I tanti volti dell’antifascismo

piero gobettiTARQUINIA – Appena fuori le mura di Tarquinia, a pochi passi dalla chiesa di S.Maria in Castello, nel cortile dell’ex-mattatoio – uno spazio di recupero dalle sorprendenti potenzialità – si è svolto sabato 28 maggio il secondo incontro di un’interessante manifestazione dedicata ai “volti dell’antifascismo”: occasioni per riflettere sulla storia recente, per indagarne tra le pieghe e ritrovarne i legami – pure non troppo celati – con il nostro presente. Promotrice del ciclo di incontri – il terzo e ultimo è previsto per sabato 4 giugno- è l’associazione culturale “La Lestra”; protagonisti i volti, le parole, le immagini legate all’antifascismo e alla resistenza. Il primo incontro aveva visto Nicola Porro – professore di sociologia all’Università di Cassino –  raccontare della fascinazione dei corpi del potere e della loro distruzione, in occasione della presentazione del suo interessante volume “Corpi e immaginario. Memoria, seduzione e potere dal Milite Ignoto al Grande Fratello” (Bonanno, 2010). Ieri è stato il turno di Simone Pazzaglia e Tiziano Torresi: studiosi di storia e letteratura, ci hanno condotto in un viaggio nella memoria recente, raccontandoci da differenti punti di vista l’antifascismo delle coscienze. Le vite di Antonio Gramsci e Piero Gobetti – percorsi paralleli e spesso in antitesi, ma accomunati dalla stessa volontà di resistenza ai mutamenti di un paese che non riconoscono più  – sono stati oggetto dell’articolato e avvincente intervento di Pazzaglia, mentre Torresi ha messo in luce i legami – spesso ignorati o tralasciati dalla storiografia – tra l’antifascismo e i movimenti cattolici, concentrandosi in particolare sulla figura di Don Sturzo. L’antifascismo attivo, la resistenza militante e partecipata a un “rovesciamento del mondo” che non si può accettare, accomunano queste figure e le loro storie: “Odio gli Indifferenti”, scriveva Gramsci ne “la Città Futura”. Sono parole abusate, ultra-citate, tuttavia così attuali che vale la pena di riportarle ancora una volta: “Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.” Che queste parole ci siano da monito dunque, in un’Italia che, mai come ora, per tornare a respirare ha bisogno di essere “partecipata” da tutti i suoi cittadini. Intanto, il prossimo sabato 4 giugno”, “La Lestra” propone una e vera e propria festa dedicata a tutte le forme di resistenza: il “materiale resistente” di cui si comporrà l’incontro saranno musiche folk, foto d’epoca, proiezioni video, e letture-performance di brani famosi della letteratura partigiana.