Arrivano 136 nuovi migranti alla De Carolis, ci sono anche donne

de carolis1CIVITAVECCHIA – Civitavecchia si conferma sempre più centro di accoglienza. Sono giunti infatti ieri sera in città altri 136 migranti, richiedenti asilo, provenienti dal Centro “Cara” di Agrigento. Si tratta di cittadini provenienti da vari paesi dell’Africa sub-sahariana, sbarcati a Lampedusa e arrivati a Civitavecchia in attesa di essere trasferiti alle destinazioni finali del loro percorso di richiedenti asilo. Novità assoluta per il Centro allestito nella ex Caserma De Carolis, tra loro ci sono anche donne, per la precisione 69, mentre 67 sono gli uomini. Nove invece i minori, comunque tutti accompagnati, quindi senza esigenza di essere seguiti dai Servizi Sociali.
Ai nuovi ospiti è stata assegnata un’ala della De Carolis, all’interno della quale i nuclei familiari alloggiano adeguatamente separati gli uni dagli altri. L’edificio interessato è stato oggetto di lavori e migliorie nei giorni scorsi, eseguiti a cura del Comune di Civitavecchia. L’approntamento delle stanze è stato invece curato dal Nucleo di Protezione Civle comunale. La società cooperativa Domus Caritatis sta assicurando, come già avviene per gli ospiti del primo gruppo arrivati la scorsa settimana, assistenza legale e medica.
Sul posto si è più volte recato l’Assessore con delega alla Protezione Civile, Andrea Pierfederici. “I nuovi arrivati – spiega – sono in buone condizioni generali. Abbiamo individuato tre donne incinte, che saranno quindi seguite con particolare attenzione dall’organizzazione. Proprio la presenza di nuclei familiari completi, con bambini in alcuni casi molto piccoli, rappresenta una novità e quindi ha imposto un salto di qualità nell’erogazione dei servizi. Anche per tutti costoro, come già avviene per il primo gruppo composto principalmente da cittadini pakistani, c’è libertà di movimento in entrata e in uscita dal campo. Questo secondo gruppo è composto principalmente da nigeriani, con numerose presenze però anche da altri paesi quali Burkina Faso, Congo, Eritrea, Ghana, Mali, Somalia e Sudan”.