Sanzioni Ue contro la politica nucleare dell’Iran, ma la Cina frena

AhmadinejadLa Ue ipotizza sanzioni aggiuntive contro l’escalation nucleare iraniana, alla luce del rapporto presentato dall’Agenzia internazionale dell’energia atomica (Aiea) che ieri aveva denunciato come Teheran stia lavorando alla bomba atomica in una prospettiva militare.
A quanto pare però, a dispetto della veemenza della reazione israeliana e della spinta Usa, l’Ue non ha intenzione di perseguire militarmente l’Iran. Il ministro degli Esteri francese, Alain Juppè, sollecita una riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu e invoca sanzioni dure. “Non possiamo accettare questa situazione che rappresenta una minaccia – ha detto Juppè – Siamo decisi a reagire. Il consiglio dei governatori dell’Aiea deve condannare esplicitamente la condotta dell’Iran e si impone una sessione del Consiglio di sicurezza dell’Onu. La Francia è pronta, con chi lo vorrà, ad adottare sanzioni più dure, in grado di far piegare Teheran”.
Anche il ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle si è espresso stamani a favore di un inasprimento delle sanzioni contro l’Iran, ribadendo contestualmente il rifiuto di Berlino a discutere di un intervento militare. E pure da Mosca in arrivo nuove sanzioni e l’esclusione di una soluzione militare.
La doccia fredda sulle posizioni europee arriva nel pomeriggio da Pechino: “Le sanzioni non possono risolvere alle radici il problema del programma nucleare iraniano”, ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri cinese, dopo la pubblicazione del rapporto dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica (Aiea) .
Dal canto suo Teheran si dice pronta a dialogare con le potenze mondiali: “L’Iran rimane pronta a colloqui positivi e utili con le potenze mondiali, ma solo in un clima di rispetto – ha detto un portavoce del ministero degli Esteri di Teheran – Abbiamo sempre annunciato di essere pronti a colloqui positivi e utili ma, come abbiamo detto ripetutamente, per fare in modo che quei negoziati siano di successo occorre avviarli in una posizione di uguaglianza e rispetto per i diritti delle nazioni”.
Nel rapporto Aiea si faceva riferimento a un “esperto straniero” che avrebbe guidato alla svolta Teheran sulla strada per la produzione di un’arma nucleare; il Washington Post lo aveva identificato in Danilenko, oggi 76enne, ex dipendente del Centro Nucleare Federale russo dell’Istituto di Ricerca di Fisica Tecnica Zababakhin di Snezhinsk, presso Chelyabinsk. La notizia di oggi però è che il diretto interessato ha smentito con forza la fuga di notizie.
Si aspettano sviluppi prossimi.