo non è avvenuto – conclude la Cecchi – perché l’opposizione si è arroccata su motivi più politici che ambientali, perdendo un’altra occasione per fare del bene alla collettività”.