“Servono nuove regole per amministrare la città”

comuneCIVITAVECCHIA – Nuove regole amministrative e un confronto per operare nell’esclusivo interesse della collettività. Lo chiede l’associazione “Civitavecchia c’è” che, nel tracciare un bilancio fortemente negativo delle ultime amministrazioni e di quella Moscherini in particolare, traccia il percorso da intraprendere in vista delle elezioni della prossima primavera. Di seguito l’intervento integrale dell’associazione.

“Nel momento in cui si riaprono i giochi sulle prossime elezioni amministrative ci sembra utile riflettere sulla attuale situazione politica senza disdegnare uno sguardo al passato indispensabile per poter programmare un futuro migliore.
Allo stato odierno una cosa è certa, che alle tante promesse da parte di chi ci ha governato non corrisponde un effettivo miglioramento della nostra città ed il relativo benessere dei nostri concittadini.
Se pensiamo al debito attuale del nostro comune, nonostante i tanti soldi ricevuti dall’Enel, sia sotto forma di legge 8, che dalle diverse convenzioni ed accordi stipulati per la torre petrolifera, una domanda nasce spontanea. In base a quale criterio e con quale priorità sono stati utilizzati questi soldi?
Se è vero che i nostri amministratori ed in primis i nostri Sindaci che pur usufruendo degli enormi poteri decisionali conferiti dalla attuale legge si dichiarano, e da taluni vengono dichiarati, grandi manager, c’è qualcosa che non quadra. Anzi non quadra niente se aggiungiamo che nella nostra città la disoccupazione giovanile supera 1/3 della popolazione e che spesso non corrisponde a concetti meritocratici.
Potrebbe essere facile evidenziare le tante cose che non vanno, tra cui i cantieri chiusi per errata progettazione, come il vecchio mercato e la marina, le costruzioni private bloccate ecc.ecc.
Ancor più facile sarebbe evidenziare le opere di arredamento urbano fatte e poi rifatte, come Corso Centocelle, piazza Calamatta, la stessa Marina e tanti altri tratti di marciapiedi sempre nel centro e a discapito delle periferie sempre più trascurate.
Che dire, poi, della continua ricerca di privatizzazione dei servizi pubblici di primaria importanza per accontentare ricchi e potentati ma anche per sottrarsi ai controlli istituzionali che pur non essendo molto efficienti sono sempre un ottimo deterrente contro gli eccessivi favoritismi agli amici ed agli amici degli amici?
Se pur lungo e noioso sarebbe facile continuare l’elenco delle cose che non funzionano, ma non è questo il nostro obiettivo, poiché siamo convinti che per migliorare il futuro bisogna andare oltre di quanto detto e nel segno della discontinuità riportare in ogni azione amministrativa il bene della collettività, prioritario a qualsiasi altra cosa ed in particolare sopra gli interessi personali dei soliti.
E’ su questo piano che sarebbe bene confrontarsi, mettendo al centro nuove regole e il programma, ma soprattutto le garanzie affinchè queste vengano rispettate”.