E’ cominciato il lento tramonto dello Zar?

putinCome già anticipato nei giorni scorsi i sondaggi non erano dalla parte del novello zar Vladimir Putin. Nonostante il pugno di ferro e uno stato di polizia, infatti, era sembrato chiaro fin dalla settimana scorsa che la Russia non lo amava più in maniera plebiscitaria, almeno secondo le previsioni di voto.
I risultati elettorali che hanno fatto il giro del mondo e che lo precipitano da un quasi 70% a sotto la soglia della maggioranza assoluta sono stati accolti dalle opposizioni con gioia indescrivibile, ma la democrazia partecipata in Russia deve ancora accendere la luce.
All’indomani del voto sono scese in piazza almeno 8 mila persone, guidate dai leader dell’opposizione extraparlamentare e dal blogger Aleksej Navalny, fermato dalla polizia insieme ad altri 300, a Mosca. Si pensava che per Navalny e Yashin le conseguenze giuridiche potessero essere limitate ad una sanzione amministrativa. Invece il giudice ha usato la mano pesante. Ma le strade e le piazze di Mosca continuano a riempirsi di manifestanti.
Putin promette pugno di ferro e non tollererà ingerenze; alle accuse di brogli risponde che si prodigherà per far luce.
Martedì pomeriggio le marce pro e anti Putin si sono incrociate nella piazza del Trionfo dove la polizia ha effettuato alcuni fermi. Diversi detenuti sono stati trasferiti sugli autobus delle forze speciali. Oltre alla polizia, l’opposizione ha incontrato un folto gruppo di giovani attivisti a sostegno del partito di governo «Russia Unita».
La rabbia è in costante crescita in Russia da quando Putin, attualmente primo ministro, ha annunciato la sua intenzione di correre per la presidenza con un voto del 4 marzo 2012. Il suo partito Russia Unita è andato comunque a vincere domenica scorsa, mantenendo la maggioranza ma perdendo 77 seggi alla Duma, o Camera bassa del Parlamento.
In base allo spoglio della Commissione Elettorale Centrale con il 99,9% delle schede scrutinate, avrebbe il 49,3% dei consensi: scende dunque sotto la soglia del 50% delle preferenze, pur mantenendo la maggioranza assoluta dei seggi nella camera bassa del parlamento moscovita.
“Lo Zar” non sembra intenzionato a mollare il potere, anzi rilancia. Chissà se la Russia accetterà ancora il potere unilaterale di uno dei più discussi capi di stato del pianeta.