“L’Americah”. Femminismo intersezionale

In una celebre conferenza Ted, Chimamanda Ngozi Adichie dice che dovremmo essere tutti femministi. Questo slogan è diventato addirittura la stampa di ha maglia di Dior.
Ma cosa significa in termini l’intersezionalità? Si è ampiamente diffuso nel dibattito accademico e politico.
Le prospettive che tengono conto delle interconnessioni che ci sono tra i divari sociali e i fenomeni sociali complessi a cui si riferiscono sono chiamate in molti modi diversi.

È un concetto sociologico, questo, molto discusso, e non certo “nuovo”.

Ma quando si comincia a parlare di intersezionalità del femminismo? Durante gli anni settanta, infatti, le donne nere e lesbiche scoprirono di subire molteplici discriminazioni: di razza, di genere, di orientamento sessuale.
-Prendere in considerazione le intersezioni tra assi di oppressione rende l’analisi politica e sociale più complessa, ma più autentica. Ed è proprio questo che caratterizza il femminismo intersezionale: non accetta di usare un’unica chiave interpretativa e schiacciare tutta l’esperienza di una persona lungo un unico asse di oppressione.-

A Londra Angela Davis nel 2017 ha detto: «Quando mi accorsi che mi chiamavano femminista la mia risposta al tempo fu: “Non sono una femminista, sono una donna nera rivoluzionaria!” ma negli anni le donne nere, le donne di colore hanno ridefinito il progetto del femminismo, per cui oggi il femminismo che si sta affermando, per usare la parola di cui parlavamo prima, è un femminismo intersezionale.”

Ecco perché, soprattutto in Italia, in questo momento il movimento delle donne che ha animato la manifestazione del 24 novembre è stata una manifestazione di opposizione a questo governo.

Perché davvero non si può più prescindere dall’intersezione tra il femminismo e temi dirimenti come la sicurezza, l’immigrazione, welfare ed istruzione.

 

VDG