E sui treni ora piovono in testa cimici

cimice insettoCIVITAVECCHIA – Ancora uno “scandalo” sui treni regionali da e per Roma. Ora, addirittura, insetti morti sui portapacchi sopra le teste di chi viaggia.
I treni incriminati sono, in questo caso e come spesso accade, i Taf (treni ad alta frequentazione): ovviamente, quelli dei pendolari. Sulla terza carrozza del convoglio in partenza da Civitavecchia lunedì scorso, 23 maggio, alle ore 11.59, dopo una disperata quanto vana ricerca di un sedile pulito, ci si riesce ad “accomodare” su una postazione non troppo piena (a differenza delle altre) di sabbia, fango, pedate, ramoscelli, avanzi di cibo o quant’altro, con l’unico inconveniente del finestrino rotto: in prossimità dell’estate, questo non costituisce un problema (certo se fossimo in inverno il finestrino sarebbe stato comunque rotto…) e dunque ci si può finalmente sedere. Ma non appena il treno si muove, ecco l’inganno: sulla testa piovono dal portapacchi in alto insetti morti; cimici verdi per la precisione. Nei secondi seguenti, come è naturale, la mano di chi scrive istintivamente le ha allontanate con gesti rapidi, ma una, anziché rotolare come tutte le altre in ordine sparso per il vagone, è caduta sul piccolo cestino dei rifiuti accanto al sedile: è così che è stato possibile fotografarla, a dimostrazione di quanto accaduto.
Il fatto che ci fossero questi insetti morti, peraltro su un treno di mattina, significa che essi dopo un po’ di viaggi, a forza di esser spostati avanti e indietro dal movimento del vagone, sono caduti: verosimilmente, prima di venire giù si erano accumulati lungo il bordo interno del portapacchi. Da quanto tempo, dunque, non veniva pulito? Da molto, anche a giudicare dal sudiciume su descritto che, e non è un’esagerazione, rendeva difficoltoso trovare un posto a sedere accettabile.
Inoltre, dalla presenza di questi insetti, si intuisce facilmente che le parti che non si vedono sistematicamente non vengono pulite. E chi viaggia una volta ogni tanto per motivi di piacere può farsi una risata di fronte a certe scene, ma il povero pendolare è stufo di tossire per le allergie da acari, di dover lavare un jeans al giorno e, palesemente, di vedersi arrivare sulla testa cimici morte.
C’è carenza di personale? Lo si assuma, dato che i prezzi dei biglietti vengono aumentati di continuo: il pendolare civitavecchiese, ad oggi, sborsa 78 euro al mese per prendere questi treni sudici e spesso in ritardo e paga 150 euro aggiuntive in unica soluzione se vuole usufruire dell’Intercity. Tutti questi soldi finiscono nelle tasche di Trenitalia: ma per cosa vengono impiegati? Pulizia no di certo, sul miglioramento delle tratte meglio non parlare, sicurezza è discutibile e personale non sembra a giudicare dal numero dei recenti scioperi. Non è dato sapere.

Ilaria Melis