Italia Nostra Lazio scrive alle forze politiche: “ecco il nostro programma”

Sollecitato un confronto in vista delle elezioni regionali del 4 marzo

12 Febbraio 2018 – La Regione Lazio secondo Italia Nostra, una regione dove le priorità siano tutela dell’ambiente e del paesaggio. La sezione Lazio dell’associazione ambientalista irrompe con un documento nella campagna elettorale in atto per le elezioni regionali del 4 marzo.  Un “programma” sul quale si apre un confronto con i candidati presidente di tutte le forze politiche.  Un canovaccio per la Regione che verrà, temi che Italia Nostra vorrebbe divenissero centrali nel dibattito elettorale in corso.

 

Dalla legalità alla ripubblicizzazione dell’acqua, dalla salvaguardia di fiumi e dei laghi ad Piano di Rifiuti che non impatti territori già gravati, dalla valorizzazione dei parchi a nuove politiche di tutela dei beni culturali, da una mobilità incentrata su ferro e due ruote al contrasto dell’erosione della costa, dall’urbanistica alla tutela dei centri storici, dall’impiego delle energie rinnovabili al decoro urbano. Nel chiedere un confronto aperto con le forze politiche, Italia Nostra non esprime critiche ma avanza soluzioni frutto dell’esperienza maturata sul campo dal Nord al Sud del Lazio.

 

No quindi a captazioni dai laghi del Lazio, sì alla ripubblicizzazione dell’acqua, no a impianti di smaltimento su territori già gravati. Sul fronte urbanistico Italia Nostra Lazio indica come priorità l’approvazione del Piano Paesaggistico del Lazio, l’apposizione per Roma del vincolo centro storico. Si oppone al cosiddetto “Eco-village” a Marino e reclama la demolizione dei due edifici illegali realizzati sull’antica Boville. Sollecita poi una nuova legge per la pubblica illuminazione e il decoro urbano. Riguardo ai beni culturali per Italia Nostra è urgente attuare il Piano di gestione del sito Unesco della necropoli etrusca di Cerveteri e avviare una inversione di rotta per la valorizzazione dei beni culturali “puntando a azioni significative di messa in sicurezza del patrimonio artistico-monumentale che sempre più rischia lo sgretolamento e la dispersione anche a seguito di alluvioni e terremoti”. Tra le problematiche portate all’attenzione della ribalta elettorale ampio risalto è dato ai temi acqua e mobilità. Si chiede che il rinnovo della concessione per le sorgenti del Peschiera, in caso di raddoppio, avvenga nel rispetto delle normative comunitarie e nazionali e in base a una valutazione dei rischi per l’equilibrio idrogeologico della piana di San Vittorino e che sia perfezionato il rilascio della concessione per le sorgenti Le Capore, ovvero le sorgenti del fiume Farfa, secondo normativa vigente con particolare riferimento al deflusso minimo vitale.

 

In ambito di mobilità si ribadisce il no all’autostrada Roma-Latina, la messa in sicurezza dell’autostrada A12 tra Tarquinia e Pescia Romana e annuncia il ricorso al Tar contro la compatibilità ambientale decisa dal Consiglio dei Ministri per il cosiddetto “tracciato verde”, che prevede il completamento della superstrada Orte-Civitavecchia SS 675 nell’area integra della Valle del Mignone. Reclama interventi quali il collegamento Rieti-Adriatico, l’aumento dei collegamenti verso il sud del Lazio e della Roma-Viterbo. In primo piano anche la legalità: “Fino a quando saranno tollerate violazioni quali l’occupazione di spiagge libere, finché non si inizieranno a vedere demolizioni di abusi, ogni iniziativa dal basso rischia di essere mortificata e svuotata di significato”.

 

Questi alcuni dei temi contenuti nel documento portato all’attenzione dei candidati presidente, sui quali, nelle prossime settimane, Italia Nostra Lazio si aspetta che la politica ponga la dovuta attenzione.

 

Temi da sottoporre all’attenzione dei candidati a governare la Regione Lazio

 

12 sezioni e due presidi, tanti iscritti alla Onlus Italia Nostra Lazio guardano con interesse ai programmi delle elezioni regionali.

I temi TUTELA dell’AMBIENTE, DEL PATRIMONIO E DEL PAESAGGIO, al CONSUMO di TERRITORIO non sembrano centrali nei programmi dei candidati fino ad oggi pubblicati.

Italia Nostra ha sperato di trovare concretezza nelle proposte per i prossimi 5 anni che riguardano le emergenze più critiche.

Ci teniamo a segnalarle auspicando che da coloro che si propongono di lavorare per i cittadini del Lazio venga un segnale positivo e di maggiore adesione con i problemi più urgenti della nostra Regione:

IL TEMA DELL’ACQUA

L’estate 2017 verrà ricordata per la siccità, gli incendi e il rischio di razionamento dell’acqua della Capitale minacciato, senza valide motivazioni, da ACEA dopo il blocco delle captazioni dal lago di Bracciano. Un blocco dovuto alla denuncia di un comitato di cittadini che vedendo il livello delle acque lacustri scendere sotto il metro e mezzo rispetto allo zero idrometrico (sfioro del fiume Arrone) si è preoccupato che potesse causare un vero e proprio “disastro ambientale” capace di alterare per sempre la biodiversità del territorio.

La denuncia ha portato alla presa di posizione della Regione Lazio e, a infine Agosto, alla sospensione dal mese di settembre dei prelievi da parte della riluttante ACEA con, a seguire, la minaccia di ridurre l’acqua ai romani da parte del Sindaco di Roma. Minaccia del tutto fuori luogo se si pensa che Acea dichiara di avere perdite in rete pari al 45% e che il contributo delle acque del lago di Bracciano alla rete degli acquedotti di Roma è pari all’ 8%: tale quantitativo può essere recuperato attraverso semplici operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria della rete di adduzione gestita da Acea.

Fortunatamente poi ha piovuto e i giornali hanno smesso di occuparsi del caso Lago di Bracciano e del possibile razionamento idrico dei palazzi della Capitale. Non ci dilungheremo del perché non si sono investiti i soldi dei contribuenti per la manutenzione della rete fognaria della Capitale.

Ci teniamo però a precisare che la situazione di Bracciano andava avanti così da circa 10 anni, quindi si trattava di un disastro annunciato. Era una situazione simile a quella di un altro importante lago del Lazio, quello di Albano, dove sempre 10 anni fa, la sezione Castelli Romani di Italia Nostra riuscì a bloccarne i prelievi idrici e consentirne il recupero della sostenibilità ambientale.

Due storie dunque simili e soprattutto già conosciute dalle Istituzioni con tutte le loro implicazioni. Chiediamo pertanto che siano interrotti per sempre i prelievi d’ acqua dai laghi della provincia di Roma e dal lago di Bracciano in particolare. 

Ma quanto è avvenuto questa estate è solo un esempio di una criticità molto grande che a nostro avviso riguarda tutta la Regione Lazio.

I laghi e i fiumi, alcuni giardini storici, oltre che la stessa agricoltura, del Lazio sono malati che richiedono immediate cure, azioni mirate, investimenti che siano garanzia di recupero della loro naturalità

Una breve sintesi delle maggiori criticità e richieste sul tema per Italia Nostra Lazio:

  • Sabina- Il fiume Farfa in Sabina per le sue Gole monumento naturale attualmente è determinato in “un parziale isolamento ecologico”: rispetto e attuazione delle misure di conservazione approvate per la ZSC (Zona speciale di Conservazione) corso medio alto – IT6020018
  • Sabina- Rinnovo della concessione per le sorgenti del Peschiera nel rispetto delle normative comunitarie e nazionali e valutazione dei rischi per l’equilibrio idrogeologico della piana di San Vittorino nel caso di raddoppio dell’acquedotto del Peschiera.
  • Sabina- Perfezionamento del rilascio della concessione per le sorgenti Le Capore (ovvero le sorgenti del fiume Farfa) nel rispetto delle normative comunitarie e nazionali con particolare riferimento al deflusso minimo vitale.
  • Sabina- Approvazione del Regolamento per la gestione del Monumento Naturale Gole del Farfa
  • Viterbese- Il fiume Marta (Tarquinia) è minato dalla convergenza delle acque reflue in uscita dei depuratori di ben 13 comuni. Acque dolci di cui non viene controllata la qualità nonostante siano un bene primario e essenziale.
  • Viterbese- Il Lago di Vico che, come riportato nell’interrogazione parlamentare ai ministri dell’ambiente e della salute, rappresenta una “grave emergenza ambientale e sanitaria” poiché, pur essendo fonte primaria di approvvigionamento idrico dei comuni di Caprarola e Ronciglione, è avvelenato dalla presenza di cianobatteri (arsenico) superiore ai limiti consenti dalla legge nel bacino.
  • Cassinese- Il fiume Liri è completamente snaturato: dopo aver ricevuto le acque inquinate del fiume Sacco che attraversano la famosa Valle dei fuochi del Lazio, forma il lago artificiale di San Giovanni incarico sbarrato dalla diga Enel di PONTEFIUME per poi rilasciare le stesse acque inquinate e incanalate ad alimentare la diga ENEL di Pontecorvo. Tutto questo senza alcuna fitodepurazione naturale, quindi con un aumento esponenziale dell’inquinamento soprattutto collegato con la componente biologica
  • Ex-provincia di Latina- Il Giardino di Ninfa ed il Parco Naturale di Pantanello (una zona umida di circa cento ettari, creata, in prosecuzione del Giardino, dalla Fondazione  “Roffredo Caetani”) hanno rischiato di scomparire per la mancanza di acqua, a causa dello spropositato sfruttamento della sorgente del fiume Ninfa, operato da ACQUALATINA, che lasciava il fiume a secco; contemporaneamente circa il 65% di tale acqua veniva dispersa nel sottosuolo, a causa delle perdite nella rete della città di Latina, per carenza di manutenzione.
  • Ex-provincia di Roma- Non ultimo è il problema della qualità delle acque così dette “potabili” che nei territori di Ladispoli e Cerveteri sono ormai sono pessime

Questi casi dimostrano quanta poca attenzione ci sia sul bene comune più prezioso: l’acqua. Tutto ciò ci dove far riflettere sulla preparazione di chi ci amministra (un altro esempio è il progetto di discarica in prossimità di antiche sorgenti romane nel territorio di Aprilia).

Allarmanti anche le denunce che pervengono da altre istituzioni ambientaliste. È il caso dei dati riportati dalla Goletta Verde di Legambiente che nella misurazione dello stato di salute delle acque che confluiscono sul Litorale Romano, certificano lo stato di maggiore inquinamento fluviale in questa porzione di costa laziale.

Italia Nostra chiede che si aumentino il numero delle centraline dell’ARPA per un monitoraggio costante dei corsi d’acqua, soprattutto di quelli che transitano nelle aree protette.

L’esperienza maturata dalla sezione del Cassinate sui fiumi del Lazio e della intera nazione   sulla situazione degli stessi e del loro ecosistema giustifica la definizione “DRAMMATICA”. Se qualcuno pensa all’inquinamento industriale ed urbano coglie solamente un aspetto risaputo, anche se inaccettabile, della loro condizione. Nel ’ex-provincia l’inquinamento decennale del fiume Sacco e della sua valle è paradigmatico ed e ‘assurto all’interesse delle cronache nazionali. Quello che sfugge a molti, e da troppo tempo, è la speculazione economica cui i fiumi sono soggetti dai primi anni 80.La pubblicazione da parte dell’Enel del “libro azzurro delle utenze dismesse e non produttive” e con la promulgazione della legge 308/82 ha riportato tutte le aste dei fiumi italiani grandi e piccoli al centro di un sistema speculativo che, distogliendo ingenti somme di denaro pubblico dal budget nazionale, può essere definito ” IMMORALE”, è stato inventato il kilowatt d’oro. La lunga inutile lotta contro la realizzazione di una centralina idroelettrica privata sul fiume Rapido che ha comportato un finanziamento di dodici miliardi a fondo perduto delle vecchie lire non può essere dimenticata. La morte di molti fiumi è alla griglia: il fiume Melfa, il rio chiaro ed altri finiscono in griglie di captazione direttamente situate nel loro alveo, il deflusso minimo vitale spesso non è previsto e quando previsto è sempre valutato con un sistema matematico appositamente studiato per non tener conto della tutela del microhabitat. Anche quando è stato determinato spesso non è imposto.

Stiamo parlando di un puzzle di criticità che quando sarà composto rischia di mettere in ginocchio tutta la nostra Regione e noi cittadini È necessario che tutti prendano consapevolezza di cosa sta avvenendo e che facciano la loro parte: i sindaci ma in primis il Governatore della Regione e la futura Giunta.

Anche la proposta dell’assessore Refrigeri della Regione Lazio sulla riforma degli ambiti territoriali dell’acqua presenta vari problemi. La definizione degli Ambiti di Bacino Idrografico (ABI) doveva promuovere un rinnovato modello pubblico di gestione del servizio idrico integrato. Invece è rimasta lettera morta.

Dopo un anno dall’approvazione della L.R. n. 5/2014 intitolata “Tutela, governo e gestione pubblica delle acque”, i comitati dell’acqua hanno provato a supportare il processo elaborando una proposta di legge attuativa regionale che includeva la delimitazione dei nuovi Ambiti, in sostituzione degli attuali e inefficaci Ambiti Territoriali Ottimali (ATO), e la definizione della Convenzione di cooperazione tipo, attraverso la quale organizzare il nuovo servizio idrico integrato. L’iniziativa, nonostante la condivisione di molti consiglieri regionali di maggioranza e opposizione, non è mai stata discussa. E, anche il nuovo Piano di Tutela delle Acque della regione, adottato un anno fa, non riesce a vedere la sua approvazione definitiva e nemmeno momenti di confronto pubblico. 

Una richiesta-proposta concreta e prioritaria per il Lazio, è quella di imporre una moratoria sulle nuove centraline idroelettriche e su richieste di riattivazioni di vecchie concessioni; parimenti va promulgata una legge regionale che preveda una attenta valutazione dell’esistente con applicazione del DEFLUSSO MINIMO VITALE che tenga conto delle peculiarità del microhabitat. L’Enel ed i proprietari di piccole derivazioni dovrebbero essere richiamati al rispetto della RES PUBBLICA. Necessaria la redazione di un registro regionale delle grandi e piccole derivazioni e procedere poi per ognuna di questa. La sezione Italia Nostra Cassino è pronta per il territorio di sua competenza

Crediamo che non bisogna rimandare ancora ma intervenire e soprattutto guidare a livello gestionale questa realtà che altrimenti non trova soluzione ai problemi che insorgono in occasione di quelle cd. Calamità naturali che sempre più frequentemente si succedono.

 

 

RIPUBBLICIZZAZIONE DELL’ACQUA

In coerenza con il referendum sui servizi pubblici essenziali del 2011 c’è la volontà dei comuni facenti parte dell’ATO 4 di portare a compimento il processo di pubblicizzazione del servizio idrico integrato.

L’impegno della Regione diventa dirimente e decisivo per concretizzare, di fatto, i risultati del referendum del 2011, in quanto unico Ente preposto a garantire un mutuo/finanziamento con Cassa Depositi e Prestiti o altro Istituto le cui rate sarebbero comunque a carico dei Comuni di ATO4 – Latina.

La Regione si è già impegnata con la legge regionale 5/2014 a favorire i processi di pubblicizzazione delle gestioni del servizio idrico integrato.

La legge regionale 5/2014 infatti, all’art. 7, “al fine di favorire la gestione del servizio idrico integrato tramite soggetti di diritto pubblico” istituisce “nell’ambito del programma 04 “Servizio idrico integrato” della missione 09 “Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell’ambiente”, un “Fondo regionale per la ripubblicizzazione”.

È importante e necessario anche un supporto economico da parte della Regione per sostenere i costi degli eventuali interessi passivi del mutuo da accendere.

Si richiedono interventi di supporto economico per risolvere le due maggiori criticità:

“la dispersione idrica, attualmente stimata attorno al 45%, è dovuta a mancati interventi sulla rete idrica e sulle infrastrutture”. 

– la ridotta disponibilità idrica in conseguenza della siccità che crea gravi disagi nel bacino dei comuni del Lazio

 

 PARCHI DEL LAZIO

 

A livello più generale si chiede alla Regione di mettere in regola gli Enti Parco della Regione Lazio che dopo il pluriennale commissariamento, oggi dispongono di presidenti e direttori senza aver ancora insediati legittimamente né le comunità dei parchi, né i direttivi gestionale dei medesimi.

 

Chiediamo inoltre che siano approvati in via definitiva, come prescrive la legge regionale dei parchi, dal Consiglio Regionale i piani di assetto dei Parchi Regionali. Si evidenzia che il piano di assetto del Parco Regionale dei Castelli Romani è stato adottato nel 2010, e che in 8 anni il piano di assetto di quel parco non è stato approvato in via definitiva, un esempio questo di inefficienza e di attendismo.

 

A livello pianificatorio il “Piano” di una area protetta è un piano di settore ambientale con valenza di piano territoriale e urbanistico ma i veri problemi risiedono nella mancanza della totale applicazione della Legge 6 dicembre 1991 n. 394, dei finanziamenti spesso assenti e soprattutto di importanti problemi di cattiva gestione.

 Indicative a tale proposito le difficoltà che riguardano la Riserva Naturale Statale del Litorale Romano. Come sezione del Litorale Romano Italia Nostra ha presentato le osservazioni al Piano di Gestione in corso di definizione per chiedere maggiori garanzie di tutela e l’esigenza che il regolamento della Riserva prevalga e condizioni i piani regolatori dei Comuni/enti gestori e non il contrario.

 

È sostanziale che sugli ampi terreni demaniali vincolati di proprietà regionale la Regione non sia consentito di procedere con ulteriori speculazioni o infrastrutture inadatte ai delicati equilibri naturali e paesaggistici. In queste realtà si chiede inoltre grande attenzione sulla progettazione di mobilità sostenibile.

 

Italia Nostra chiede infatti il totale rispetto dei contesti naturali e della biodiversità delle aree protette del Lazio

  • Sulle dune del Litorale non si portino avanti progetti di ciclabili impattanti e costosi che vanno a compromettere il delicatissimo habitat paesaggistico e la biodiversità che lo caratterizza. Si recuperino invece i percorsi ciclo-pedonali preesistenti e quelli tracciati già progettati come nell’ambito della ciclovia tirrenica.
  • Non si modifichino i piani regolatori alterando i principi di sicurezza idrogeologica e la qualità paesaggistica (vincoli paesaggistici) delle porzioni di territorio incluse nelle aree protette
  • Si eviti di incorrere in procedure di infrazione per violazioni delle norme UE sul Paesaggio e la biodiversità
  • È necessario restituire a un uso pubblico la Torre Perla di Palidoro che oggi versa in condizioni di degrado. Restaurata, andrebbe inserita nei punti focali della Riserva del Litorale a presidio della tutela, della fruizione del parco e della legalità. Italia Nostra ha lavorato al progetto che punta anche sulla Valenza storica del luogo che fu teatro del sacrificio di Salvo d’Acquisto.
  • Non si approvino revisioni dei piani d’assetto dei parchi esistenti come quella proposta per il Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili, che abbassa sistematicamente i livelli di tutela, e propone addirittura nelle Norme Tecniche di Attuazione pesanti infrastrutture in contrasto con gli stessi livelli di tutela residui. La sezione Aniene e M. Lucretili ha presentato osservazioni che sono state contro dedotte spesso in modo superficiale e inaccettabile.

SULLA LEGGE DEI PARCHI

Va rivista per riportare le tutele che erano prescritte dai PTP originali e in particolare per le aree agricole va bene la multifunzionalità ma solo per chi è realmente imprenditore agricolo. Le norme del PUA permettono deroghe inaccettabili addirittura nei piani di assetto. Persino demolizioni e ricostruzioni nelle sottozone B e C dei piani che invece prevedono risanamenti e ristrutturazioni conservativi. Inoltre va rivista la norma che riguarda la composizione dei Consigli direttivi e l’obbligo per i membri di curriculum relativi alla loro reale competenza in materia.

 

TUTELA AREE AGRICOLE

Appare decisiva, per salvare le aree agricole ancora valide la proposta di istituire con Legge regionale il Parco Agricolo dell’Agro di Roma perimetrando le aree a destinazione agricola rimaste dell’area metropolitana collegate al perimetro dei Parchi Regionali di Veio e Appia Antica.

In particolare si chiede di istituire quella già perimetrata nel PTPR dell’Agro romano antico del territorio Prenestino – Tiburtino.

Applicando così anche per Roma (e le aree contigue dei Parchi regionali che la riguardano) un modello di governance già ottenuto e sperimentato, da anni nel Comune di Milano (Bosco in città, Parco Agricolo Milano Sud). In generale, è necessario preservare il paesaggio agrario e le attività agricole di qualità.

 

ISTITUZIONE Di DUE MONUMENTI NATURALI

  1. Area della ex SNIA VISCOSA già individuata dalla Regione, ma non con un atto deliberato dalla Giunta Regionale come prescrive la legge.
  2. Parco Piccolomini secondo il perimetro definito dall’originario PTP 15/0.

 

FERMARE LA VENDITA DEGLI EDIFICI E DELLE AREE SOTTOPOSTI A VINCOLO

Con alcuni atti, l’ultimo a dicembre 2017, per l’ex Ospedale San Giacomo, la Giunta Regionale ha posto in vendita con un accordo che è stato predisposto dal 2014 con il MIBACT e il Demanio dello Stato un elenco delle sue proprietà immobiliari tra cui si conosce da pochi giorni anche il Palazzo Nardini e l’edificio dell’IPAB dei “Ciechi di S. Alessio” a via Margutta (dove è stato girato Vacanze romane). Si chiede rendere pubblico l’elenco e di fermare la vendita degli edifici e delle aree sottoposte a vincolo architettonico o paesaggistico ed in particolare le aree pubbliche anche se non con vincolo, ma che sono all’interno dei parchi e delle Aree protette regionali.

 

POLITICA DI INTERVENTI PER IL CONTRASTO ALL’EROSIONE COSTIERA

Gli obiettivi che vorremmo raggiungere nei prossimi anni sono:

  • Aumentare l’apporto di sabbia lungo la costa;
  • Rimuovere costantemente la sabbia che ostruisce le foci armate di collegamento tra laghi costieri e mare aumentandone la qualità complessiva;
  • Utilizzare tutta la sabbia rimossa dalle foci per creare una riserva sempre disponibile per mitigare l’erosione e supportare le attività produttive laddove l’ampiezza della spiaggia ed il bene demaniale rischiano di compromettere le strutture balneari;
  • Mitigare l’impatto antropico sugli habitat costieri migliorando l’accessibilità ed il sistema di camminamenti, passerelle ed altre opere di protezione della duna.

Si tratta di siglare un accordo di durata pluriennale che consentirà una gestione sostenibile e la valorizzazione del tratto di litorale laziale, cioè di superare la politica dell’emergenza, ma seguire una pianificazione e corretta gestione delle risorse (sia finanziarie che ambientali).

Sempre su questo tema andrebbe pensato un Piano di Costa che coinvolga in maniera congiunta tutti i comuni che insistono sulla costa stessa affinché gli interventi siano effettuati in maniera unitaria.

 

LA GESTIONE DEI RIFIUTI

La gestione dei rifiuti ha un fortissimo impatto sulla qualità della vita, in molti si stanno muovendo per incrementare la raccolta differenziata, ma non è sufficiente, occorre chiudere il ciclo con impianti di trattamento gestiti dai comuni di un comprensorio, che mettano l’impatto ambientale al primo posto con l’obiettivo di riutilizzare al massimo i rifiuti riducendo l’utilizzo delle discariche, con effetti positivi anche sui costi, a tutto vantaggio dei cittadini. 

La Regione Lazio deve approvare il nuovo Piano dei Rifiuti che preveda la totale esclusione delle mappature relative ai nuovi impianti (e/o ampliamenti dei siti già autorizzati) di tutti quei territori già gravati da impianti esistenti. Al contrario, la Regione ha prolungato al 2024 l’Autorizzazione Integrata Ambientale alla INDECO, gestore di alcuni invasi della discarica di B.go Montello, a Latina, giustificandolo per “atto dovuto”, quando questo gestore non ha portato a termine il processo di bonifica e non ha rispettato gli impegni presi.

Parallelamente, il Consiglio Regionale dovrà approvare una Legge Regionale sulle emissioni di “odori”, a massima tutela della salute e del benessere della popolazione.

 

ILLUMINAZIONE E DECORO

Si impone un aggiornamento delle leggi regionali.  Il piano paesaggistico regionale e la legge sull’inquinamento luminoso dovrebbero contenere norme più chiare e cogenti per evitare illuminazione impattante nei centri storici e nei territori vincolati. Vanno vietati ovunque impianti a led a luce fredda considerati nocivi partendo in primo luogo dai nostri centri storici.  Italia nostra Lazio si è fatta capofila di una lettera ai sindaci che offre indicazioni precise in proposito. La Capitale in particolare versa in una situazione di criticità insostenibile: alcune strade del centro e delle periferie sono senza illuminazione. Altre dopo la sostituzione dei lampioni con i sistemi di illuminazione a led non hanno un livello di visibilità sufficientemente sicuro per tutte le età della popolazione.

NO ALLA LUCE FREDDA

NO AL PROLIFERARE DI ILLUMINAZIONE CHE DANNEGGIA LA BIODIVERISTA’ E CHE OCCULTA IL CIELO STELLATO

NO ALLO SPRECO DI RISORSE PUBBLICHE PER IMPIANTI SBAGLIATI CHE POI SI DEVONO SOSTITUIRE

DECORO URBANO

 

Sul decoro urbano l’approvazione del piano paesaggistico non è stata fatta. Mancano norme che tutelino i centri storici dal degrado apportato da antenne, ripetitori, condizionatori e tutti gli altri elementi che deturpano i nostri contesti urbanistici antichi. Andrebbero indicati parametri normativi più rigorosi. 

Sono anni che a livello nazionale e locale Italia Nostra si batte per ottenere una legge di garanzia al ripristino della bellezza e sicurezza degli skyline delle nostre città. E’ sostanziale operare in questa direzione.

 

Si chiede di istituire un gruppo di lavoro aperto al contributo delle associazioni come Italia Nostra per produrre un aggiornamento delle leggi regionali su questi temi

 

 

INFRASTRUTTURE E MOBILITA’:

Su tema infrastrutturale Italia Nostra Lazio attraverso le sue sezioni porta avanti da anni posizioni condivise con i comitati e cittadini del litorale tirrenico: 

Per quanto riguarda 

Autostrada ROMA – LATINA

È probabile che non vi sia più alcuna speranza che tale opera, costosissima, inutile e dannosa, non si realizzi; si attende una decisione del Consiglio di Stato, in relazione alla concessione per l’esecuzione e la gestione. Ma il Comitato “NO CORRIDOIO” costituito anni fa, di cui I.N. fa parte, non demorde fino all’ultimo e, se necessario, anche oltre. In estrema sintesi la posizione è la seguente:

  • Messa in sicurezza della S. R. Pontina;
  • Realizzazione della Metropolitana Roma-Pomezia-Ardea;
  • Miglioramento del collegamento ferroviario Roma-Latina (in tale tratta si è migliorato qualcosa con l’aumento delle corse, ma si può fare di più) e Latina-Minturno, dove si sono addirittura tagliate alcune corse;
  • Miglioramento della tratta Campoleone-Nettuno e ripristino delle tratte Fossanova-Terracina e Formia-Gaeta.

 

Altri collegamenti stradali

  • Latina-Frosinone: la S. R. 156 (dei Monti Lepini) è tutt’ora incompleta;
  • E’ assolutamente necessario migliorare il collegamento Terracina-Formia, attualmente espletato dalla Via Appia e dalla Via Flacca, arterie assolutamente insufficienti; di tale collegamento non si sente più parlare da nessuno;

Sono poi da prevedere i collegamenti trasversali:

  • Latina-Frosinone (come già detto);
  • Fondi-Ceprano;
  • Formia-Cassino (da migliorare);
  • Tangenziale Nord di Latina;
  • Altra criticità è la priorità data al collegamento Campoverde-Labico (ex Cisterna-Valmontone), che la Regione Lazio, con un gioco di prestigio, ha fatto entrare nel finanziamento della Roma-Latina.

Desta infine grande preoccupazione la recente decisione della Regione Lazio di procedere alla realizzazione del maxi-oleodotto Pomezia-Fiumicino. Tutti d’accordo oggi, nonostante il parere negativo espresso dalla Commissione di Riserva del Litorale in quanto il tracciato prevede di invadere in più punti le aree protette. Parere completamente ignorato. L’operazione sembra peraltro funzionale all’ipotesi di raddoppio dell’aeroporto Leonardo da Vinci, contro il quale si sono pronunciati, oltre alle associazioni fra cui Italia Nostra, il Comune di Fiumicino e la stessa Regione Lazio nella persona dell’assessore Michele Civita. Non dimentichiamo del resto i ripetuti disastrosi sversamenti di kerosene avvenuti nel 2015 lungo l’oleodotto esistente, proveniente da Civitavecchia che hanno portato al sequestro dello stesso oleodotto. Per Italia Nostra è necessario anche in questo caso lavorare per migliorare l’esistente (aeroporto, oleodotto, strade) piuttosto che continuare a consumare suolo aumentando i rischi per le persone e per l’ambiente.

 

Autostrada A12 (cosiddetta Tirrenica) prolungamento tratto TARQUINIA-PESCIA ROMANA

Italia Nostra continua a chiedere la messa in sicurezza della SS 1 Aurelia anche per il tratto di autostrada progettata (Lotto 6B) per raggiungere il confine toscano. 

 

Completamento della superstrada Orte-Civitavecchia ss.675

Italia Nostra è capofila del ricorso inter-associativo ambientalista ( Lipu, WWF, Gruppo di intervento giuridico e Forum Ambientalista) che con cittadini , comitati  e titolari di aziende agricole  ha sottoscritto il ricorso al T.A.R. del Lazio contro il provvedimento deliberato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri che ha concesso la compatibilità ambientale al progetto preliminare di Anas, il cosiddetto “tracciato verde”, che prevede il completamento della trasversale nell’area integra della Valle del Mignone,. Il 18 km del tracciato distruggeranno gli equilibri millenari di quest’area dove interferisce la ZPS IT6030005 “Comprensorio Tolfetano-Cerite-Manziate” e il SIC IT60I0035 “Fiume Mignone – Basso Corso”, siti della Natura 2000, il principale strumento europeo per la conservazione della biodiversità, tutelati dalla Direttiva 92/43/CEE “Habitat”.

Il Ministero dell’Ambiente, con le parole della CTVIA, ha dichiarato che “La presenza di un’articolata serie di specifici regimi di tutela paesistica e naturalistica rende questa porzione della maremma laziale un’area che è vocata alla valorizzazione naturalistica e paesaggistica, di grande importanza per l’ulteriore sviluppo di economie locali legate a tali specificità. […] Il tracciato ‘verde’, per quanto riguarda gli aspetti connessi alla tutela ambientale dei luoghi, altera irrimediabilmente un contesto caratterizzato da un paesaggio naturale di altissima valenza, storica, agricola ed ambientale che si è strutturato nel tempo raggiungendo un equilibrio antropico-naturale unico nel suo genere, deteriorando completamente la connotazione sedimentata nel tempo storico-agricolo-boschiva, praticamente integra, della Valle del Mignone”.

Italia Nostra chiede che la Regione Lazio sostenga con le associazioni e i cittadini la difesa di questo tratto incontaminato di natura e storia, assumendo un ruolo determinante nei tavoli in cui si sta decidendo il futuro di quest’area, chiedendo maggiore tutela ambientale al progetto Anas assumendo un ruolo determinante nella ricerca di un tracciato alternativo al “tracciato verde”.

 

 

La cura del ferro

Per quanto riguarda i collegamenti ferroviari con Roma, sosteniamo la necessità di stabilire

  • Il collegamento attraverso Rieti verso il litorale Adriatico con valutazione dei rischi idrogeologici del Progetto ferrovia Rieti-Passo Corese in relazione all’attraversamento della Zona di Protezione delle Sorgenti Le Capore che alimentano l’acquedotto Peschiera-Capore ovvero il più’ importante acquedotto per la città di Roma.
  • Il potenziamento dei collegamenti (ancora) con il Sud della Regione
  • La creazione di un collegamento diretto tra la Capitale- Viterbo e la sua ex-provincia

Mobilità ciclistica

Rispetto ad altre Regioni, il Lazio ancora non dispone di un circuito dedicato in sicurezza per la mobilità ciclistica. L’associazione, apprezzando l’adesione al progetto della Ciclo via Tirrenica, chiede di recuperare la progettualità già maturata negli ultimi trent’anni e destinare le risorse messe a disposizione anche dal Governo per creare circuiti di attraversamento interregionale dando l’opportunità di potersi spostare sulle due ruote a tutti coloro che utilizzano la bicicletta come mezzo di trasporto oltre che di intrattenimento ludico sportivo.  Una particolare attenzione va riservata alla progettazione, a partire dalla necessità di rispettare gli ambienti naturali, preferendo in tali contesti percorsi ciclopedonali senza illuminazione.

Potenziare con incentivi la diffusione dei mezzi a trazione elettrica.

RINNOVABILI E TUTELA DEL PAESAGGIO STORICIZZATO

Italia Nostra ritiene che sia necessario tutelare quelle porzioni di Paesaggio che caratterizzano la bellezza del contesto in cui sono situati i nostri famosissimi centri storici e le realtà monumentali che hanno reso famosa la ns Regione. Si chiede che tutte le realtà paesaggistiche con beni culturali architettonici laziali di fama internazionale e nazionale siano garantite e tutelate attraverso l’istituzione di vincoli paesaggistici che fungano da “buffer” di rispetto dall’invasività dei campi eolici, fotovoltaici, dalle centrali a biomasse, depuratori e discariche. Crediamo che solo mantenendo fisicamente le caratteristiche naturali, di biodiversità e di contesto storico-antropologico qual è il Paesaggio italiano laziale, diamo garanzia di conservare per i posteri quelle risorse artistico-culturali e ambientali che fungono da principale attrattore del nostro turismo e motore di sviluppo per attività economiche a sostegno del lavoro per i giovani. 

 

URBANISTICA E TUTELA DEL PATRIMONIO

Si chiede:

  1. Prima della sua definitiva approvazione nel Consiglio Regionale si chiede la tutela paesaggistica come richiesta nei primi PTP approvati e invece non accolte in quelli votati nel 2007 e nello stesso attuale PTPR.
  1. La tutela paesaggistica del CENTRO STORICO e le “CITTA STORICHE” del PRG di Roma
  2. L’apposizione per Roma del Vincolo Centro storico e città storica.
  3. Eliminazione dall’Art. 43 del PTPR l’ultimo comma (n.15) che esclude la tutela paesaggistica a tutti i siti Unesco regionali e in particolare al sito Unesco del Centro Storico di Roma (Ex zona A del Piano Regolatore del 1962) per il motivo che le tutele dovevano essere poste dal Piano di Gestione Unesco. Il Piano di gestione non dà prescrizioni ma solo linee guida. E infatti il Piano Unesco approvato dal Commissario Tronca nel suo testo chiede espressamente che venga posta la tutela paesaggistica. Tale tutela secondo l’art.10 del Codice dei beni culturali e lo stesso Art. 43 deve essere posta anche sugli ambiti storici delle zone “città storica” individuate dal PRG. Questa richiesta è già stata inviata all’attuale Giunta Regionale per salvare i villini storici di Roma oggi demoliti per le deroghe prodotte dal Piano Casa
  4. L’approvazione del Piano Paesaggistico del Lazio
  5. Parametri più rigorosi per il decoro urbano nei nuclei storici e nei territori vincolati
  6. L’aggiornamento della legge regionale sull’inquinamento luminoso
  7. Individuazione dei siti idonei per le discariche con profili alti di verifiche e compatibilità idrogeologica
  8. Sapere che cosa si intende vendere delle proprietà Regionali 
  9. In riferimento al progetto di costruire un enorme centro commerciale (definito eufemisticamente “Eco-Village”) e un insediamento urbano di 15.000 abitanti in zona pregiata paesistica e archeologica in Via Divino Amore-Falcognana nel Comune di Marino, (le evidenze documentali dimostrano essere insostenibile, oltre che illegale), si chiede che venga recuperato il Piano di Assetto del Parco , per far rientrare l’area nel Parco dell’Appia Antica, o almeno che la Regione Lazio insieme al Comune di Marino congiuntamente ritirino le rispettive delibere che avevano dato avvio al progetto e legittimato la speculazione immobiliare gravemente dannosa.
  10. In riferimento alla costruzione di due edifici illegali costruiti nell’importante sito archeologico dell’antica Bovillae, sulle strutture e i mosaici degli antichi funzionari officianti, chiamati Sodales Augustales, si chiede un esame in tempi brevi dell’acclarato stato di illegalità, ed il ripristino del sito con la demolizione delle strutture sotto la supervisione di funzionari qualificati, evitando lungaggini amministrative altrimenti poste in essere dai diretti interessati. ? auspicabile inoltre che anche questa area rientri nel Piano di Assetto del Parco dell’Appia Antica.
  11. Che si arrivi ad una nuova Legge Urbanistica Regionale, in sostituzione della L. R. n. 38/99, sostanzialmente per molte parti inattuata; infatti, dalla attuale Giunta, era stato insediato l’ennesimo gruppo di lavoro (l’ultimo era coordinato da Daniele Iacovone), al fine di presentare proposte in proposito. Risulta che il testo della legge urbanistica regionale era già pronto ma non è arrivato al voto del consiglio. È’ stata invece approvata da consiglio la legge per la rigenerazione urbana che di fatto riprende le norme tanto contestate del “piano casa” conclusosi a Giugno 2017. Bisogna rivedere le norme per non consentire quelle deroghe che a Roma stanno distruggendo una parte del patrimonio storico-architettonico degli inizi ‘900 (i villini dei quartieri della città storica).
  12. Nel frattempo che si giunga ad una nuova normativa per il governo del territorio, riteniamo opportuno, anzi necessario, che si rifinanzi l’art. 61 della 38/99 – Programma pluriennale regionale di intervento per gli insediamenti urbani storici – per gli interventi nei Centri Storici.

 

UN PIANO REGIONALE SUI RISCHI IDROGEOLOGICI DEL TERRITORIO. (Non solo un PIANO SISMICO)

 

Come denunciato da tempo dall’Ordine dei Geologi del Lazio il territorio e in particolare quello di Roma è a grave rischio di dissesto per mancanza di seri interventi per   mettere almeno in sicurezza le zone più compromesse. Gli allagamenti, le frane, le voragini e lo stesso sistema fognario ormai obsoleto stanno dimostrando l’urgenza di un ulteriore censimento delle aree a rischio, già allo studio dell’Ispra. A tale proposito la Regione Lazio deve istituire un Servizio geologico regionale con le professionalità già presenti che abbia pareri non solo consultivi ma prescrittivi nelle situazioni più a rischio.

 

CENTRI STORICI

Per quanto riguarda i centri storici, oltre al problema degli abusi e dei finanziamenti spesso irrisori, la difficoltà principale riguarda la mancanza di un percorso culturale attivato dalla Regione per sensibilizzare le amministrazioni comunali ad intervenire per tutelare veramente il proprio patrimonio storico. Non viene capita l’importanza assoluta di una progettazione programmatica volta al ripristino e valorizzazione delle presenze storico-architettoniche. Spesso gli interventi sono puntali, ciò a causa anche dei finanziamenti minimali della regione, e peggiorativi poiché svolti senza una ricerca e progettazione adeguata mancante anche di una visione d’assieme. Inoltre, pur essendoci leggi e regole per la tutela del patrimonio storico-artistico-architettonico del centro storico (quali per esempio per il decoro urbano o utilizzo di specifici materiali per finiture) esse spesso non vengono rispettate dai cittadini e commercianti e ne è cura dell’amministrazione farle rispettare.

 

VALORIZZAZIONE PATRIMONIO MUSEALE

L’associazione chiede di mettere a sistema, sostenere il circuito degli attrattori culturali approntato dalla Regione Lazio sotto le Giunte Marrazzo e poi Polverini sul quale sono stati investiti più di 12 milioni di euro.

Esemplare la situazione del sito UNESCO “Necropoli della Banditaccia”. La sezione di Asfodelo che ne ha seguite direttamente le vicende dalla sua nascita, denuncia da anni l’attuale stato di inadeguatezza dell’offerta turistica rispetto al reale valore e alle capacità attrattive delle presenze archeologiche. Questo probabilmente per la mancata attuazione del piano di gestione UNESCO.

L’assenza di una offerta esperenziale calibrata sui contenuti culturali delle evidenze archeologiche è dovuta non solo a finanziamenti non appropriati ma anche alla incapacità di gestire un sito UNESCO in ogni sua peculiarità. Ci si riferisce alla diffusione-pubblicità, agli elementi basilari dell’organizzazione di una visita al mondo antico, alla errata scelta delle modalità comunicative (realtà aumentata applicazione di nuove tecnologie ecc.,) che, in contesti così disorganizzati, non hanno prodotto risultati apprezzabili. In sintesi, necessitano finanziamenti mirati alla lettura ottimale dei valori comunicati dalle presenze archeologiche e incentrati su una esperienza turistico-culturale straordinaria quale quella di un sito UNESCO.

 

Parallelamente, si chiede di mettere in rete e valorizzare maggiormente i più di duecento musei di cui dispone la Regione creando dei portali di accesso collegati con i punti di aggregazione turistica conosciuti in modo da far conoscere nuove mete per le visite culturali.

Dare forma ad un programma di fruizione culturale, da promuovere attraverso gli uffici regionali che si occupano di turismo, per i diversamente abili.

Contenere la dispersione in sagre e altre attività d’intrattenimento sociale popolare già affermate delle risorse economiche regionali destinate al sostegno delle attività culturali regionali e puntare ad un’azione significativa di messa in sicurezza del ns patrimonio artistico monumentale (soprattutto collegato con le aree interne) che ormai sempre più rischia lo sgretolamento e dispersione a seguito di eventi critici come alluvioni, terremoti, ecc.

 

LEGALITA’

Sul litorale romano il caso di Ostia ha dimostrato il persistere e il proliferare di attitudini e pratiche criminali, dell’illegalità, della violenza, delle minacce, dell’omertà.

Purtroppo, tali dinamiche sono diffuse oltre Ostia, anche sul litorale Nord.

Chiediamo fermamente che coloro che si candidano a governare nei prossimi 5 anni la Regione Lazio esplicitino la volontà di non tollerare più il prevalere di comportamenti illegali.

La Regione, nelle sue competenze, deve sostenere tutte le azioni di riscatto dei territori sottoposti ad abusi, dando vita anche a un organismo permanente che coinvolga le forze dell’ordine e le associazioni, come presidio di legalità. Fino a quando saranno tollerate violazioni quali l’occupazione abusiva delle spiagge libere, finché non si cominceranno a vedere demolizioni di abusi, ogni iniziativa dal basso rischia di essere mortificata e svuotata di significato.

  • TOLLERANZA ZERO SULL’OCCUPAZIONE ABUSIVA DEL DEMANIO PUBBLICO E SU OGNI ABUSO
  • SI A UN TAVOLO PERMANENTE SULLA LEGALITA’ CON FORZE DELL’ORDINE E ASSOCIAZIONI

 

 

Il Direttivo Italia Nostra Regione Lazio (Presidente Ebe Giacometti, Vice Presidente Vicario Franco Medici, Vice Presidente Rodolfo Corrias) rappresentato dalle sezioni Italia Nostra Aprilia (Presidente Giulietta Emiliani), Asfodelo (Presidente Virgilio Bocchini), Cassino (Presidente Antonio Spallino),Castelli Romani (Presidente Enrico del Vescovo), Ciampino (Presidente Rodolfo Corrias), Etruria (Presidente Marzia Marzoli), Frosinone (Presidente Lucio Macioccia) Gaeta (Presidente Marcello Calimann), Latina (Presidente Antonio Magaudda), Litorale Romano (Presidente Stefania Bragaglia),  Roma (Presidente Marco Di Fonzo), Viterbo  (interim Presidente Ebe Giacometti), presidio di Fara Sabina (coordinatore Stefano Fassone), presidio Boville (coordinatore Mauro Abate)