“Chiudersi in casa durante un incidente nucleare protegge solo in parte”

nube radioattiva fukushimaUn articolo pubblicato il primo aprile sulla prestigiosa rivista British Medical Journal ha messo in evidenza che, in caso di incidente nucleare importante, il consiglio alla popolazione di chiudersi bene in casa non risparmia l’esposizione ai gas e le polveri fini e ultrafini che sono state contaminate dalla radioattività.
Non essendo mai stati effettuati studi a riguardo, l’autore mette in evidenza come sia possibile far riferimento alle numerose ricerche pubblicate sulle caratteristiche di gas inquinanti quali l’ozono e le polveri fini/ultrafini  per poter dedurre la possibilità di essere esposti in modo significativo a materiale radioattivo anche rimanendo al chiuso.
La più recente letteratura scientifica internazionale suggerisce che a seconda delle numerose variabili che intervengono nel determinare la possibilità di penetrazione di gas e polveri fini/ultrafini, quali l’esposizione dell’edificio, la sua struttura, le caratteristiche degli infissi, la presenza di condizionatori d’aria e numerosi altri fattori, la possibilità di un gas di penetrare dall’esterno all’interno può arrivare fino all’80 % mentre quella delle polveri fini PM2.5 al 64 % e per le ultrafini al 90%.
L’autore, insieme al Deputy Editor del British Medical Journal Tony Delamothe, mette in evidenza come ci sia ancora una carenza importante di studi basati sull’evidenza scientifica che riguardino le malattie causate dalle esposizioni a materiale radioattivo.
Un motivo in più per dire no al nucleare

Dott. Giovanni Ghirga  – Pediatra