Brain fog: la “nebbia nel cervello” si manifesta anche dopo lievi forme di Covid

CIVITAVECCHIA – Dal Dottor Giovanni Ghirga riceviamo e pubblichiamo:

“Brain fog“ (la nebbia nel cervello), si manifesta anche dopo forme lievi di COVID-19. La vera prevalenza di problemi cognitivi, in coloro che hanno avuto la COVID-19, rimane sconosciuta e le cause alla base dei sintomi persistenti sono oggetto di studi in corso. Tuttavia, al momento è chiaro che i problemi nel pensare, concentrarsi e ricordare, possono essere tra i sintomi più debilitanti “a lungo termine” e possono persistere per mesi.
Nelle cliniche per l’assistenza post-COVID-19 sempre più persone cercano aiuto per superare la loro “nebbia cerebrale”. Ricercatori e medici stanno studiando l’efficacia di trattamenti sviluppati per l’ictus e lesioni cerebrali traumatiche. Alcuni studiosi stanno iniziando a testare i videogiochi di tipo cognitivo, nella speranza che possano espandere l’efficacia della terapia.
“Anche se solo una percentuale piuttosto piccola di malati COVID-19 riferisce problemi cognitivi, il numero complessivo di persone con queste complicazioni rappresenta un problema enorme”, commenta James Jackson, psicologo clinico presso il Centro di recupero di terapia intensiva della Vanderbilt University School of Medicine.
Il deterioramento cognitivo è comune dopo una malattia grave ed é tra i sintomi di una condizione chiamata sindrome post-terapia intensiva, la quale può seguire l’isolamento, l’immobilità e la sedazione di una degenza ospedaliera. “Probabilmente, ciò che stiamo vedendo dopo la COVID-19 non é diverso da analoghi problemi dopo altre gravi malattie respiratorie”, afferma Faith Gunning, neuropsicologa della Weill Cornell Medicine (WCM). Lei e colleghi hanno riferito a febbraio che di 57 pazienti COVID-19 in recupero, sottoposti a valutazione neuropsicologica prima della dimissione dall’ospedale, l’81% aveva un deterioramento cognitivo. La maggior parte presentava problemi con l’attenzione e la funzione esecutiva che include abilità come pianificazione, organizzazione e multitasking.
Tali sintomi non sono limitati alle persone che sono state ricoverate in ospedale. La maggior parte delle persone che hanno visitato le cliniche ambulatoriali post-COVID-19 hanno avuto una fase acuta della malattia relativamente lieve, afferma Igor ‘Koralnik, neurologo presso la Feinberg School of Medicine della Northwestern University.
Il team di Jackson a Vanderbilt consiglia un programma di riabilitazione chiamato allenamento per la gestione degli obiettivi, originariamente sviluppato per gestire le menomazioni dopo ictus, lesioni cerebrali traumatiche o declino correlato all’età. Questa programma allena i pazienti nelle “abilità metacognitive” come l’osservazione dei propri processi mentali, l’identificazione delle situazioni in cui sono inclini a commettere errori cognitivi e la riflessione su come affrontare un nuovo compito.
A complicare le cose è il fatto che la natura delle lesioni è spesso tutt’altro che chiara. “Non sappiamo davvero cosa sia successo loro. Quando la disfunzione cognitiva compare dopo una lieve COVID-19, aumenta la possibilità che una risposta immunitaria, protettiva nella fase acuta, diventi iperattiva e inneschi una infiammazione persistente”, commenta Serena Spudich, neurologa di malattie infettive presso la Yale School of Medicine.
Per aiutare le persone che non vivono vicino a centri di riabilitazione e non hanno accesso a specialisti, alcuni ricercatori stanno esplorando una nuova categoria di potenziali trattamenti: l’allenamento cognitivo attraverso i videogiochi utilizzati a casa.
In risposta a quello che chiama “uno tsunami di pazienti con COVID lungo”, il professore di chirurgia del Radboud University Medical Center Harry van Goor, con il ricercatore di terapia fisica Radboud Bart Staal, sta testando una piattaforma di realtà virtuale e una serie di giochi che coinvolgono l’attività fisica, abilità cognitive e consapevolezza. Uno studio pilota su 48 persone che si stanno riprendendo dalla COVID-19, suggerisce che giochi cognitivi simili a enigmi possono essere altamente motivanti.

Kelly Servick. COVID-19 ‘brain fog’ inspires search for causes and treatments. SCIENCE. April 27 2021. doi: 10.1126 / science.abj2105

Dottor Giovanni Ghirga