“Mettere subito fine a questo scempio”

juri mariniCERVETERI – “I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile, zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune. La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su questo modello, e non sono più organizzatori del popolo, formazioni che ne promuovono la maturazione civile e l’iniziativa: sono piuttosto federazioni di correnti, di camarille, ciascuna con un ‘boss’ e dei ‘sotto-boss’” (la questione morale, intervista ad Enrico Berlinguer, La Repubblica, 28 luglio 1981). Gli undici avvisi di garanzia a politici e professionisti di Cerveteri destano molta preoccupazione e lanciano un allarme gravissimo. In primo luogo, distinguendo il ruolo pubblico dalla dimensione privata, desidero esprimere la mia solidarietà a tutte le persone e le famiglie che giovedì scorso hanno subito il trauma della perquisizione nelle proprie abitazioni. Sia chiaro, finché non interviene un giudizio definitivo, permane la presunzione di innocenza. Scadere nella strumentalizzazione e nel facile sciacallaggio non rappresenta né un segno di forza né un esempio di grande civiltà. Per altro, al momento non sono ancora chiari gli elementi che avrebbero portato al coinvolgimento di ogni singolo personaggio: se si tratta della conseguenza di un lavoro di indagine con riscontri oggettivi, oppure se derivi da qualche denuncia o esposto, per cui sarebbe ancora da tutto da verificare. Qualora dovessero arrivare dei rinvii a giudizio, pur ribadendo la presunzione di innocenza fino all’ultimo grado di giudizio, chi ricopre cariche pubbliche dovrebbe tutelare l’istituzione rappresentata, e difendersi nelle sedi deputate da privato cittadino. Cosa non scontata in Italia, dove nessuno è mai colpevole e se lo è, lo è a sua insaputa, mentre nel resto d’Europa, per molto meno, e per cariche pubbliche ben più importanti, ci si dimette, senza un solo attimo di esitazione. Livelli di civiltà e di rispetto istituzionale drammaticamente diversi. Detto ciò, occorre tuttavia chiedersi se ci sia davvero bisogno di aspettare ancora, di attendere inermi l’esito delle singole e personali responsabilità penali. La notizia che fa più clamore, quale inquietante coincidenza, è rappresentata dal fatto che tra i politici coinvolti risultino membri del PDL, dell’UDC e del PD. Un dato che, insieme ad altri gravi elementi di fondo, riporta l’intera questione su un piano squisitamente politico. Ed è questa la dimensione più preoccupante, perché la situazione attuale, il “sistema cervetrano”, come l’ha definito Giuseppe Onorato nel suo appassionato intervento di oggi, rappresenta un terreno maledettamente fertile dove possono crescere e diffondersi atteggiamenti poco limpidi, spesso oltre ai limiti della legittimità, o addirittura presuntamente illegali (almeno a parere della Procura che ha deciso di aprire le indagini). Sono anni che denunciamo queste continue e odiose degenerazioni della politica locale, gli inciuci, la “maggioranze variabili”, il disinvolto trasformismo, lo “scilipotismo in salsa cervetrana”, la spartizione del potere e delle poltrone, le logiche clientelari, le continue forzature ai limiti della legittimità amministrativa e spesso oltre, il preoccupante pressapochismo (non esiste un atto che sia andato a buon fine senza intoppi o rallentamenti), l’assoluta mancanza di trasparenza. Tema quest’ultimo, che dovrebbe segnare il livello di salute di una democrazia, e sul quale invece persiste una resistenza inspiegabile e preoccupante da parte dell’amministrazione, che di fatto impedisce il normale svolgimento del diritto-dovere di controllo da parte dei consiglieri e dei cittadini. Ancor prima degli avvisi di garanzia, è l’insieme di questi atteggiamenti, perpetrati dalla solita, vecchia e pure inconcludente classe politica a destare forti preoccupazioni e a riportare la “questione morale” al centro dell’agenda politica. Di fronte a tutto ciò, appare francamente incomprensibile continuare a tentennare, a meno di non volersi dimostrare complici di questo sistema di potere, del “sistema cervetrano”. Ritengo che i tempi delle scuse, delle incomprensibili tattiche politiche, degli inutili e personalissimi distinguo, sia ormai finito. Oggi serve un gesto di generosità, di onestà, di dignità civica, prima ancora che politica. Chi ama la propria città, la smetta immediatamente con i soliti incomprensibili giochetti di parte, e ponga immediatamente fine a questo scempio.

Juri Marini – Consigliere comunale