Ladispoli. Tanta folla e grandi emozioni alla festa dei volontari Avo

LADISPOLI – Grande festa ieri sera al Polifunzionale per il 30° Anniversario dell’associazione Avo Ladispoli. Una storia iniziata 30 anni fa per merito di una volontaria di Napoli, Maria Villanti, che aveva portato a Ladispoli il pensiero idealista di un medico di Milano, il compianto Erminio Longhini, il quale realizzò qualcosa che per quell’epoca (anni 60/70) era rivoluzionario: visitando continuamente i pazienti di un importante ospedale milanese, Erminio Longhini si accorse che, oltre a quella della malattia, gli assistiti erano bisognosi di una seconda cura, che però non necessitava di alcun farmaco, tutt’al più bastavano una carezza o un bicchiere d’acqua: la cura dell’anima.

Nasceva così l’Avo. Incominciarono a proliferare con grande rapidità in tutto il Paese associazioni di volontari desiderosi di umanizzare gli ambienti ospedalieri. Nel 1988 ebbe vita a Ladispoli la prima Avo del Lazio. Trent’ anni possono sembrare pochi, ma se il metro di misurazione è il tempo scandito dai vissuti, dalle memorie, dalle esperienze e dall’opera dei volontari, sembra che la storia di Avo Ladispoli abbia visto trascorrere un’era lunghissima.

L’associazione si è trasformata e con essa il mondo attorno. Oggi si registrano maggiori fenomeni di povertà e disagio; le famiglie sono diventate più disgregate; troppi anziani vivono in solitudine. In questo contesto Avo Ladispoli ha sempre portato avanti progetti mirati ad intervenire continuamente laddove emergevano nuovi bisogni e nuove sfide da affrontare, senza mai sostituirsi alle istituzioni e al lavoro professionale. Si è sempre contraddistinta per la sua vivacità, per la sua intraprendenza e per lo spirito innovatore.

Tantissime persone ieri affollavano il Polifuzionale per ricordare e celebrare questo lungo percorso. Gli interventi dei relatori rifuggivano dalla retorica e dalla ridondanza e raccoglievano l’ascolto del pubblico riempendo la sala di un silenzio solenne. Sono intervenuti il sindaco di Ladispoli Alessandro Grando, il presidente del Consiglio M. Antonia Caredda, l’assessore alle politiche sociali Cordeschi, l’assessore alla cultura Milani, il deputato Alessandro Battilocchio, il consigliere Raffaele Cavaliere, la presidente di Avo Regionale Carla Messano, Maria Beatrice Cantieri di Scuolambiente, Enzo Crialesi diacono della parrocchia del Sacro Cuore di Ladispoli, il sindaco di Cerveteri Alessio Pascucci, l’assessore alla Cultura di Cerveteri Federica Battafarano.

Al termine della fase istituzionale, la Fanfara dei Bersaglieri ha aperto in grande stile la seconda parte della manifestazione. Questa è stata una grande occasione per i volontari di mettere a frutto i loro talenti, peraltro incoraggiati dai ripetuti applausi. I volontari Avo hanno scritto e recitato poesie, ed ecco uno scroscio di applausi. Hanno letto frasi d’amore e di solidarietà in diverse lingue: altro scroscio di applausi. Hanno dimostrato straordinarie doti canore intonando splendide canzoni della lirica. La voce della Soprano Elena Danusia Socea ha incantato il pubblico, ottenendo una lunga standing ovation.

L’eleganza dei balli, il fervore dei canti, i colori dei costumi come i magnifici abiti medievali della Nobile Compagnia del Castellaccio distoglievano i pensieri dalle preoccupazioni quotidiane e nelle menti dei partecipanti prendevano vita forti emozioni e ricordi lontani. Gli occhi lucidi di molti volontari, in particolare quelli che hanno visto crescere l’Avo, posizionavano la commozione ai vertici della lista dei sentimenti più consumati. Non erano felici; erano sereni (un sentimento molto diverso).

Anche i professionisti esterni all’associazione hanno accarezzato lo spirito dei presenti sferzando ripetutamente energie positive. Il brano interpretato magistralmente da Susanna Bugatti, le poesie dei volontari Avo si intrecciavano con la poesia di Carla Staffieri (poetessa di Ladispoli). Il ritmo coinvolgente della Quasar Band ha fatto alzare i sedentari e li ha indotti a improvvisare balli individuali e di gruppo, balli liberatori e non programmati. Il rinfresco finale, preparato esclusivamente dai volontari e predisposto attraverso un’accurata mise en place ricca di stuzzichini, dolci, torte salate e leccornie varie accompagnava le note dei miti inglesi che hanno fatto la storia della musica mondiale: il binomio si è rivelato vincente, nell’ultima fase il pubblico sembrava inebriato.

Una sala ancora gremita dopo cinque ore di interventi e spettacoli è la prova che il meccanismo ha avuto successo. L’evento è terminato intorno alle 20.00: una tiepida e magnifica sera d’autunno ha provveduto a coccolare gli ospiti nel tragitto fino alle loro case.