“17 Marzo: riflessioni”

piazza XXIV MaggioCIVITAVECCHIA – La Storia ci dice che il 17 marzo 1861 nasceva l’Italia “unita”: un unico regnante, una lingua unica ancora da creare, delle nuove tasse per i territori “liberati”, il servizio di leva obbligatorio, il controllo del territorio affidato ai presidi permanenti dell’Esercito “territoriale” altrimenti detto “Arma dei Reali Carabinieri” e soprattutto un immenso, infinito problema da risolvere: creare gli Italiani, ovvero la loro identità nazionale, la loro coscienza di “nazione”, smarritasi, nel tempo dopo il crollo disastroso dell’Impero Romano, in cui tali problemi si erano dissolti nel potente collante della “civitas romana”. In merito al 17 marzo, era sorta una “bagarre” nazionale circa l’opportunità  di considerare tale data “festa” a tutti gli effetti: ognuno ha raccontato la sua interpretazione ed ha letto gli eventi secondo una sua particolare visione, sino a giungere a quella “qualunquista” di lasciare carta bianca ad ogni locale amministrazione sul come “celebrare” tale data, poi, in un  nostalgico rigurgito di “ italianità” si è deciso di considerarla “festa nazionale”,  quasi se come prima non lo fosse mai stata perché non compariva “ in rosso” sul calendario: potenza burocratica del colore! Peraltro, poi ci hanno insegnato che il “sogno unitario” si é totalmente realizzato con qualche milione di morti tra il 1915 ed il 1918, dopo i sommessi prima, e tumultuosi poi, mormorii del Piave intorno ad una data fatidica:  il XXIV maggio giorno in cui i gloriosi, oscuri e martirizzati fanti attraversarono, “cantando giulive canzoni di guerra” per dirla alla Manzoni,  il Piave. Oggi, quindi, queste date devono essere considerate “giorno della memoria” perché suggellano definitivamente la realizzazione del sogno risorgimentale… ma sarà poi vero? Per esempio a Civitavecchia il XXIV maggio ha segnato una giornata nera per tutti coloro, coinvolti a vario titolo, nella vicenda dell’edificio dell’omonima piazza: sembra che sarà una nuova Caporetto,  dal punto di vista giudiziario, ed in tal senso trovo che la piazza dovrebbe intitolarsi per coerenza Piazza della XII Battaglia dell’Isonzo! Se ricordo bene, alle superiori ci fecero leggere il Bollettino di Guerra con il quale il Generale Diaz comunicava il 4 novembre 1918 ai quattro angoli del mondo la sconfitta delle truppe austroungariche: “…i resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli, che avevano disceso con orgogliosa sicurezza”. Fece scalpore negli anni tra il 50 ed il  60 la storia di un soldato nipponico dimenticato dalla guerra da solo su di un atollo che ancora attendeva in armi lo sbarco delle truppe americane: analogamente, qui a Civitavecchia, sono in parecchi che ancora in  trincea attendono che qualcuno comunichi loro la fine del conflitto: sono i mercatali che, ancora schierati nella trincea  vicino Piazza XXIV Maggio, attendono la smobilitazione! Ma allora il Comando del Settore di Civitavecchia non sa ancora che  la  guerra é finita: “Tromba  suona  la Sveglia!!!”.

Gabriele Pedrini – Segretario Federale Fiamma Tricolore