Quando i Carri allegorici rallegravano l’estate santamarinellese

fioriSANTA MARINELLA – Si fa un gran parlare dei calendari estivi, degli eventi che soddisfano alcuni e deludono altri, delle idee e delle proposte, ma per andare avanti spesso bisogna guardare indietro. C’era, tanto tempo fa, a Santa Marinella, il principe degli eventi estivi, che richiamava centinaia e centinaia di visitatori dai paesi limitrofi, che era l’orgoglio e la fama del paese, di cui praticamente nessuno si lamentava, era la festa dei Carri Allegorici. L’organizzazione dei Carri Allegorici teneva impiegata la cittadinanza fino a sei mesi prima della sfilata e aveva il peso e la sacralità di una tradizione lunga cinquant’anni. L’origine della festa va rintracciata nella Festa del Fiore degli anni Cinquanta, gli anni d’oro della Perla del Tirreno. Nel 1949 nasceva l’associazione “Pro Santa Marinella” e nel 1951 realizzava la prima Festa del Fiore con cui, per la prima volta, la classe imprenditoriale floricola santamarinellese prendeva coscienza del proprio ruolo all’interno della realtà economica e sociale del paese. A quel tempo si coltivavano garofani, azalee, calle, gigli, sterlizie, e tanti altri fiori che facevano concorrenza a Sanremo e proprio per celebrare i fiori, prodotto economico-imprenditoriale attorno al quale si stava costruendo l’identità del paese, nel 1951 si svolge la prima sfilata dei Carri, che non erano ancora allegorici, ma fatti di fiori. In settantamila persone hanno seguito l’esordio di quello che sarebbe diventato un appuntamento fisso per circa otto anni. Nel 1959 infatti hanno sfilato per l’ultima volta i Carri dei fiori, poiché i floricoltori erano ormai alle strette dalla situazione difficile dovuta alla mancanza di acqua, di terreni, alla concorrenza dell’Olanda e al pessimo rapporto sacrificio-rendita tutto in perdita. Nel 1969 l’ultimo colpo di coda di una festa ormai morente, che ne ha decretato la sepoltura fino alla nuova spinta del 1995 in cui si è fondata l’associazione dell’Autopedale. Ogni anno, alle sempre più famose macchine a pedali, veniva associato un rione fino a decidere che forse era il tempo di riprendere la tradizionale sfilata dei carri, eliminando i fiori e aggiungendo le auto a pedali. Ecco che, risorta dalle sue ceneri, la festa dei Carri, diventati adesso Allegorici, ha richiamato a Santa Marinella turisti, curiosi, appassionati e visitatori occasionali, fino al 2005. Ma proprio quando sembrava al culmine, ecco di nuovo morire forse l’unica vera tradizione santamarinellese, a causa dei conflitti di interesse dovuti agli incentivi finanziari che hanno ucciso lo spirito di aggregazione e di volontariato che animava l’organizzazione della festa. In molti rimpiangono questa festa, la ricordano con nostalgia ed affetto ma quasi nessuno si metterebbe al lavoro per cercare di far ripartire l’enorme macchina organizzativa di quell’evento, e del resto forse non ce ne sarebbe più neanche motivo, sarebbe uno sterile revival che imiterebbe tristemente i lustri del passato. Inventare l’impossibile nel 2012 per coinvolgere a stento qualche centinaio di persone, quando ci si riesce, e ricordare con nostalgia un evento sentito e partecipato dalla cittadinanza che in un solo giorno ne richiamava settantamila nel 1951 è un dato su cui riflettere. Così si fissava una colonna importante della cultura identitaria di Santa Marinella e forse varrebbe la pena di riprendere in mano il progetto e adeguarlo al nuovo millennio anche perché, per progredire, occorre avere delle solide basi di appoggio e queste, di solito, sono date dalla tradizione e dalla storia.

Francesca Ivol