La FAO promuove lo sviluppo dell’acquacoltura

L’acquacoltura, che fornisce oggi poco meno della metà del cibo a base di organismi acquatici (pesce, molluschi, crostacei, alghe, etc.), è destinata in un futuro non troppo lontano a produrre la maggior parte della crescente domanda di cibo acquatico nel mondo; a condizione che sia sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale ma anche economicamente; praticata soprattutto in Asia, l’acquacoltura deve essere distribuita in modo più uniforme, con sforzi immediati per stimolarne lo sviluppo in Africa, America Latina e nei piccoli Stati insulari in via di sviluppo, il che implica anche una distribuzione equamente dei benefici, con attenzione alla responsabilità sociale, all’inquinamento e ad altre considerazioni.

I maggiori esperti del settore – riuniti nella Conferenza Globale sull’Acquacoltura Millennium +20 tenutasi a Shanghai, organizzata dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) e dai suoi partner – hanno pubblicato una serie di articoli in un numero speciale del Journal of the World Aquaculture Society.

Il pesce e gli altri prodotti acquatici possono svolgere e svolgeranno un ruolo importante nel soddisfare la domanda alimentare di tutte le persone, contribuendo a migliorare la resilienza del sistema alimentare globale e rispondendo al contempo alle esigenze di sicurezza alimentare dei più poveri” ha dichiarato Xinhua Yuan, Vice Direttore della FAO per l’Acquacoltura.

La pubblicazione di queste rassegne tematiche fornisce un contesto utile per la definizione della nuova bozza di Linee guida volontarie per la sostenibilità dell’acquacoluta, affrontando aspetti qualificanti quali i metodi di produzione, le questioni sociali e la salute del pianeta, la nutrizione, le risorse genetiche, la biosicurezza, la governance e l’accesso inclusivo al mercato.

Inoltre, le pratiche di acquacoltura producono in media meno emissioni di gas serra rispetto ad altre forme di produzione animale.