SANTA MARINELLA – “A seguito di un’attenta riflessione sugli aspetti normativi ed operativi relativi allo strumento del baratto amministrativo (che consente di pagare le tasse e debiti con il fisco espletando lavori socialmente utili per il Comune), e a seguito di un confronto con altri amministratori impegnati in questo percorso, ritengo sia opportuno fare un’estesa riflessione; a fronte di una proposta teoricamente positiva, infatti, si palesano numerose criticità in ordine alla concretizzazione”.
Sul nuovo strumento si sofferma il Consigliere comunale Andrea Passerini, che avanza alcuni spunti di analisi: “Innanzitutto, bisogna considerare le norme che regolano la sicurezza sul lavoro, e che impongono l’osservanza di protocolli di formazione e di gestione (anche con l’utilizzo di attrezzature di protezione, oltre a beni strumentali e di consumo) specifici per ogni attività. Inoltre, la natura delle prestazioni, essendo di tipo lavorativo, dovrebbe imporre oneri assicurativi, assistenziali e previdenziali. Critica è poi la misurabilità e la controllabilità degli interventi, con il serio rischio dell’assenza di determinatezza e di eccessiva discrezionalità nell’attribuzione e nella verifica di un valore economico”.
Ad intervenire sull’argomento, è anche il Consigliere comunale Emanuele Minghella (nella foto): “Dal punto di vista contabile, bisogna valutare come iscrivere a bilancio le prestazioni rese, e come le stesse possano essere finanziate da corrispondenti entrate tributarie, con l’ulteriore difficoltà dell’individuazione nel bilancio d’esercizio di poste a compensazione, essendo le dinamiche attivate a seguito del mancato pagamento di tributi relativi ad esercizi precedenti. Estremamente delicato sarebbe tradurre un debito Tari che, prevedendo la copertura integrale dei costi gestionali, imporrebbe l’inserimento dei costi del baratto nel piano finanziario del servizio, con una doverosa ma complicata riduzione di altri costi, al fine di evitare un aggravio nei confronti dei contribuenti non morosi. Infine, mi permetto di esprimere timore sia sulla difficoltà di prevedere la quantificazione della domanda e, pertanto, di poter pianificare gli interventi, e sia sul rischio di involuzione del sistema, nel momento che qualcuno dovesse recepire lo strumento come premiante, ed essere stimolato a non onorare i pagamenti”.