Ladispoli. Una petizione per fermare il gioco d’azzardo

roulette gioco d'azzardoLADISPOLI- Troppe strutture adibite al gioco d’azzardo a Ladispoli. E il fenomeno, che si fa sempre più preoccupante, ha indotto l’associazione L’AltraLadispoli  a promuovere una petizione popolare per fermare il proliferare delle sale da gioco.
“Ladispoli è una comunità che è cresciuta molto nel tempo – afferma la Responsabile dell’associazione Bruna Cimenti – e dove è presente una quota consistente di popolazione in condizioni di svantaggio economico e sociale: è soprattutto in questa fascia di popolazione (donne, anziani e giovani) che è rilevante la percentuale di persone che hanno sviluppato, purtroppo una vera e propria ‘dipendenza da gioco, che vivono con redditi bassi e che sperano di uscire così dallo stato di bisogno economico con un colpo di fortuna e che finiscono al contrario in situazioni di grave disagio. In attesa di una legislazione europea unitaria in materia e di una politica nazionale adeguata, molte Amministrazioni Comunali hanno promosso iniziative per limitare la diffusione del gioco d’azzardo, per l’educazione ad un gioco responsabile e consapevole, per la prevenzione del problema e per la cura e l’assistenza alle vittime”.
Un passo che L’AltraLadispoli chiede di compiere anche all’Amministrazione del sindaco Paliotta.
“Un regolamento comunale – prosegue la Cimenti – può porre dei limiti al proliferare delle sale da gioco, sia ribadendo norme che già esistono sia aggiungendo altre prescrizioni: la loro apertura deve essere permessa solo a distanza di almeno 400 metri da scuole, caserme, ospedali, cimiteri, chiese e luoghi religiosi, case di cura o altri luoghi destinati all’accoglienza di persone per finalità educative o socio-assistenziali, dalle sedi dei Servizi e delle associazioni impegnate sui temi delle tossicodipendenze, dai centro giovanili; per renderne più agevole la sorveglianza, le sale giochi devono essere ubicate esclusivamente al pian terreno; gli apparecchi con giochi che danno vincite in soldi, il cui utilizzo è destinato solo ai maggiorenni, devono essere collocati in un’area separata rispetto agli altri giochi e alle altre attività che si svolgono nel locale; i gestori sono tenuti  a vietare l’utilizzo degli apparecchi da gioco ai minorenni, anche facendosi mostrare un documento di riconoscimento valido; le sale giochi non possono utilizzare nell’insegna o nei messaggi pubblicitari il termine ‘casinò’, in quanto riservato alle case da gioco autorizzate con legge dello Stato, né altri termini che richiamino il concetto di gioco d’azzardo; i gestori dei locali sono invitati ad esporre materiale sul gioco responsabile e i recapiti di associazioni che danno assistenza nei casi di dipendenze patologiche; gli orari di apertura non devono coincidere con l’orario scolastico e devono, comunque, essere concertati periodicamente da tutti i soggetti interessati in base ad un attento monitoraggio del fenomeno. Debbono essere previste sanzioni per chi non osserva tali prescrizioni”.
Oltre alla regolamentazione, L’AaltraLadispoli propone anche un Piano di iniziative che preveda: la sottoscrizione di una “carta etica del gioco responsabile”, che coinvolga tutti i soggetti che a vario titolo si occupano del gioco in tutte le sue forme; interventi finalizzati alla formazione dei gestori delle sale collegati con il marchio di “certificazione etica di gioco responsabile” da esporre al di fuori dei locali; un’adeguata informazione dei giovani da impartire nell’ambito della formazione scolastica; la limitazione della promozione pubblicitaria dei giochi e delle scommesse e, comunque, la diffusione di materiale educativo sui rischi della dipendenza da gioco d’azzardo; la richiesta alla Regione ed alla Asl di aprire in tempi brevi nel territorio comunale il Sert (servizio sanitario per la prevenzione e cura delle tossicodipendenze).
“Invitiamo tutta la cittadinanza a sottoscrivere queste richieste – conclude la Cimenti – affinchè sia chiaro alle forze politiche che ci rappresentano in Consiglio Comunale che vogliamo vivere in una città solidale, attenta ai bisogni delle persone”.