“La mia odissea per difendermi dall’amianto”

amiantoCIVITAVECCHIA – Una storia che inquieta quella raccontata da una cittadina civitavecchiese che, da oltre tre anni lotta, contro una presenza di amianto a ridosso della sua abitazione, cercando supporto e giustizia nelle istituzioni locali. Anche se ad oggi non sembra averle trovate. E, stando al suo racconto, ci si chiede se in questa delicata vicenda sarà possibile prima o poi per la signora avere giustizia e veder tutelato il suo diritto alla salute. Di seguito il testo integrale della sua lettera-denuncia.

“Verso la fine dell’anno 2008 a seguito di un esposto fatto dai residenti del quartiere di Via Adriana
al fine di evidenziare la liceità di un locale adibito a falegnameria, l’eventuale presenza nella copertura del tetto di fibre di amianto e l’eventuale abusività della struttura stessa, ha avuto inizio la mia estenuante avventura.
Al tempo ero in stato di gravidanza avanzato e nonostante questo l’Ufficio Urbanistica che per altro non ha barriere architettoniche e tante scale, mi continuava a far tornare e ritornare da loro per avere informazioni sull’eventuale abuso, questo è durato circa un paio di mesi.
Conseguentemente all’esposto l’attività di falegnameria è stata chiusa è stata avviata un’Ordinanza del Sindaco, Dott. G. Moscherini, n. 630 del 19 dicembre 2008, in quanto era stato rilevato dalla Asl RmF, dopo svariati solleciti da parte mia, presenza di fibre di amianto.
L’Ordinanza diceva di far valutare nuovamente, entro e non oltre il mese di Dicembre 2011, lo stato di conservazione dell’amianto e l’eventuale messa in sicurezza o rimozione immediata.
La cosa grave è che l’Ordinanza è stata fatta per errore al proprietario della falegnameria che era un semplice affittuario e non al proprietario dello stabile, i quali chi per un motivo chi per l’altro non si ritengono responsabili per l’adempimento dell’Ordinanza in questione.
Mi sono recata alla Asl RmF e il servizio preposto, non ha ancora ricevuto la richiesta di effettuare alcuna nuova valutazione per verificare lo stato attuale di conservazione della copertura contenente fibre di amianto.
Mi sono recata all’Ufficio Ambiente che dovrebbe attivare il servizio preposto della ASL in orario e giorno di ricevimento al pubblico ma non c’era nessuno che poteva darmi informazioni (chi in ferie, chi in malattia).
Mi sono recata al Comando dei Vigili Urbani dove mi hanno risposto che si sarebbero subito attivati.
Per fortuna questa volta senza “pancione”!!!
L’unica cosa certa è che l’Ordinanza non è stata ancora ottemperata benché i tempi siano già
trascorsi abbondantemente.
Si rende noto inoltre che ho proceduto, nell’anno 2008, ad incaricare un perito di fiducia il quale con relazione dell’Università di Napoli ha evidenziato nella tettoia “presenza di fibre di amianto, pessima conservazione dello stesso e quindi reale pericolosità per l’ambiente e per le
persone” quindi la necessità della rimozione immediata e non la necessità di una nuova valutazione della sua pericolosità dopo ben tre anni.
Si precisa che nelle giornate molto ventose trovo pezzetti di copertura della tettoia in Eternit caduti nel mio giardino.
Ho atteso con pazienza ma non so più cosa fare.
Possibile che nessuno di tutte queste autorità coinvolte nella vicenda riesca a far rimuovere questa pericolosissima copertura?
Perché dobbiamo essere sempre vittime della prepotenza e della noncuranza altrui.
Mi auguro che questo articolo muova la coscienza di chi può intervenire anche perché come è stato dimostrato basta respirare una sola fibra di amianto per provocare il cancro.
Certo con tutto quello che respiriamo, tra porto, centrale elettrica e traffico urbano non è che stiamo messi bene ma avere l’amianto nel giardino non è molto salutare…..perchè non ve lo portate a casa vostra?”

Luciana Fati