C’era una volta il Consiglio comunale

aula pucciCIVITAVECCHIA – Ma esiste un Consiglio comunale a Civitavecchia? A giudicare dagli annunci di quella che si definisce l’Amministrazione “del fare” sicuramente sì. Non passa giorno in cui non vengano annunciati idee, concorsi, progetti, delibere, dando l’idea di una coalizione di governo che gira a mille producendo atti a ripetizione. A giudicare però dalle sedute di Consiglio comunale sembrerebbe invece tutto il contrario. In questo 2011 infatti, quando siamo giunti ormai a marzo, la massima assise consiliare non si è infatti riunita nemmeno una volta. Né nuove sedute sono calendarizzate o quantomeno in programma. Niente di niente. L’ultimo Consiglio comunale risale allo scorso 22 dicembre. E se il Consiglio non si riunisce vuol dire anche che le Commissioni consiliari, che devono vagliare gli atti prima di essere approvati dall’Aula Pucci, evidentemente discutono di poco o niente. Viene da chiedersi: possibile che con dieci Commissioni consiliari in due mesi non ci sia stata la necessità di convocare almeno una seduta di Consiglio? Possibile che non abbiano prodotto alcuna proposta di delibera? L’unica spiegazione è che nelle Commissioni non giunga alcun atto da esaminare. Quindi, di rimando, appare lecito pensare che anche gli Assessori e gli Assessorati producano poco.  Ma allora dov’è l’Amministrazione “del fare”? Possibile che governi questa città solamente attraverso delibere di giunta? Una domanda dalla risposta quasi scontata: no. Perché alcuni provvedimenti , per essere validi, devono gioco-forza ottenere l’approvazione del Consiglio comunale. Ma qui ci troviamo di fronte ad una massima assise che ormai, visti i numeri delle sedute convocate, sembra non avere più alcun ruolo istituzionale ma solo di mera rappresentanza politica; una rappresentanza peraltro il più delle volte assolutamente silenziosa, sul fronte maggioranza, in cui siedono alcuni Consiglieri che dal loro insediamento ad oggi non hanno mai pronunciato un solo discorso dai banchi dell’Aula Pucci. Di qualche consigliere è ignoto anche il timbro della voce. Un Consiglio spogliato delle sue funzioni, svilito nel suo ruolo, sovente e platealmente scavalcato in quelle che dovrebbero essere le sue prerogative di legge e il significato della sua stessa essenza: il dialogo, la discussione e il confronto tra e con i cittadini. Da quanto non si assiste a Consigli comunali aperti o comunque affollati di pubblico? Le scene dell’Aula Pucci gremita di persone, magari anche per discutere con toni accesi e animosi sui problemi della città, sono ormai un lontanissimo ricordo. Ed il fallimento di questa amministrazione e dell’attuale classe politica che ci governa probabilmente è proprio questo: un’Aula Pucci costantemente e desolatamente vuota.

Ma. Ga.