“Nostro frate vento”

CIVITAVECCHIA – Laudato si’, mi’ Signore, per frate vento. La verità e l’attualità di questo versetto del cantico di San Francesco mi viene in mente ogni volta che, alzando lo sguardo verso il cielo, vedo la cappa di fumo che si leva dalle ciminiere delle navi ed avviluppa in un mortifero abbraccio tutta la città. Solo il vento, infatti, può dare una tregua al continuo assalto alla nostra salute da parte di quelle maleodoranti nuvolaglie. Nulla hanno potuto o voluto le istituzioni, sia ieri che oggi, a nulla sono serviti i tavoli di confronto con gli armatori, nel vuoto le centinaia di segnalazioni, vano il pur costante impegno delle forze di polizia a fronte del continuo ripetersi , di mattina e di notte, di reati ambientali oggettivati dalle innumerevoli foto e filmati inviati ai media da preoccupati cittadini. Come se nulla fosse, le italiche navi e le più blasonate navi da crociera anche appartenenti a paesi nordici, ambientalisti a casa loro, giungono nel nostro porto emettendo fumi di un nero tale da far pensare che ci sia un incendio a bordo. Una volta attraccate, in attesa della elettrificazione delle banchine della quale chi l’aveva promessa non parla più, lungi dal bruciare combustibili a bassissimo tenore di zolfo, continuano la pestilenziale “fumigata”. I problemi si fanno ancora maggiori quando frate vento va in pausa, come accaduto in questi giorni nei quali la mortifera coltre ha indugiato sulla nostra città con danni per immaginare i quali non abbiamo bisogno di aspettare i numeri del prossimo rapporto ambientale.
La nostra città sembra essersi assuefatta o rassegnata di fronte a questi comportamenti che pregiudicano il nostro presente ed il futuro dei nostri figli e, mentre reagisce fermamente di fronte all’ipotesi di una eventuale futura altra fonte inquinante, rimane passiva di fronte al massiccio inquinamento dei fumi della navi nel presente. Come ricordato nella enciclica di Papa Francesco “Laudato si’”, “quando parliamo di ambiente facciamo riferimento anche ad una particolare relazione tra la natura e la società che la abita”. “Le ragioni per le quali un luogo viene inquinato richiedono un’analisi del funzionamento della società, della sua economia, del suo comportamento, dei suoi modi di comprendere la realtà”.
Sta, quindi, a noi come collettività interrogarci sul nostro rapporto con l’ambiente e più in generale su quel sistema di valori etici e culturali che hanno come finalità uno sviluppo sostenibile associato ad una solidarietà fra generazioni. A questa riflessione dovrebbero seguire forti iniziative per pretendere che la tutela della salute di molti non sia sacrificata per l’interesse economico di pochi.
Male che vada, per dirla con una ironica battuta di un amico sui fumi delle navi, “potremmo respirarceli tutti così il cielo sarebbe limpido“… !

Dott. Marco Di Gennaro