Con l’Italicum collegi elettorali stravolti

CIVITAVECCHIA – Mentre prosegue la discussione politica sul “Patto del Nazareno tra Berlusconi e Renzi” circola la prima bozza di ripartizione dei Collegi plurinominali (con 3/6 candidati) depositata in Commissione Affari Istituzionali della Camera.
Una nuova geografia elettorale che riserva non poche sorprese quella che potrebbe scaturire dalla nuova legge elettorale “Italicum”. Analizzarla nel dettaglio, con specifico riferimento al nostro comprensorio, è l’agenzia Publicom, specializzata in comunicazione pubblica, politica e d’impresa.
“Per quello che riguarda il nostro territorio – commentano gli esperti di Publicom – l’accorpamento dei Collegi Uninominali alla Camera previsti dalla legge del 1993 risulta particolarmente bizzarro e difficilmente se venisse confermato risponderebbe ai criteri di uniformità e rappresentanza territoriale che in molti invocavano nella riforma. Il collegio plurinominale della Camera di Civitavecchia, n. 25, viene infatti accorpato con quello di Monterotondo, n. 26 e quello di Guidonia, n. 27, che spinge quasi fino ai confini con l’Abruzzo. Addirittura al Senato, oltre al naturale apporto di Tarquinia, si aggiunge il collegio n. 22 Roma-Tomba di Nerone. Guardando la mappa si capisce quanto sia insensata questa nuova ripartizione. Verrebbe invece naturale a qualsiasi persona di buon senso pensare all’unione del collegio n. 25 di Civitavecchia con il n. 17 di Fiumicino e il n. 16 del Lido di Ostia, mentre al Senato si potrebbe aggiungere il n. 32 di Pomezia. Così facendo si uniformerebbero territori che già fanno parte di un sistema economico, geografico e sociale che potremmo definire del ‘Litorale Nord’, unito oltre che da una comune vocazione per l’economia del mare (diversi i comuni che fanno parte del network dei ‘porti di Roma e del Lazio’), anche dal punto di vista logistico e degli scambi commerciali. Una divisione già sperimentata con successo anche dal Partito Democratico in occasione delle elezioni primarie”.
“I nostri attuali rappresentanti istituzionali – proseguono – farebbero bene a mobilitarsi per arrivare a una soluzione che permetterebbe in futuro di eleggere deputati che facciano riferimento a un territorio omogeneo sotto molteplici aspetti e quindi di rappresentarne in modo efficace le istanze di sviluppo”.