La Asl: “Allarme ingiustificato per il caso di tubercolosi alla De Carolis”

casema de carolisCIVITAVECCHIA  – La Asl RmF conferma il caso di tubercolosi di uci è rimasta vittima una ospite della caserma De Carolis ma tranquillizza sui rischi sanitari del caso, definendo ingiustificato l’allarme lanciato in settimana in virtù del tempestivo intervento attuato dalla stessa azienda sanitaria.
“Non appena notificata al competente Servizio di Igiene Pubblica la diagnosi di sospetta tubercolosi bacillifera a carico della signora S. K.di anni 20 – si legge infatti un una nota stampa della Asl – sono state immediatamente attivate le procedure previste dalle linee guida per il controllo della tubercolosi; l’indagine epidemiologica tempestivamente attuata ha consentito di individuare i contatti stretti a maggiore rischio; è stata attivata la prevista  profilassi antibiotica nei confronti dei conviventi ed è in corso di esecuzione, sullo stesso target, il test di intradermoreazione secondo Mantoux”.
Quanto alle caratteristiche del virus “risulta destituito di qualunque fondamento scientifico l’informazione secondo la quale il batterio eventualmente responsabile del caso in parola sarebbe particolarmente aggressivo in quanto esotico: infatti non sono conosciuti batteri dello stesso genotipo con diversa patogenicità a seconda dell’ospite o della provenienza”. Pertanto “è del tutto irrazionale e priva di qualunque fondamento scientifico la paventata evacuazione e /o chiusura di una struttura quale quella della Caserma ‘De Carolis’ cosi come l’attivazione di un cordone sanitario: misure proponibili solo da chi dolosamente vuol creare un allarme ovvero ignora le più elementari norme di sanità pubblica. Il micobatterio della tubercolosi è ubiquitario e la tubercolosi da esso provocata è una malattia ampiamente diffusa anche in Italia, essenzialmente correlata a diminuzione dell’immunità cellulare, a malnutrizione e a condizioni di disagio socioeconomico. La popolazione italiana in età scolare ha già contratto in un’altissima percentuale di casi, un’infezione tubercolare primaria che di per sé decorre generalmente in modo inapparente e può essere considerata protettiva”.
“Nessun pericolo, dunque, per la popolazione civitavecchiese – concludono dalla Asl – anche in considerazione del fatto che la persona a carico della quale è stata posta la diagnosi in parola non aveva contatti esterni  rispetto alla comunità etnica di appartenenza. Ogni diversa informazione o notizia non può essere considerata altro che prodotto di assoluta ignoranza delle più elementari nozioni  di infettivologia e generanti allarme certamente ingiustificato laddove non doloso”.