“Cittadella della monnezza”, il dado è tratto?

progetto discaricaCIVITAVECCHIA – Il  movimento politico “Freedom” ha mostrato, nella conferenza stampa tenuta stamattina, la “prova provata del protocollo d’intesa ‘segregato’ sulla discarica di Allumiere, tra il Comune di Roma e il Ministero della Difesa”. La Coordinatrice Fabiana Attig ha infatti mostrato alla stampa una copia del protocollo 80685, mai apparso prima in maniera ufficiale e materiale. Difficilmente reperibile, né smentito, né approvato pubblicamente da Alemanno, sconosciuto alla Regione, ignorato dai Comuni interessati, il protocollo, firmato dal Sindaco di Roma e dal Ministero della Difesa, prevede un iter iniziato il 13 dicembre scorso e una fase preliminare di sopralluoghi e rilevamenti da concludere entro il 28 febbraio, per poi passare all’attuazione delle fasi di progettazione vere e proprie. Il 28 febbraio è passato da qualche settimana e nessuno sa se il protocollo sia stato bloccato o, in caso contrario, se questi sopralluoghi siano stati davvero svolti. “Come mai all’interno di questo mega progetto ci sono forme attuative urgenti e la Regione Lazio non è stata chiamata in causa se non per un decreto del 2003?” si chiede Fabiana Attig, sottolineando che “grazie alla delibera 110 del 2003 a Civitavecchia non si possono realizzare elementi per produrre e bruciare rifiuti nel comune”. Secondo il movimento “Freedom” quello che si è verificato è un vero e proprio “atto di imperio che il Sindaco di Roma ha voluto fare nel nostro territorio, sorpassando la Regione e non prendendo in considerazione i Comuni interessati”.  Ma a questo punto la Attig si chiede: “Perché l’attuale Amministrazione, e Moscherini nello specifico, che ha vantato una stretta amicizia con Alemanno, non ne sa niente? O millanta amicizie che non ha, o non è ascoltato al di fuori del suo territorio, e ancora, perché al comune non sono riusciti a trovare il protocollo e noi lo abbiamo qui tra le mani?”. Rimane il dubbio che questo protocollo possa in realtà essere perfettamente conosciuto dall’Amministrazione e che sia stato mantenuto segreto volutamente, ma volendo partire dal presupposto della totale buonafede della Giunta Moscherini, allo stato attuale delle cose, occorre comunque aprire gli occhi. Quello che era segreto ora non lo è più, e per questo urge una presa di posizione forte da parte dei Sindaci dei Comuni interessati dal problema della discarica: Civitavecchia ed Allumiere, che dovrebbero, secondo Freedom, “iniziare un’azione congiunta anche con gli altri sindaci del territorio, cominciando da Tarquinia, in linea d’aria il comune più prossimo alla discarica”. “Se Civitavecchia è parzialmente protetta dalla delibera 110 del 2003 – ha aggiunto la Attig – Allumiere si è tirata la zappa sui piedi da sola quando, nel 2006, ha approvato la variante al piano di regolazione che ha permesso il passaggio del territorio attorno alla Farnesiana, ovvero il sito individuato per la sede della discarica, da terreno agricolo a terreno industriale e, per legge, sul terreno industriale è possibile creare delle discariche. Fiumi di inchiostro sono stati scritti di recente su questo problema, ma Alemanno non ha proferito parola, perché?” si chiede Fabiana Attig. Secondo il protocollo, la discarica sarà di 145 ettari e, in linea d’aria, sarà a soli 4 km dal centro di Civitavecchia. La piantina, allegata al protocollo, prevede 7 ettari per la raccolta indifferenziata, 8 ettari per la selezione del multimateriale, 12 ettari per la bioessiccazione, 30 ettari a servizio per la discarica, 19 ettari per la termovalorizzazione, 4 ettari per la ricerca, 42 ettari per la mitigazione e 32 ettari a servizio dell’area chimica militare. L’accordo attuativo tra le parti, secondo il protocollo, doveva essere definito entro il 28 febbraio, ma non si sa se sia stato effettivamente fatto. Inoltre, sottolinea ancora la Coordinatrice di Freedom, “dovrà essere l’Ama a gestire il tutto e nel consiglio di amministrazione dell’Ama ci sono esponenti politici sia di destra che di sinistra, possibile che nessuno sappia niente? L’Ama lavora al problema da qualche anno, ma c’è un silenzio omertoso”. Il movimento Freedom chiede ufficialmente a Moscherini in primis e a Battilocchio poi, di chiarire le cose con Alemanno, di pretendere dal Sindaco di Roma delle dichiarazioni ufficiali anche sul perché la Regione non sia stata interpellata e non sia neanche presente nel protocollo. “Bisogna impugnare la delibera 110 e studiare un modo per ampliarla e potenziarla, estenderla anche ad altri comuni, e farne un sistema di difesa contro questo sopruso della Capitale” ha concluso Fabiana, auspicando di ricevere notizie al più presto da chi di dovere.

Francesca Ivol